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Zanelletti attacca la Lega e appoggia Trespidi: «Potrebbe allearsi coi 5 Stelle»

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Giacca di jeans, cappellino sulla testa, occhiali da vista e l’immancabile sigaretta tra i denti: Vincenzo Zanelletti è un fiume in piena. Ne ha per tutti: annuncia l’ingresso nella lista di Trespidi, critica la Lega Nord, disapprova le scelte della Giunta Dosi e attacca la classe politica. «La Lega Nord aveva tutti i requisiti per correre da sola verso le elezioni amministrative di Piacenza, ma non l’ha fatto. Ha rispolverato vecchie e disastrose alleanze. Penso che il Carroccio, stavolta, vedrà col binocolo il 24% delle elezioni regionali nel 2014».

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Da sinistra: Bellemo, Spina, Murelli, Zanelletti, Forlini

Dopo l’esperienza in consiglio comunale nel 1998 e la candidatura a sindaco nel 2002 con la civica “Piacenza Vive”, Zanelletti ha militato per qualche anno nella Lega Nord. Dalla quale, l’anno scorso, è fuoriuscito, in rotta con la segreteria regionale di Gianluca Vinci. «I piacentini hanno contribuito all’elezione di Vinci a segretario emiliano, prediligendolo al posto del candidato piacentino. Una scelta errata, che ha riservato conseguenze dannose per il territorio».

Oggi, Zanelletti (insieme a Daniele Spina, Alex Murelli, Giovanni Forlini e Francesco Bellemo) ha fondato il gruppo “Gente In Movimento”, col quale annuncia di appoggiare la discesa in campo di Massimo Trespidi per la poltrona di primo cittadino di Piacenza. Zanelletti e Spina sono entrati ufficialmente a far parte delle due liste create dall’ex presidente della Provincia, una “senior” e l’altra composta da soli giovani.

Quale motivazione vi ha spinto ad impegnarvi con Trespidi?

«Il nostro gruppo, “Gente In Movimento”, sta crescendo, le persone riconoscono in noi e nelle nostre tematiche una reale libertà dai partiti. Riteniamo che Trespidi possa portare avanti questa autonomia dalle segreterie e dalle riunioni aperte a pochi».

Trespidi, però non è estraneo ai partiti. Inizialmente doveva essere il candidato di Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia.

«È vero. Il segretario provinciale della Lega Nord, Pietro Pisani, gli chiese di essere il portacolori del Carroccio, dicendogli che l’avrebbe proposto agli altri schieramenti di centrodestra. Non è mai stato Trespidi ad affacciarsi ai partiti, ma il contrario: questi gli riconoscevano, giustamente, una grande capacità amministrativa. Non a caso, ha già ricoperto ottimamente importanti cariche istituzionali».

Perché alla fine, secondo te, il centrodestra ha preferito Patrizia Barbieri?

«Trespidi è un decisionista, uno che impone la finalità di un lavoro. Ciò non sta bene a tutti. Noi, come “Gente In Movimento”, abbiamo preferito basarci sui fatti e non sulle parole. Le azioni intraprese da Trespidi parlano chiaramente».

Per esempio?

«Nel 2012 ha scelto di non rinnovare i contratti d’affitto tra la Provincia e Borgo Faxhall, bloccando un enorme spreco di denaro pubblico. Grazie a lui, adesso ne trae beneficio soprattutto la città, con un ingente risparmio. Ha spezzato la continuità amministrativa della sinistra, e speriamo possa continuare a farlo».

La tua avversione ai partiti sembra ripercorre la linea dei 5 Stelle… Non avresti preferito entrare nella loro lista?

«Nulla in contrario, ma le regole vanno rispettate e i 5 stelle non raccolgono chiunque pur di vincere. Bisogna militare e farsi stimare. In fondo, anche Trespidi è un po’ grillino. Qualora andasse al ballottaggio, potrebbe allearsi con il Movimento 5 Stelle. Si tratterebbe di un’opzione con novità piacevoli. I partiti hanno causato il catafascio della città. A livello nazionale, hanno votato in modo compatto la disastrosa legge Fornero, riproponendo le medesime alleanze a livello locale».

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Zanelletti e Forlini alla presentazione della lista “Massimo Trespidi sindaco”

Trespidi sa che vi augurate una sua alleanza con i 5 Stelle?

«No. Abbiamo tratti in comune col movimento di Grillo: diciamo “no” ad una logistica sregolata, “no” alla costruzione di un nuovo polo, se significa aprire le porte alle multinazionali straniere che se ne infischiano del Protocollo di Kyoto e non rispettano la dignità dei lavoratori e l’ambiente. Se fossero industrie italiane virtuose, si potrebbe valutare l’insediamento».

Sarebbe giusto realizzare un nuovo ospedale per Piacenza?

«Assolutamente no! La qualità di un nosocomio non la fanno i mattoni, ma chi ci lavora. Si devono valorizzare le eccellenze coi camici, cioè i dottori e i medici, non giocare col calcestruzzo. Piuttosto, il problema dell’ospedale è la ristrettezza del parcheggio. Noi abbiamo in mente una soluzione che sveleremo più avanti».

Qual è la priorità della città?

«La sicurezza. Condivido l’idea di Trespidi di utilizzare i militari per presidiare le strade».

Il sindaco Dosi richiese la presenza dei soldati al Ministero della Difesa, tuttavia gli fu negata. Cosa sarebbe cambiato da allora?

«Trespidi è più bravo, ha più polso. Sarebbe in grado di far valere la posizione del territorio. Ad ogni modo, abbiamo ulteriori idee per incidere sulla sicurezza: occorre potenziare la Polizia Municipale, avviando operazioni in borghese e dotando gli agenti di videocamere nascoste sulla giacca o sul berretto, per disporre di una prova in caso di aggressioni. Proposte che guarda caso la Lega Nord ha copiato nel suo programma».

Thomas Trenchi 

Classe 1998, giornalista professionista dell'emittente televisiva Telelibertà e del sito web Liberta.it. Collaboratore del quotidiano Libertà. Podcaster per Liberta.it con la rubrica di viaggi “Un passo nel mondo” e quella d’attualità “Giù la mascherina” insieme al collega Marcello Pollastri, fruibili anche sulle piattaforme Spreaker e Spotify; altri podcast: “Pandemia - Due anni di Covid” e un focus sull’omicidio di via Degani nella rubrica “Ombre”. In passato, ideatore di Sportello Quotidiano, blog d'approfondimento sull’attualità piacentina. Ha realizzato anche alcuni servizi per il settimanale d'informazione Corriere Padano. Co-fondatore di Gioia Web Radio, la prima emittente liceale a Piacenza. Creatore del documentario amatoriale "Avevamo Paura - Memorie di guerra di Bruna Bongiorni” e co-creatore di "Eravamo come morti - Testimonianza di Enrico Malacalza, internato nel lager di Stutthof". Co-autore di “#Torre Sindaco - Storia dell’uomo che promise un vulcano a Piacenza” (Papero Editore, 2017) e autore di "La Pellegrina - Storie dalla casa accoglienza Don Venturini" (Papero Editore, 2018). Nel maggio del 2022, insieme ai colleghi Marcello Pollastri e Andrea Pasquali, ha curato il libro-reportage "Ucraina, la catena che ci unisce", dopo alcuni giorni trascorsi nelle zone di guerra ed emergenza umanitaria. Il volume è stato pubblicato da Editoriale Libertà con il quotidiano in edicola. Ecco alcuni speciali tv curati per Telelibertà: "I piacentini di Londra" per raccontare il fenomeno dell'emigrazione dei piacentini in Inghilterra nel secondo dopoguerra, con immagini, testi e interviste in occasione della festa della comunità piacentina nella capitale britannica dal 17 al 19 maggio 2019; “I presepi piacentini nel Natale del Covid”; “La vita oltre il Covid” con interviste a due piacentini guariti dall’infezione da Coronavirus dopo dure ed estenuanti settimane di ricovero in ospedale; il reportage “La scuola finlandese” negli istituti di Kauttua ed Eura in Finlandia.