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Piacenza, i sapori dominano il Mercato Europeo. Alcuni ambulanti: «Affluenza in calo»
Una strana nuvola composta da suoni, lingue e sapori differenti, nel week end del 9-10-11 settembre, si è alzata sopra i due chilometri di pubblico passeggio piacentino. Il Mercato Europeo, giunto alla sua dodicesima edizione, ha animato il cuore della città. Tantissime proposte alimentari e non solo, raccolte in circa 130 banchi; di questi, pressapoco il 40% provenienti dall’estero.
La brace, come ogni anno, è la protagonista indiscussa: dal galletto trevigiano, che si mangia rigorosamente con le mani, alle salsicce tedesche «per rimanere in forma», come commentano con ironia alcuni passanti. A pochi metri, le “ragazze della Paella” fanno mantecare chili di risotto giallo con cozze, molluschi e carne: molti piacentini si mettono in coda per assaggiare la famosa ricetta spagnola, nonostante il prezzo abbastanza caro.
La dura camminata, costantemente interrotta da tentazioni culinarie, prosegue con le ali di pollo fritte in salsa agrodolce thailandesi, le spezie tunisine, il churrasco brasiliano. Gli odori che vengono emanati dalle padelle balcaniche, israeliane, polacche e messicane penetrano le narici.
Sull’onda dell’entusiasmo, risulta difficile rinunciare a un po’ di dolcezza al palato. Le occasioni, o “trappole” per i salutisti, non mancano: strudel e torta sacher dall’Austria, mini crepes ricoperte di Nutella dall’Olanda, churros imbottiti di cioccolato dal Sudamerica, liquirizie calabresi da un rivenditore bolognese, “cocoretti” al cocco dalle Fiandre, assortimento di cioccolato da Salice Terme, arcobaleni di macarons che ipnotizzano.
Dopo una sfilata di maialini arrostiti e volatili “al caldo”, si trovano due banchi alquanto sovversivi: il primo, con scorte di tofu e verdure, prepara solo pietanze vegan; il secondo propone una selezione di micro-birrifici italiani, ad affrontare i colossi delle birre belga e bavaresi.
Lo stomaco sta per esplodere. L’unico sollievo, a questo punto, arriva dal musicista peruviano che, con le sue note rilassanti, favorisce l’abbiocco.
Non tutti gli ambulanti sono soddisfatti: «Quest’anno, l’affluenza è calata. Può darsi per colpa del caldo o, più probabilmente, della poca promozione dell’evento. Manca la tipica “signora del centro”, quella che spende». Altri, invece, fanno notare che «il venerdì sera è stata la serata più soddisfacente, differentemente dalle scorse edizioni».
Thomas Trenchi