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«Vietare il gioco d'azzardo». Intervista a Matteo Rancan

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Con il suo arto teso in avanti e i suoi occhi grossi e luminosi, chiede una moneta, promettendo di restituirla. Poi, disinvoltamente, ne vuole un’altra e un’altra ancora. Non è un amica. Non è nemmeno una persona bisognosa o una bella donna in cerca di compagnia.
Quella è una slot machine. Quella, senza alcun scrupolo, dandole troppa fiducia, si prende gioco di chiunque. Soprattutto, di chi è già in difficoltà e tenta l’ultima carta.

I ludopatici, colori i quali non possono più fare a meno di affidarsi al caso, aumentano ogni anno. La politica osserva il fenomeno; non sempre pare comprenderlo, a volte prova ad intervenire. Probabilmente, cercando di non infastidirlo troppo: infatti, per le casse di Roma, siano esse di destra o di sinistra, porta ingenti somme di denaro. Nel 2015, scommesse, videopoker, lotterie e macchinette, hanno comportato un incasso erariale di quasi 10 miliardi.

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Matteo Rancan (Lega Nord)

Matteo Rancan, consigliere regionale della Lega Nord in Emilia Romagna, avanza una proposta precisa per prevenire la dipendenza: «Occorre aumentare le distanze dai luoghi sensibili, come le scuole, e bloccare ulteriori licenze. Inoltre, si potrebbe prendere esempio dall’ordinanza emessa a Padova, dove il gioco è permesso solo in determinate fasce orarie svantaggiose per chi lavora»

Qual è la percezione del problema nelle istituzioni?

«In Regione, se ne discute da tantissimo tempo, sia in maggioranza che in minoranza. Il problema dell’attuale giunta è che fa le leggi, ma fatica a farle rispettare, anche dagli amministratori locali del medesimo partito. Per questo, non vi è un contrasto concreto»

La politica lucra sul gioco d’azzardo?

«A livello centrale, la sinistra ha condonato l’evasione delle slot: invece che tre miliardi di euro, ha fatto pagare seicento milioni. È una lobby che fa comodo, che continua a dare introiti importanti allo Stato»

Bisognerebbe vietare l’apertura di nuove sale?

«Sì. Per molte famiglie in difficoltà, rischia di diventare un circolo vizioso, creando grandi problematiche».

Thomas Trenchi

Clicca qui per ascoltare la puntata “Gioco d’azzardo: la politica può prevenire la dipendenza?” trasmessa su Gioia Web Radio.

Classe 1998, giornalista professionista dell'emittente televisiva Telelibertà e del sito web Liberta.it. Collaboratore del quotidiano Libertà. Podcaster per Liberta.it con la rubrica di viaggi “Un passo nel mondo” e quella d’attualità “Giù la mascherina” insieme al collega Marcello Pollastri, fruibili anche sulle piattaforme Spreaker e Spotify; altri podcast: “Pandemia - Due anni di Covid” e un focus sull’omicidio di via Degani nella rubrica “Ombre”. In passato, ideatore di Sportello Quotidiano, blog d'approfondimento sull’attualità piacentina. Ha realizzato anche alcuni servizi per il settimanale d'informazione Corriere Padano. Co-fondatore di Gioia Web Radio, la prima emittente liceale a Piacenza. Creatore del documentario amatoriale "Avevamo Paura - Memorie di guerra di Bruna Bongiorni” e co-creatore di "Eravamo come morti - Testimonianza di Enrico Malacalza, internato nel lager di Stutthof". Co-autore di “#Torre Sindaco - Storia dell’uomo che promise un vulcano a Piacenza” (Papero Editore, 2017) e autore di "La Pellegrina - Storie dalla casa accoglienza Don Venturini" (Papero Editore, 2018). Nel maggio del 2022, insieme ai colleghi Marcello Pollastri e Andrea Pasquali, ha curato il libro-reportage "Ucraina, la catena che ci unisce", dopo alcuni giorni trascorsi nelle zone di guerra ed emergenza umanitaria. Il volume è stato pubblicato da Editoriale Libertà con il quotidiano in edicola. Ecco alcuni speciali tv curati per Telelibertà: "I piacentini di Londra" per raccontare il fenomeno dell'emigrazione dei piacentini in Inghilterra nel secondo dopoguerra, con immagini, testi e interviste in occasione della festa della comunità piacentina nella capitale britannica dal 17 al 19 maggio 2019; “I presepi piacentini nel Natale del Covid”; “La vita oltre il Covid” con interviste a due piacentini guariti dall’infezione da Coronavirus dopo dure ed estenuanti settimane di ricovero in ospedale; il reportage “La scuola finlandese” negli istituti di Kauttua ed Eura in Finlandia.