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NEET e giovani creativi: due facce della stessa medaglia
“No Neet – Storie, idee e progetti per sfidare la precarietà” è il volume che, lo scorso 9 agosto, l’assessore alle politiche giovanili di Piacenza Giulia Piroli ha presentato in Municipio, mettendo il “punto e a capo” sul progetto comunale in soccorso ai Neet, quei giovani dai 14 ai 29 anni che non lavorano né studiano.
«L’Italia – spiega l’assessore – è la nazione europea con il più alto numero di Neet. A Piacenza, sono dai sei agli ottomila individui. Si tratta di ragazzi e ragazze rassegnati, sfiduciati e invisibili».
Durante questa iniziativa, il cui “centro operativo” è stato Spazio 2 in via XXIV Maggio, sono stati organizzati laboratori teatrali, orti sociali, corsi di lingue straniere: «Spesso, ci lamentiamo dei giovani – prosegue la Piroli – ma dobbiamo essere noi adulti a coinvolgerli, offrendogli delle occasioni. Questo dovrebbe essere l’obiettivo di un’amministrazione comunale: da questo punto di vista, il nostro progetto è stato premiato».
L’altra faccia della medaglia è quella di Gennaro Schiavo, Corrado Verhoeven e Michele Bersani: tre diciottenni, come tanti altri, che sono riusciti a dare sfogo alla loro creatività. Appassionati di informatica, hanno inventato un’app per iOS in grado di trasmettere la maggior parte dei canali televisivi. «Potrebbe sembrare illegale, ma non la è – chiarisce Bersani -. I tempi di attesa per la pubblicazione sullo store si sono prolungati notevolmente, proprio perché Apple temeva questo aspetto». Due o tre mesi per lo sviluppo e poi, ovviamente, lungaggini burocratiche scoraggianti. Anche se, ascoltando com’è nata l’idea, le aspettative sono state ampiamente superate: «Eravamo fuori casa e volevamo guardare una partita su Italia 1 con il cellulare. Trovammo una soluzione, inizialmente solo per noi. Oggi è disponibile per tutto il pubblico gratuitamente».
Il lavoro di squadra è stato fondamentale; unendo le forze, sono riusciti a rendersi conto dei propri errori. E, ovviamente, non si fermano di fronte a questo buon risultato, ipotizzando nuovi programmi per migliorare la città: «Siamo stati contatti per realizzare un’applicazione di supporto alla silent disco, sempre più diffusa a Piacenza. Permetterebbe di semplificare ed abbattere i costi di organizzazione dell’evento: l’utente, infatti, non pagherebbe l’affitto delle cuffie, utilizzando i suoi auricolari collegati al telefono». Michele Bersani, senza sedersi in cattedra, vuole condividere un pensiero con i suoi coetanei, prima di tornare sul computer: «L’importante è trovare qualcosa per cui vi piaccia fare fatica».
Thomas Trenchi