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Magdi Allam: «Nelle moschee nasce l'odio». Poi attacca l'UE

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“Io E Oriana” è l’ultimo libro pubblicato da Magdi Allam, incentrato sul rapporto con la Fallaci. Entrambi bassi, minuti e, apparentemente, fragili; in realtà, forti e determinati nell’esprimere le loro idee, spesso discusse e controverse, capaci di accendere la riflessione e stimolare il dibattito.

«È la storia di un’amicizia straordinaria che mi ha unito a Oriana Fallaci – scrive lo scrittore egiziano naturalizzato italiano  -. È la testimonianza della mia eredità spirituale per sua volontà, che io mi sento convintamente dentro nonostante la tensione dialettica che c’è stata nel nostro rapporto e dopo aver preso atto che sull’Islam aveva ragione lei».

Magdi, Oriana Fallaci era assolutamente atea. Lei, al contrario, in quel periodo era musulmano. Quale fu il punto d’incontro?

«Io ero un islamico liberale. Condividevamo la condanna del terrorismo islamico, del radicalismo nelle moschee. Vi fu una divergenza, perché io immaginavo ancora che potesse esistere un Islam moderato e compatibile con le leggi occidentali. In seguito, dovetti ricredermi e darle ragione, convertendomi al cattolicesimo il 22 marzo 2008, due anni dopo la sua morte. Iniziai ad individuare la radice del male nell’Islam stessa, non solo nel radicalismo».

Quali azioni bisogna intraprendere, secondo lei, per arginare questo tipo di terrorismo?

«Dobbiamo bonificare sia i luoghi civici, come le moschee, dove avviene la predicazione d’odio, che i luoghi virtuali, in cui si esalta la guerra santa. Il combattimento più importante, tuttavia, è quello nei nostri stessi confronti: occorre riscattare le nostre radici e recuperare una “cultura della vita”. Infatti, siamo all’ultimo posto al mondo per tasso di natalità, indice di una società anziana che rischia l’estinzione e la sostituzione».

Dove termina l’Islam moderato?

«La moderazione si sostanzia nella laicità, ossia in quella persona che antepone la ragione ad Allah e Maometto. Solo in presenza di un mussulmano laico, possiamo avere un dialogo. Con chi, prima di operare, si domanda se la sua azione corrisponde o meno alla parola di Allah, non può esserci una convivenza, manca un linguaggio e un luogo d’approdo comune. L’unico obiettivo è sottometterci».

Per Magdi Allam il male maggiore sta nell’Unione Europea: «Dal 2008, sostengo che sia necessario uscire dall’UE. È una dittatura che ha impoverito gli italiani, spogliandoli della sovranità monetaria, legislativa, giudiziaria. L’Italia deve tornare a valorizzare le sue radici». Tuttavia, nel 2009, viene eletto in Europarlamento. In pochi anni, colleziona assenze su assenze: secondo VoteWatch, a inizio febbraio 2013, risulta essere al 716º posto su 734 nella classifica complessiva delle presenze in seduta plenaria di tutti gli europarlamentari. Senza, ovviamente, rinunciare al lauto stipendio pagato dalla “dittatura”. Nel 2014, si ricandida alle elezioni europee, ma non viene rieletto. Nel frattempo, gira le piazze e i saloni, incontra i cittadini, per presentare i suoi libri ed esporre la sua opinione.  L’ultimo, appunto, si chiama “Io E Oriana”.

La Fallaci, però, in vita s’oppose a qualsiasi opera parlasse di lei. Come avrebbe reagito di fronte a questo libro? Il tempo è scaduto, il limite di domande è stato superato. Magdi interrompe bruscamente l’intervista.

Thomas Trenchi

Classe 1998, giornalista professionista dell'emittente televisiva Telelibertà e del sito web Liberta.it. Collaboratore del quotidiano Libertà. Podcaster per Liberta.it con la rubrica di viaggi “Un passo nel mondo” e quella d’attualità “Giù la mascherina” insieme al collega Marcello Pollastri, fruibili anche sulle piattaforme Spreaker e Spotify; altri podcast: “Pandemia - Due anni di Covid” e un focus sull’omicidio di via Degani nella rubrica “Ombre”. In passato, ideatore di Sportello Quotidiano, blog d'approfondimento sull’attualità piacentina. Ha realizzato anche alcuni servizi per il settimanale d'informazione Corriere Padano. Co-fondatore di Gioia Web Radio, la prima emittente liceale a Piacenza. Creatore del documentario amatoriale "Avevamo Paura - Memorie di guerra di Bruna Bongiorni” e co-creatore di "Eravamo come morti - Testimonianza di Enrico Malacalza, internato nel lager di Stutthof". Co-autore di “#Torre Sindaco - Storia dell’uomo che promise un vulcano a Piacenza” (Papero Editore, 2017) e autore di "La Pellegrina - Storie dalla casa accoglienza Don Venturini" (Papero Editore, 2018). Nel maggio del 2022, insieme ai colleghi Marcello Pollastri e Andrea Pasquali, ha curato il libro-reportage "Ucraina, la catena che ci unisce", dopo alcuni giorni trascorsi nelle zone di guerra ed emergenza umanitaria. Il volume è stato pubblicato da Editoriale Libertà con il quotidiano in edicola. Ecco alcuni speciali tv curati per Telelibertà: "I piacentini di Londra" per raccontare il fenomeno dell'emigrazione dei piacentini in Inghilterra nel secondo dopoguerra, con immagini, testi e interviste in occasione della festa della comunità piacentina nella capitale britannica dal 17 al 19 maggio 2019; “I presepi piacentini nel Natale del Covid”; “La vita oltre il Covid” con interviste a due piacentini guariti dall’infezione da Coronavirus dopo dure ed estenuanti settimane di ricovero in ospedale; il reportage “La scuola finlandese” negli istituti di Kauttua ed Eura in Finlandia.