cultura
«Sfatiamo il mito del ceffone». Daniele Novara presenta “Punire Non Serve A Nulla”
«Il ceffone è un mito da sfatare. Punire non ha nulla a che fare con l’educazione». Il pedagogista Daniele Novara ha presentato a Piacenza, in anteprima nazionale, il suo ultimo libro Punire Non Serve A Nulla.
L’evento si è svolto in via Campagna, nella “sua” piazzetta di San Sepolcro, dove è cresciuto fin da piccolo, dolcemente accudito dalle sberle dei salesiani: «Don Claudio ci teneva a bada in modo manesco. Prendevamo una buona razione di ceffoni ogni giorno, soprattutto quando ritardavamo l’appuntamento della preghiera in parrocchia. Rielaborando la mia esperienza, ho capito che i bambini e gli adolescenti non sbagliano mai. Bisogna, piuttosto, entrare nella logica che sono immaturi».
L’incontro è stato moderato dalla giornalista Patrizia Soffientini. Novara, counselor e docente universitario piacentino, autore dei bestseller Urlare Non Serve A Nulla e Litigare Fa Bene, ha chiarito una delle chiavi per stravolgere il rapporto coi figli, eliminando la punizione: «Il genitore non deve parlare troppo al bambino. Ad un certo punto, infatti, la conversazione diventa da “grandi”, trattando argomenti irraggiungibili per la loro età. Questo succede perché gli italiani sono posseduti dalle emozioni, pertanto cercano un legame di simbiosi e fusione a tutti i costi. Occorre, invece, fare il “silenzio attivo”: sospendere il verbalismo, evitando di diventare noiosi e insopportabili, e passare al così detto “genitore organizzato”, che pone delle misure regolative e costanti, come la paghetta o l’ora del sonno».
Novara racconta una delle avventure che ha affrontato presso il CPP, il Centro Psicopedagogico da lui fondato: «Mi ha contattato una mamma che si lamentava delle richieste della figlia di otto anni, che consistevano nel darle l’erba per nutrire le cavallette nel giardino della scuola. È un esempio fantastico di “pensiero magico”, quella parte di immaginazione dei bambini che va salvaguardata e protetta».
Marzio Quaglino, giornalista della Rai, ha paragonato l’opera ad una narrativa poliziesca: «C’è un gruppo di bambini che ne combina di tutti i colori, subendo castighi e rimproveri. I colpevoli sembrerebbero loro, ma non è così… Pare un libro giallo». Novara ha accolto con piacere il commento e ha insistito sull’abbandono dei canoni classici di “bene” e “male”: «Non esiste alcun colpevole, non si appartiene ai concetti di “bravo” o “cattivo”, bensì alla natura evolutiva dell’uomo». Anche il sindaco Dosi ha ringraziato lo scrittore piacentino «per questo nuovo stimolo a riflettere sul tema dell’educazione, senza condividere necessariamente tutto ciò che sostiene».
«Lasciamo ai giovani il compito di rompere le righe e agli adulti quello di tracciarle» ha concluso Novara. Le mamme con il passeggino tra le mani, disposte in ultima fila per poter calmare i piccoli con maggiore comodità, hanno ascoltato attentamente i suggerimenti dello specialista. Sperando di riuscire a concretizzare la ricetta, consapevoli che dall’inchiostro alla pratica passano grida e pianti, non proprio semplici da gestire.
Thomas Trenchi