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Emergenza povertà, dorme in roulotte e chiede l'elemosina. Risponde l'assessore Cugini – VIDEO
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Nel cuore di Piacenza, in prossimità del centro storico, il tessuto sociale soffre. Sotto gli occhi di tutti, Antonio vive in una roulotte nel parcheggio della Questura, chiede l’elemosina sul Corso e trascorre le serate in uno stabile occupato abusivamente da cinque amici, che si trova a pochi metri di distanza. È un cuore ferito.
«Prima dormivo nel casolare abbandonato del Demanio in via Palmerio – racconta Antonio, che di giorno fa il mendicante -. Poi, più per i miei tre cani che per me stesso, mi sono trasferito in una roulotte, che mi hanno portato da Faenza al costo di seicento euro». L’abitacolo è piccolissimo, non è presente nemmeno un letto e il poco spazio disponibile è riempito dagli animali e da qualche borsa con i viveri. Con le monetine dei passanti, Antonio se la cava: «Invece che andare a rubare, ho preferito iniziare a elemosinare. Non chiedo nulla alle istituzioni, d’altronde aiutano solo gli extracomunitari, dimenticandosi di noi italiani».
È un cuore ferito che a volte, però, rifiuta le cure: «C’è una forte consapevolezza della situazione – spiega Stefano Cugini, assessore al Nuovo Welfare di Piacenza -. Conosco Antonio, so che non risiede a Piacenza, pertanto è difficile intervenire, perché non può accedere alla casa popolare. Quest’ultima non è comunque la soluzione, in quanto non basterebbe dargli un alloggio che poi non sarebbe in grado di pagare. Ci sarebbero altri percorsi, ma per essere aiutati, prima di tutto, occorre la volontà di farsi aiutare: spesso manca, trattandosi di scelte di vita che, per quanto possa apparire assurdo, sono deliberate».
Accanto alla “stanza a quattro ruote” di Antonio, vi è una struttura fatiscente del Demanio, abbandonata nel degrado, nella quale vivono cinque persone, tra cui una ragazza invalida. Sono i cosiddetti “invisibili”, come loro stessi si definiscono: «Andiamo periodicamente a recuperarli nei vari posti che occupano – prosegue l’assessore -, ma non accettano dei piani d’aiuto strutturati nel tempo. Manca la convinzione di farsi assistere».
Quella del rettangolo d’asfalto tra via Palmerio e viale Malta è dunque una fotografia emblematica delle fasce marginali della città, che in Antonio sfocia nell’urlo “Prima gli italiani”: «È la classica condizione che porta in contrasto tra loro i nuclei più fragili della società – commenta Cugini -. Il fatto che la Giunta sostenga maggiormente gli extracomunitari, piuttosto che gli italiani, è una leggenda metropolitana: a Piacenza, nonostante sia la seconda città con il numero più alto di immigrati, solo il 7% del bilancio è destinato alla popolazione straniera. I flussi sono gestiti in modo poco chiaro e non strutturato, lasciando trasparire questa percezione sbagliata».
Thomas Trenchi