curiosità
La “pizza nera” divide: carbone vegetale sì o no?
«Il carbone vegetale E153 è un colorante e la normativa prevede espressamente che per il pane e i prodotti simili ne sia vietato l’uso». E’ così intervenuta con un comunicato stampa, qualche mese fa, l’Associazione Italiana Panificatori, esortando a non consumare alimenti con questo tipo di ingrediente.
Tra i “simili” figura anche la pizza, che è possibile trovare con l’impasto di colore nero, derivato dalla carbonizzazione a vapore del legno di pioppo, in tantissime pizzerie piacentine. E’ ormai diventata una moda, come spesso accade, “controcorrente”: infatti, se prima si tendeva a scartare la parte bruciata delle pietanze cotte in forno, oggi si ordinano completamente carbonizzate.
Dopo la denuncia dell’Assipan, il dibattito s’è acceso. Carbone vegetale sì o carbone vegetale no?
Anzitutto, diversi ristoratori ne esaltano la proprietà digesti- va, vendendolo come un rimedio naturale che aiuta a sgonfiare la pancia. «E’ in grado di amalgamarsi senza difficoltà ne- gli impasti sia dolci che salati, fornendo così prodotti da forno che risultano utili per il tratta-mento di disturbi intestinali quali meteorismo, flautolenza, aerofagia, gonfiore addominale e colite nervosa, appunto per la presenza del carbone attivo. Tale elemento ha attività biologiche notevoli, attribuibili alla
sua capacità di assorbire gas e particelle solide» spiega la dottoressa Stella Di Sessa sul blog agropolinews.it.
Di parere opposto è il Ministero della Salute, che in una nota del 22 dicembre 2015 ne ammette l’uso, pur vietando di denominare “pane” o “pizza” i generi alimentari che lo con- tengono. Inoltre, proibisce di esaltarne gli effetti benefici. Nonostante sia sempre più richiesto dai clienti, alcuni pizzaioli e panettieri, seguendo il parere di molti dottori, hanno smesso di utilizzarlo. Ritengono, infatti, possa essere dannoso per la salute di chi lo consuma, riducendo l’assorbimento di vitamine e contribuendo ad eliminare alcuni nutrienti fondamentali nel nostro organismo. Altri medici consigliano di assumerlo lontano dai medicinali, viste le numerose controindicazioni che potrebbero innescarsi.
I regolamenti europei del 2011 permettono l’utilizzo del colorante E153, differentemente dagli Stati Uniti dove è considerato cancerogeno, potendo contenere elementi tossici in seguito alla combustione. Le teorie sono tantissime, e parecchio discordanti, ma la comunità scientifica è d’accordo su un aspetto: assunto come integratore ha indubbie proprietà salutari, ma altra cosa è mangiarlo abitualmente.
Thomas Trenchi
(Pubblicato l’8 giugno 2016 sul quotidiano Libertà)