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cultura

L'attrice Nina Soldano: «Difficile emergere nel cinema, è una setta» – VIDEO

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Da circa quattordici anni interpreta la ricca ereditiera Marina Giordano nella serie “Un Posto al Sole”, ma l’attrice Nina Soldano – con oltre trent’anni di carriera alle spalle – rassicura di non aver mai fatto confusione con il suo personaggio televisivo: «Nel caso, significherebbe andare dall’analista», scherza la Soldano. «Solo gli spettatori più giovani – prosegue – mi salutano dicendomi “Marina, Marina”, ed io ricambio con affetto. Chi è della mia generazione, invece, sa che provengo dalla trasmissione di Renzo Arbore “Indietro Tutta”».

“Un Posto Al Sole” viene prodotto ininterrottamente dal 1996, contando quasi 4.700 puntate. Secondo la Soldano, il dettaglio vincente è che «non è la classica soap opera alla Beautiful, bensì rispecchia la vita di tutti i giorni, affrontando tematiche molto importanti, come il bullismo, l’abbandono, l’omofobia, la violenza sulle donne. È un real drama, che racconta la vita quotidiana di chiunque. Fa compagnia alle massaie e non solo: anche a parecchi professionisti, chirurghi e professori universitari. Siamo amati in un panorama a trecentosessanta gradi».

Fino al 2000 prende parte ad alcuni film, ma il mondo cinematografico sembra averla delusa: «Oggi purtroppo il cinema è diventato una setta. Chi viene dalla televisione fatica ad entrare sul grande schermo, a meno che sia amico di un regista o un produttore se ne innamori artisticamente. Al contrario, chi nasce nel cinema entra tranquillamente nelle case degli italiani».

«All’interno di “Un Posto Al Sole” registriamo in media diciotto scene al giorno – spiega la Soldano -. Non ci sono gobbi o suggeritori, dobbiamo spaziare a continui cambi di costume ed evoluzioni di emozioni. Sfido un attore di cinema, il quale ha un minutaggio diverso, impiegando cinque ore per un ciak, con i primi piani più curati e l’attesa delle luci perfette, a sopravvivere nel nostro “teatro”».

Thomas Trenchi

Classe 1998, giornalista professionista dell'emittente televisiva Telelibertà e del sito web Liberta.it. Collaboratore del quotidiano Libertà. Podcaster per Liberta.it con la rubrica di viaggi “Un passo nel mondo” e quella d’attualità “Giù la mascherina” insieme al collega Marcello Pollastri, fruibili anche sulle piattaforme Spreaker e Spotify; altri podcast: “Pandemia - Due anni di Covid” e un focus sull’omicidio di via Degani nella rubrica “Ombre”. In passato, ideatore di Sportello Quotidiano, blog d'approfondimento sull’attualità piacentina. Ha realizzato anche alcuni servizi per il settimanale d'informazione Corriere Padano. Co-fondatore di Gioia Web Radio, la prima emittente liceale a Piacenza. Creatore del documentario amatoriale "Avevamo Paura - Memorie di guerra di Bruna Bongiorni” e co-creatore di "Eravamo come morti - Testimonianza di Enrico Malacalza, internato nel lager di Stutthof". Co-autore di “#Torre Sindaco - Storia dell’uomo che promise un vulcano a Piacenza” (Papero Editore, 2017) e autore di "La Pellegrina - Storie dalla casa accoglienza Don Venturini" (Papero Editore, 2018). Nel maggio del 2022, insieme ai colleghi Marcello Pollastri e Andrea Pasquali, ha curato il libro-reportage "Ucraina, la catena che ci unisce", dopo alcuni giorni trascorsi nelle zone di guerra ed emergenza umanitaria. Il volume è stato pubblicato da Editoriale Libertà con il quotidiano in edicola. Ecco alcuni speciali tv curati per Telelibertà: "I piacentini di Londra" per raccontare il fenomeno dell'emigrazione dei piacentini in Inghilterra nel secondo dopoguerra, con immagini, testi e interviste in occasione della festa della comunità piacentina nella capitale britannica dal 17 al 19 maggio 2019; “I presepi piacentini nel Natale del Covid”; “La vita oltre il Covid” con interviste a due piacentini guariti dall’infezione da Coronavirus dopo dure ed estenuanti settimane di ricovero in ospedale; il reportage “La scuola finlandese” negli istituti di Kauttua ed Eura in Finlandia.