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Ex aree militari, il progetto di Cinemaniaci: un polo audiovisivo

Un auditorium a disposizione delle scuole, uno spazio polifunzionale per offrire ai cittadini eventi cinematografici, teatrali, musicali, un ambiente capiente per conferenze e corsi di formazione, dotato di un’adeguata strumentazione tecnica-audiovisiva: è ciò che l’associazione Cinemaniaci si candida a gestire (ed esorta a realizzare) all’interno del Laboratorio Pontieri, l’ex area militare di circa 44mila mq restituita ai piacentini, nei pressi di Piazza Cittadella.
La pianificazione urbanistica del Comune prevede, al posto degli immobili dismessi dal Ministero della Difesa, una “Città della cultura”. In questo contesto, quindi, si andrebbe ad inserire il progetto di Cinemaniaci, che però non ha ancora ricevuto una risposta concreta dall’Amministrazione: «Le istituzioni hanno accolto con piacere la nostra disponibilità e valutato positivamente le nostre idee, che con il tempo hanno preso la forma di un progetto ben definito; finora non abbiamo ricevuto segnali forti e chiari sulle loro intenzioni di supportare o meno il progetto», commenta Piero Verani, presidente di Cinemaniaci.

Piero Verani, presidente di Cinemaniaci
«Spesso l’ostacolo principale sembra essere economico, ma rassegnarsi è sbagliato – spiega Verani -. Non è solo una questione di soldi, ma anche di intenzioni. I finanziamenti si troveranno, come si sono trovati per le future palestre: inizialmente, infatti, si è fissato l’obiettivo, poi è partita la caccia ai fondi. L’importante è sapere dove si intende andare e, di conseguenza, impegnarsi. Favoriremmo le proposte culturali, sociali, educative e pubbliche. Per noi è una questione di cultura della città e di cultura nella città».
Per l’associazione Cinemaniaci bisogna avere anzitutto la volontà di portare avanti determinate azioni. Infatti, tra il 2014 e il 2015, sebbene abbia dovuto compiere il costoso passaggio dal cinema analogico a quello digitale, ha potuto continuare ad organizzare la rassegna estiva al parco Daturi, con una media di sei spettacoli a settimana per tutta l’estate: «In quel caso, se avessimo accettato l’argomentazione economico-finanziaria, Piacenza non avrebbe più il cinema sotto le stelle: non avremmo fatto una campagna di crowdfunding, non avremmo cercato e ottenuto altri fondamentali contributi (basti pensare a quello della Fondazione di Piacenza e Vigevano, che ha toccato con mano la nostra credibilità), non avremmo rischiato firmando fidi bancari, e certamente non avremmo digitalizzato l’apparecchiatura grazie alla quale proponiamo una qualità audiovideo elevata. Le campagne di raccolta fondi, invece, sono state un successo. Per questo ci sentiamo autorizzati a farci sentire e a guardare con attenzione gli sviluppi della riconversione degli ex edifici militari».
Thomas Trenchi
