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Mediazione penale: riconciliare vittima e imputato. L'assemblea al Liceo Gioia – VIDEO
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Un nuovo modo di vedere il reato, parlando il linguaggio della mediazione. Al Liceo Gioia di Piacenza, studenti e professori hanno conosciuto il metodo Morineau, adottato a Palermo da Elio Lo Cascio e Loredana Genovese, ospiti d’eccezione dell’istituto: «Il nostro ufficio, attraverso la giustizia riparativa, risponde alle domande delle vittime “Perché a me? Perché io?”, che non trovano spazio nell’ambito legislativo, durante un processo penale», spiegano i due esperti.
I relatori si sono poi concentrati sull’obiettivo della mediazione penale, cioè quello di dare voce all’imputato e alla vittima, gestire gli effetti negativi creati dal conflitto tra le persone coinvolte, esporre liberamente i fatti ed esprimere i propri sentimenti rispetto a ciò che è accaduto: «Non è un modello alternativo, bensì d’aiuto. Si crea uno spazio d’ascolto per la parte offesa e di responsabilizzazione per il reo».
“Mediare” vuol dire anche “condividere”, perciò Elio Lo Cascio non ama la sicurezza basata sul concetto di “tolleranza zero”: «Il consenso politico prevede giustizia rapida, telecamere e aumento delle forze dell’ordine, noi la pensiamo in controtendenza, in quanto occorre piuttosto un senso di comunità più forte».
L’assessore al Nuovo Welfare del Comune di Piacenza Stefano Cugini ha ascoltato con interesse i due mediatori penali di Palermo: «Un’amministrazione deve far capire l’importanza della mediazione, oltrepassando le polarità di chi ha ragione e torto e affrontando il conflitto insieme». Ha partecipato all’assemblea anche Alberto Gromi, garante dei diritti dei detenuti del carcere di Piacenza, evidenziando delle lacune nell’ambito della mediazione alle Novate.
Thomas Trenchi