politica
L'abusivismo in centro storico esaspera ambulanti e negozianti – VIDEO
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Sono ormai immancabili le “tovaglie” stese lungo via XX Settembre, le vetrine dei venditori abusivi, i cosiddetti “vu cumprà”. Oltre ad essere l’indice di un grave fenomeno di sfruttamento, che posiziona quelle persone sulla strada con merce spesso contraffatta o di dubbia provenienza, alimentando una filiera di criminalità organizzata ed evasione fiscale, rappresenta anche una concorrenza sleale dal punto di vista dei commercianti e degli ambulanti regolari, i quali paiono esasperati e rassegnati. «Hanno un loro mercato – commentano alcuni negozianti -, con prodotti di scarsissima qualità e condizioni diverse rispetto le nostre. Si mettono di fronte alle nostre vetrine, arrecando disturbo. Dal momento che è un problema difficile da eliminare, bisogna purtroppo saperci convivere». Altri, che sono costretti a pagare tasse, plateatico e licenze per poter disporre il proprio banco, si lamentano: «Vengono, chiedono i soldi, fanno scappare i clienti. Non sono cattivi, ma disturbano e infastidiscono. I venditori abusivi contribuiscono a deteriorare l’immagine del mercato e del centro storico».
In Italia – secondo una rilevazione di Confesercenti – comporterebbe un giro d’affari sommerso di 21 miliardi di euro all’anno. In che modo si potrebbe contrastare? Ecco le azioni che potrebbe intraprendere la Polizia Municipale: «Si tratta di una situazione complessa – spiega Miriam Palumbo (SULPL) -. Infatti, dopo aver collocato gli articoli negli orari di massima affluenza, quando vedono un agente all’orizzonte, gli abusivi scappano, rischiando di travolgere i passanti. Il maggior deterrente è il sequestro continuo delle merci, in modo prolungato e costante nel tempo, possibilmente in borghese, per avvicinarsi in loro prossimità».
Thomas Trenchi