Seguici su

giovani

Lorenzo, baby campione di kart: si divide tra scuola e pista

Pubblicato il

Premere l’acceleratore. Non solo sul kart, ma anche nella vita. «Mi sono avvicinato a questo sport grazie a mio papà, che la prima volta mi ha portato in pista per provare. Da lì, è scoppiata la passione». Il quattordicenne Lorenzo Ferrari si divide tra il liceo scientifico e le quattro ruote, tra un morbido “caschetto” di capelli biondi e un duro casco in carbonio, per proteggerlo dagli urti e dagli impatti contro il suolo. «Faccio fatica a conciliare il karting con la scuola – ammette – perché, facendo tante assenze, devo impegnarmi di più con lo studio. Lo pratico da tre anni».

17618857_1930812570487876_457370750_n

Il karting non va sottovalutato, sia per il pericolo, sia per la rilevanza, spesso infatti precede le carriere da pilota automobilistico. Parecchi dei più grandi nomi di Formula 1 degli ultimi anni, come Michael Schumacher, Ayrton Senna, Alain Prost, Fernando Alonso, Kimi Räikkönen, Lewis Hamilton, Giancarlo Fisichella, Jenson Button, sono stati kartisti importanti, e utilizzano ancora i go-kart per mantenersi in forma. Anche Lorenzo vuole seguire questa strada: «Non penso di fare del karting una professione, perché in un futuro potrebbero aspettarmi le monoposto», cioè i mezzi con l’abitacolo destinato ad ospitare esclusivamente il pilota, per competizioni su circuito chiuso.

17619174_1930812430487890_1512792178_n

Lorenzo, fin da subito, ha mostrato il suo talento, gareggiando a livello mondiale: «Partecipo a gare internazionali. Tuttavia, avendo iniziato questa disciplina in tarda età e cambiando categoria ogni anno, non sono riuscito ad ottenere risultati eccezionali. Ho vinto dei trofei nei “campionati nord”». Il kart è un piccolo veicolo a quattro ruote, il cui telaio è realizzato in tubolare d’acciaio, privo di sospensioni. Letteralmente, in italiano, significa “carretto”. Aiuta a sviluppare l’intelligenza, i riflessi, a gestire le emozioni. È uno sport a tutti gli effetti, che sollecita gli addominali, le spalle, le braccia, le mani e i dorsali. Infatti, Lorenzo spiega che «l’allenamento maggiore è in palestra, non tanto in pista».

Thomas Trenchi

Classe 1998, giornalista professionista dell'emittente televisiva Telelibertà e del sito web Liberta.it. Collaboratore del quotidiano Libertà. Podcaster per Liberta.it con la rubrica di viaggi “Un passo nel mondo” e quella d’attualità “Giù la mascherina” insieme al collega Marcello Pollastri, fruibili anche sulle piattaforme Spreaker e Spotify; altri podcast: “Pandemia - Due anni di Covid” e un focus sull’omicidio di via Degani nella rubrica “Ombre”. In passato, ideatore di Sportello Quotidiano, blog d'approfondimento sull’attualità piacentina. Ha realizzato anche alcuni servizi per il settimanale d'informazione Corriere Padano. Co-fondatore di Gioia Web Radio, la prima emittente liceale a Piacenza. Creatore del documentario amatoriale "Avevamo Paura - Memorie di guerra di Bruna Bongiorni” e co-creatore di "Eravamo come morti - Testimonianza di Enrico Malacalza, internato nel lager di Stutthof". Co-autore di “#Torre Sindaco - Storia dell’uomo che promise un vulcano a Piacenza” (Papero Editore, 2017) e autore di "La Pellegrina - Storie dalla casa accoglienza Don Venturini" (Papero Editore, 2018). Nel maggio del 2022, insieme ai colleghi Marcello Pollastri e Andrea Pasquali, ha curato il libro-reportage "Ucraina, la catena che ci unisce", dopo alcuni giorni trascorsi nelle zone di guerra ed emergenza umanitaria. Il volume è stato pubblicato da Editoriale Libertà con il quotidiano in edicola. Ecco alcuni speciali tv curati per Telelibertà: "I piacentini di Londra" per raccontare il fenomeno dell'emigrazione dei piacentini in Inghilterra nel secondo dopoguerra, con immagini, testi e interviste in occasione della festa della comunità piacentina nella capitale britannica dal 17 al 19 maggio 2019; “I presepi piacentini nel Natale del Covid”; “La vita oltre il Covid” con interviste a due piacentini guariti dall’infezione da Coronavirus dopo dure ed estenuanti settimane di ricovero in ospedale; il reportage “La scuola finlandese” negli istituti di Kauttua ed Eura in Finlandia.