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Il piano di riordino dell’Ausl “disordina” il Carroccio. Boledi: «Che confusione»
Una volta approvato il piano di riordino dell’Azienda Sanitaria locale è scattato, estemporaneamente, il piano di “disordine” della Lega Nord piacentina. Il primo cittadino “padano” di Bobbio, Roberto Pasquali, si è dimesso dal Movimento, in quanto avrebbe ricevuto delle «pressioni e minacce telefoniche dai vertici della Lega Nord» per votare contro il progetto di Baldino (alla fine si è espresso favorevolmente).
Pasquali l’ha dichiarato durante le Conferenza Sociosanitaria, seguito dal commento del sindaco di Castel San Giovanni, Lucia Fontana: «È curioso che Pasquali se ne vada dalla Lega perché intende votare “Sì” al piano di riordino ospedaliero, quando Angelo Boledi è stato espulso per essersi opposto. Ognuno tragga la sue conclusioni». La Fontana, facendo notare il “controsenso”, ha buttato ulteriore benzina su un fuoco che non tende a spegnersi. Le divergenze sul piano di riordino dell’Ausl piacentina continuano, infatti, ad animare il Carroccio.
L’ex esponente leghista e presidente del comitato I Castlan I Disan No, Angelo Boledi, che da tempo chiede alle istituzioni di opporsi allo schema dell’Ausl, ribatte: «La Lega, di fronte ai problemi concreti, al di là degli slogan e delle comparsate di Salvini, sbanda. Laddove esiste la possibilità di risolvere i problemi della gente, coi “suoi” eletti nelle istituzioni, invece fa confusione, lasciando gli impicci irrisolti, a danno dei cittadini».
Boledi ricorda quando pochi mesi fa «Salvini firmò l’appoggio al comitato I Castlan I Disan No, da me presieduto, mentre la segreteria emiliana di Gianluca Vinci mi processava, accogliendo le accuse dall’assessore castellano Valentina Stragliati, per aver fatto inoltrare una mozione di ripristino dei servizi medici nel nosocomio del paese da un consigliere comunale di minoranza di area civica. È un antecedente realmente accaduto, tuttavia in seguito al rifiuto dell’assessore leghista a presentarla. Ricevetti, infine, dieci mesi di sospensione, che provocarono il distaccamento di altri nove militanti. Se ciò che sostiene Pasquali fosse la verità, dimostrerebbe l’assoluta distanza tra i leghisti eletti nelle istituzioni e gli orientamenti politici del movimento di appartenenza».
«Nel caso in cui non vedessimo le dimissioni dei rappresentanti leghisti nelle amministrazioni di Fiorenzuola, Rottofreno, Nibbiano, Castell’Arquato, Ziano e Gropparello, o per lo meno l’uscita dalla maggioranza, vorrebbe dire che la Lega di Salvini predica bene e razzola male – sentenzia Boledi -. Ancora più dimostrato da ciò che succede a Fiorenzuola, primario bacino elettorale di un consigliere regionale che, spesso, s’oppone solo sui giornali alle scelte dell’Ausl, permettendo che i rappresentanti leghisti s’esprimano con fermezza a favore del piano di riordino dell’Azienda Sanitaria, valutato dai comitati in modo disastroso, poiché porterebbe ad uno stato comatoso della sanità pubblica piacentina». Boledi si riferisce, probabilmente, al consigliere regionale Matteo Rancan.
Thomas Trenchi