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Officina Piacenza – Sicurezza urbana, il dibattito tra Trespidi e Rizzi

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Il Questore di Piacenza Arena ha dichiarato che dall’inizio dell’anno i reati sono in calo. Eppure, nel clima della campagna elettorale, i candidati a sindaco hanno posto la sicurezza tra i primissimi punti, tra le necessità principali dei piacentini. È davvero così? Paolo Rizzi, portacolori del centrosinistra, e Massimo Trespidi, sostenuto da due liste civiche, hanno esposto il loro concetto di sicurezza ad Officina Piacenza (la trasmissione online di Sportello Quotidiano).

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Paolo Rizzi, candidato a sindaco del centrosinistra (foto Caviglioni)

«Da una parte è fondamentale il controllo del territorio, con la polizia nei giardini e la video-sorveglianza, finalizzato a ridurre i reati, come già sta avvenendo a Piacenza; dall’altra, occorre la partecipazione, la relazione e la reciprocità nella vita urbana, per rendere i quartieri più vivibili», ha spiegato Rizzi, che un mese fa ha esordito con una passeggiata in via Roma, lanciando il motto “Piacenza Si-cura”, voce del verbo “curarsi”. La sicurezza è una tematica cara a Paolo Rizzi: prima del confronto, ha ricordato che, qualche anno fa, insieme ai colleghi universitari, aveva pubblicato una ricerca in inglese  «sull’esperienza positiva dell’Agenzia Quartiere Roma: rilanciare l’area attraverso il commercio, l’integrazione sociale, l’arte e la cultura».

«Intendo la sicurezza, anzitutto, come un controllo “h24” delle strade, con la presenza coordinata delle Forze dell’Ordine e dell’esercito. Al Genio Pontieri, infatti, si trovano settecento militari: pensiamo di stipulare un accordo con loro, per coinvolgerli in attività contro la delinquenza e la microcriminalità», ha dichiarato Trespidi, fiducioso di riuscire a trovare un’intesa con il Ministero della Difesa per utilizzare le forze armate in città, anche se in passato questa richiesta venne negata al sindaco uscente Paolo Dosi. Rizzi si è detto contrario all’utilizzo dei soldati: «Non mi piace pensare alle nostre vie militarizzate. I responsabili di Polizia e Carabinieri dicono che Piacenza è un’isola felice. Il problema, al contrario, è la percezione della sicurezza. Bisogna investire sulle telecamere collegate al sistema, che leggono le targhe e individuano le automobili rubate».

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Massimo Trespidi, sostenuto da due liste civiche (foto Caviglioni)

C’è un legame tra immigrazione e sicurezza? «Credo di sì. La prefettura, quando distribuisce i richiedenti asilo, deve avere più cognizione. La delinquenza nasce e si alimenta quando mancano lavoro e integrazione», ha risposto Trespidi. È d’accordo Rizzi: «Condivido. In città sono presenti 18mila stranieri, cioè un pezzo importante della nostra economia. Effettivamente, nella componente straniera la delinquenza è leggermente maggiore. Si deve, perciò, lavorare sulla coesione. Anche i richiedenti asilo possono rivelarsi un problema: solo tre su dieci accettano di fare dei lavori socialmente utili, gli altri spesso non fanno nulla e finiscono per commettere dei reati».

La Polizia Locale rimane lo strumento diretto in mano ai sindaci: «Si deve aumentare l’organico dei vigili urbani – ha proseguito Trespidi -, impiegandoli nelle aree critiche dove la sicurezza è percepita in modo negativo, come in stazione, nei Giardini Margherita o nel parcheggio di via dei Pisoni, complice lo scarso decoro e lo stato d’abbandono. Vogliamo, inoltre, utilizzare i poliziotti in borghese sulle motociclette e i vigili urbani in bicicletta nei parchi». Rizzi ha ricordato che, comunque, sono in arrivo tredici nuovi agenti: «Piacenza è una delle città con la più alta spesa pubblica in Polizia Locale, pertanto l’impegno del Comune è evidentemente importante». Nel frattempo, il nuovo comandante della Polizia Locale di Piacenza, Romualdo Vergante, sta conducendo l’Operazione Scorpione, i cui risultati nell’arco di 60 giorni sono tangibili: 3.300 documenti e 1.444 veicoli controllati,  156 interventi , 180 pattuglie in divisa, 22 notizie di reato penale, 5 sequestri e 2 arresti.

Thomas Trenchi

Classe 1998, giornalista professionista dell'emittente televisiva Telelibertà e del sito web Liberta.it. Collaboratore del quotidiano Libertà. Podcaster per Liberta.it con la rubrica di viaggi “Un passo nel mondo” e quella d’attualità “Giù la mascherina” insieme al collega Marcello Pollastri, fruibili anche sulle piattaforme Spreaker e Spotify; altri podcast: “Pandemia - Due anni di Covid” e un focus sull’omicidio di via Degani nella rubrica “Ombre”. In passato, ideatore di Sportello Quotidiano, blog d'approfondimento sull’attualità piacentina. Ha realizzato anche alcuni servizi per il settimanale d'informazione Corriere Padano. Co-fondatore di Gioia Web Radio, la prima emittente liceale a Piacenza. Creatore del documentario amatoriale "Avevamo Paura - Memorie di guerra di Bruna Bongiorni” e co-creatore di "Eravamo come morti - Testimonianza di Enrico Malacalza, internato nel lager di Stutthof". Co-autore di “#Torre Sindaco - Storia dell’uomo che promise un vulcano a Piacenza” (Papero Editore, 2017) e autore di "La Pellegrina - Storie dalla casa accoglienza Don Venturini" (Papero Editore, 2018). Nel maggio del 2022, insieme ai colleghi Marcello Pollastri e Andrea Pasquali, ha curato il libro-reportage "Ucraina, la catena che ci unisce", dopo alcuni giorni trascorsi nelle zone di guerra ed emergenza umanitaria. Il volume è stato pubblicato da Editoriale Libertà con il quotidiano in edicola. Ecco alcuni speciali tv curati per Telelibertà: "I piacentini di Londra" per raccontare il fenomeno dell'emigrazione dei piacentini in Inghilterra nel secondo dopoguerra, con immagini, testi e interviste in occasione della festa della comunità piacentina nella capitale britannica dal 17 al 19 maggio 2019; “I presepi piacentini nel Natale del Covid”; “La vita oltre il Covid” con interviste a due piacentini guariti dall’infezione da Coronavirus dopo dure ed estenuanti settimane di ricovero in ospedale; il reportage “La scuola finlandese” negli istituti di Kauttua ed Eura in Finlandia.