#OfficinaPiacenza
Officina Piacenza – Sicurezza urbana, il dibattito tra Trespidi e Rizzi
[facebook url=”https://www.facebook.com/SportelloQuotidiano/videos/899931156813554/” /]
Il Questore di Piacenza Arena ha dichiarato che dall’inizio dell’anno i reati sono in calo. Eppure, nel clima della campagna elettorale, i candidati a sindaco hanno posto la sicurezza tra i primissimi punti, tra le necessità principali dei piacentini. È davvero così? Paolo Rizzi, portacolori del centrosinistra, e Massimo Trespidi, sostenuto da due liste civiche, hanno esposto il loro concetto di sicurezza ad Officina Piacenza (la trasmissione online di Sportello Quotidiano).
«Da una parte è fondamentale il controllo del territorio, con la polizia nei giardini e la video-sorveglianza, finalizzato a ridurre i reati, come già sta avvenendo a Piacenza; dall’altra, occorre la partecipazione, la relazione e la reciprocità nella vita urbana, per rendere i quartieri più vivibili», ha spiegato Rizzi, che un mese fa ha esordito con una passeggiata in via Roma, lanciando il motto “Piacenza Si-cura”, voce del verbo “curarsi”. La sicurezza è una tematica cara a Paolo Rizzi: prima del confronto, ha ricordato che, qualche anno fa, insieme ai colleghi universitari, aveva pubblicato una ricerca in inglese «sull’esperienza positiva dell’Agenzia Quartiere Roma: rilanciare l’area attraverso il commercio, l’integrazione sociale, l’arte e la cultura».
«Intendo la sicurezza, anzitutto, come un controllo “h24” delle strade, con la presenza coordinata delle Forze dell’Ordine e dell’esercito. Al Genio Pontieri, infatti, si trovano settecento militari: pensiamo di stipulare un accordo con loro, per coinvolgerli in attività contro la delinquenza e la microcriminalità», ha dichiarato Trespidi, fiducioso di riuscire a trovare un’intesa con il Ministero della Difesa per utilizzare le forze armate in città, anche se in passato questa richiesta venne negata al sindaco uscente Paolo Dosi. Rizzi si è detto contrario all’utilizzo dei soldati: «Non mi piace pensare alle nostre vie militarizzate. I responsabili di Polizia e Carabinieri dicono che Piacenza è un’isola felice. Il problema, al contrario, è la percezione della sicurezza. Bisogna investire sulle telecamere collegate al sistema, che leggono le targhe e individuano le automobili rubate».
C’è un legame tra immigrazione e sicurezza? «Credo di sì. La prefettura, quando distribuisce i richiedenti asilo, deve avere più cognizione. La delinquenza nasce e si alimenta quando mancano lavoro e integrazione», ha risposto Trespidi. È d’accordo Rizzi: «Condivido. In città sono presenti 18mila stranieri, cioè un pezzo importante della nostra economia. Effettivamente, nella componente straniera la delinquenza è leggermente maggiore. Si deve, perciò, lavorare sulla coesione. Anche i richiedenti asilo possono rivelarsi un problema: solo tre su dieci accettano di fare dei lavori socialmente utili, gli altri spesso non fanno nulla e finiscono per commettere dei reati».
La Polizia Locale rimane lo strumento diretto in mano ai sindaci: «Si deve aumentare l’organico dei vigili urbani – ha proseguito Trespidi -, impiegandoli nelle aree critiche dove la sicurezza è percepita in modo negativo, come in stazione, nei Giardini Margherita o nel parcheggio di via dei Pisoni, complice lo scarso decoro e lo stato d’abbandono. Vogliamo, inoltre, utilizzare i poliziotti in borghese sulle motociclette e i vigili urbani in bicicletta nei parchi». Rizzi ha ricordato che, comunque, sono in arrivo tredici nuovi agenti: «Piacenza è una delle città con la più alta spesa pubblica in Polizia Locale, pertanto l’impegno del Comune è evidentemente importante». Nel frattempo, il nuovo comandante della Polizia Locale di Piacenza, Romualdo Vergante, sta conducendo l’Operazione Scorpione, i cui risultati nell’arco di 60 giorni sono tangibili: 3.300 documenti e 1.444 veicoli controllati, 156 interventi , 180 pattuglie in divisa, 22 notizie di reato penale, 5 sequestri e 2 arresti.
Thomas Trenchi