curiosità
«Piacenza è splendida. A parte la scuola». Il pensiero di una ragazza finlandese
«Amo Piacenza. Ho apprezzato i panorami favolosi, la gentilezza dei cittadini, il clima e il gelato». Suvi è una diciannovenne finlandese, che ha trascorso lo scorso anno scolastico a Piacenza. Da più di dieci mesi, ormai, ha fatto ritorno a casa, in un piccolo paesino chiamato Muhos, nella regione dell’Ostrobotnia settentrionale. Così, a mente fredda (e a corpo freddo, viste le temperature finlandesi), ha impugnato carta e penna per raccontare cosa pensa della città e dei suoi abitanti.
«Non è stata mia la scelta di venire a Piacenza: l’organizzazione ha deciso per me», racconta Suvi, che è stata coinvolta in un percorso di scambio culturale attraverso il liceo. «Un exchange student può scegliere solo il Paese che vuole raggiungere, non la città. Io volevo andare in Italia». Una volta arrivata, Suvi ricorda «una prima impressione ottima e un po’ di smarrimento a causa della grandezza di Piacenza», visto che la sua località d’origine, al confine con la Lapponia, conta poco più di ottomila residenti ed è circondata da campi e foreste. «A Piacenza, le chiese e le aree all’aria aperta sono magnifiche. Le possibilità per i giovani e le attività proposte sono numerose: calcio, skate, pallavolo… Mi sono iscritta in una palestra fantastica».
Una nota critica, però, va al sistema scolastico: «Preferisco il liceo finlandese, perché permette di gestirsi con più autonomia, basando lo studio sulle proprie preferenze e vocazioni. Abbiamo un esame fissato per ogni settimana, con cadenza regolare e periodica, non come in Italia dove si svolgono le verifiche in modo pressoché casuale. Da noi è più facile focalizzarsi sull’esame, perciò si ottengono voti più alti. Inoltre, noi frequentiamo la scuola superiore solo per tre anni, non abbiamo un’aula in pianta stabile, ma cambiamo classe a seconda del corso, e abbiamo la mensa per il pranzo». Suvi, durante il suo periodo in Emilia-Romagna, ha frequentato il Liceo Gioia, entrando in contatto con i piacentini: «Hanno un atteggiamento felice e socievole, non badano alle inutilità. I finlandesi dovrebbero essere come loro. Forse è più difficile – scherza Suvi -, perché nel mio paese c’è sempre freddo e buio».
Suvi si è letteralmente innamorata di Piacenza. Un sentimento che non guasterebbe a parecchi cittadini troppo spesso disfattisti nei confronti della propria città, con lo sguardo volto costantemente altrove, ignorando ciò che di splendido hanno già nel giardino di casa. Piacenza ha dei limiti, è evidente: fatica a valorizzare pienamente le ricchezze, alcune parti del centro sono trascurate, certe zone sembrano dimenticate. Sono problemi legati alla quotidianità amministrativa, certamente da risolvere. Ma è pur sempre “la bella Piasëinsa” amata dai visitatori stranieri e, nel bene o nel male, custodita nel fondo del cuore anche dai piacentini.
Thomas Trenchi