#OfficinaPiacenza
Valorizzazione del centro storico: il confronto tra Torre e Pugni
[facebook url=”https://www.facebook.com/SportelloQuotidiano/videos/909624019177601/” /]
Da una parte c’è chi si prende gioco della politica attraverso la satira, dall’altra c’è chi ha fatto della lotta alla “partitocrazia” una priorità. Ad Officina Piacenza, sono stati ospitati i candidati a sindaco Stefano Torre (lista civica “Torre Sindaco”), autore di proposte surreali e volutamente folli, e Andrea Pugni (Movimento 5 Stelle), costantemente all’attacco degli schieramenti “tipici” di centrodestra e centrosinistra. I due hanno ammesso d’avere più di un aspetto in comune. «Condividiamo la protesta, che per noi inizialmente ha significato una ragione d’essere – ha risposto Pugni -, ma ora siamo qui per costruire qualcosa, quindi ci troviamo a compiere un passo successivo. Entrambi siamo liberi, malgrado anche altri candidati si siano arrogati il diritto di definirsi tali». «Tutto ciò che è “spolitica”, e non “antipolitica”, cioè il cambio delle regole con le quali essa funziona, ha qualcosa in comune con me. Io mi propongo in alternativa al sistema, Pugni invece cerca di inserirsi nel sistema con qualcosa di alternativo. È una sottile e netta differenza», ha spiegato Torre, che sta portando avanti una provocazione contro la politica – secondo lui – sempre meno credibile, «un sistema che offende la dignità delle persone, che prendo in giro divertendomi, ma con un sottofondo di forte amarezza».
Più volte, però, Torre, che è un informatico e comunicatore di professione, ha voluto specificare: «Non sono un comico, ho una storia personale che parla da sola». Fatto sta che i suoi cavalli di battaglia rimangono esilaranti: la costruzione di un vulcano a Borgoforte, l’abolizione dei vigili urbani, l’abbattimento di Palazzo Farnese, il dispiegamento dell’Armata Rossa sulle strade… Tutte sortite che, se analizzate approfonditamente, rivelano una lettura reale delle problematiche della città. Tuttavia, c’è chi dice che Torre sia come le barzellette: triste doverlo spiegare. E forse è davvero così: cercare di riassumere un fenomeno che sguscia al di fuori dei sistemi stessi, è un tentativo inutile.
Al centro del dibattito, intervallato da episodi scoppiettanti e imprevedibili (per esempio quando Torre si è infilato in testa il cappello arancione del candidato del centrosinistra Rizzi), vi è stata la valorizzazione del centro storico di Piacenza, il cuore pulsante della città. «La zona è in difficoltà, non è valorizzata. Occorrono i parcheggi scambiatori e le navette dalla periferia al centro», ha dichiarato Pugni, impegnandosi anche a «modificare la ZTL, stando entro i limiti del Piano Regionale e tenendo conto delle necessità complessive della città». E il parcheggio sotterraneo in Piazza Cittadella? È stato diretto Pugni: «È una porcata. Potrebbe non essere realizzato mai, a causa dei probabili rinvii dovuti ai ritrovamenti di reperti antichi. Bisognerebbe ricavare un nuovo posteggio nel Laboratorio Pontieri o nella Caserma Nicolai». In merito a Piazza Cittadella, Torre ha un’idea esplosiva (nel vero senso della parola): «Demoliremo Palazzo Farnese, poiché ne deve trarre giovamento il nuovo palazzo che è stato costruito davanti, sulle fondamenta di un anfiteatro romano. Nell’area liberata dalle mura del Farnese, potremo creare nuovi posti auto».
Pugni, interrogato sulle soluzioni in sostegno al commercio, ha presentato l’idea del microcredito: «Apriremo uno sportello ad hoc che darà la possibilità di accedere fino a 25mila euro di finanziamento, frutto dei tagli agli stipendi operati dai parlamentari del Movimento 5 Stelle. Aiuteremo le realtà imprenditoriali, i giovani e le famiglie: sarà indispensabile per chi si trova in difficoltà economica. Manca, inoltre, una politica di promozione turistica seria, per ora abbiamo assistito solo a “iniziative spot”. La mostra del Guercino è stato un buon progetto, ma non è sufficiente, in quanto servono una spinta costante e un marchio che esprima la piacentinità, come succede in tante altre città». Per Torre, «il Comune può avere solamente un ruolo di mediazione tra le parti, perché devono essere anzitutto le aziende del settore enogastronomico e turistico a trovare una comunanza d’intenti. Pensate: se la mia lista dovesse prendere più del 10%, il mondo si metterà a parlare di Piacenza. “Torre Sindaco” è una grande operazione di marketing territoriale».
Thomas Trenchi