testimonianze
Giustizia riparativa, le esperienze degli imputati messi alla prova. L’evento di “Verso Itaca” – VIDEO
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La video-narrazione del concerto organizzato da Verso Itaca Onlus, intervallato dai testi autobiografici delle persone messe alla prova nell’ambito della giustizia ripartiva e dalle voci di chi opera direttamente all’interno del mondo carcerario.
Ci sono poesie, voci, note e parole che, combinate insieme alla perfezione, creano un contesto magico. Così è stato venerdì 26 maggio, nella cornice di Piazza Duomo, dove l’associazione Verso Itaca Onlus – impegnata nella giustizia riparativa – ha organizzato una serata per presentarsi alla comunità, grazie a un’attività dei Piani di Zona del Comune di Piacenza e in collaborazione con l’Unione Commercianti, animata dalla musica della Trasgressione Band e dalle canzoni di Fabrizio De André.
«Vogliamo ringraziare la comunità – hanno affermato le due volontarie, Giada e Valentina – perché operiamo con i ragazzi e le ragazze messe alla prova proprio all’interno della collettività. Scriviamo e riflettiamo, dando sfogo alle nostre emozioni». Verso Itaca Onlus, infatti, anche attraverso il progetto editoriale “Sosta Forzata”, si rivolge agli imputati messi alla prova, che svolgono un programma di pubblica utilità volto ad eliminare le conseguenze dannose o pericolose del reato che hanno commesso. Proprio da questi momenti di incontro e ascolto, nella consapevolezza di aver commesso un errore, ma di avere la possibilità di ricominciare, nascono i testi autobiografici letti durante la serata, ispirati alle canzoni di De Andrè. Uno di questi recita: «Mi dispiace: non poter vedere la mia città; per il male che io non riesco a percepire ma che forse lui cova dentro; non aver vissuto a pieno la mia famiglia; essere stato troppo assente per i miei figli; essere stata troppo giovane in momenti passati e irrecuperabili; non avere il potere magico di guarire gli altri dalla sofferenza; non riuscire ancora a dire di no a una persona; aver creato pregiudizi sulla mia persona da parte di alcuni; aver dato sempre dei dispiaceri ai miei genitori; che non si può tornare indietro; di aver finito il mio lavoro con il gruppo; di aver lasciato la scuola tradendo la mia promessa».
Presente il Garante dei Diritti dei Detenuti di Piacenza, Alberto Gromi, che ha letto una poesia significativa agli spettatori, “Itaca” di Kavafis, una metafora dell’importanza che il viaggio ha più della meta, soprattutto nel mondo carcerario. «Si può essere liberi anche in una cella – ha spiegato Gromi -, purché si trovino delle motivazioni. D’altra parte, abbiamo diverse esperienze in questo senso nei campi di concentramento, dove si sono salvate sempre le persone che riuscivano a sentirsi libere, nonostante tutto».
Ospite della serata anche la Trasgressione Band, con un viaggio nelle pieghe nascoste della democrazia in compagnia delle canzoni di Fabrizio De Andrè. La voce della band e psicologo della Casa Circondariale di San Vittore, Angelo Aparo, ha spiegato l’impegno che porta avanti: «Nelle tre carceri milanesi ho fondato un gruppo dove si incontrano e si confrontano detenuti, ex detenuti, esperti e studenti. In tutto ciò, la musica di De Andrè, che ha sempre cercato i sentimenti nell’uomo “imperfetto”, quello che non brilla, è simile al lavoro che svolgo con i detenuti».
Thomas Trenchi