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600 iscritti alla Dirty Run: successo per la “corsa sporca” del Parco Montecucco

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IMG_0723.JPGPioggia di colori, travestimenti folli e docce di fango. L’essenza della Dirty Run – la “corsa sporca” giunta alla terza edizione consecutiva – è questa: poco agonismo e tanto divertimento. Gli oltre seicento iscritti (in netto aumento rispetto all’anno scorso) confermano il successo dell’evento, in grado di attirare persone anche da altre regioni: ieri molti corridori amatoriali provenivano da Brescia, Como e Bergamo, dove sono state organizzate alcune navette dirette a Piacenza per l’occasione. L’associazione “Fanghiglia” (organizzatrice della Dirty Run), infatti, ancora una volta ha scelto come contesto ideale quello del Parco Montecucco, nel quartiere Besurica, allestito con stand alimentari e dj set. Ma la corsa si è estesa ben oltre il perimetro del parco: i concorrenti hanno galoppato su un percorso di dieci chilometri, passando per La Verza e il Parco della Galleana. Il tragitto è stato intervallato da ostacoli di qualsiasi natura, sia artificiali che naturali: vasche di fango, canali irrigui, montagne di fieno, funi e salite da scalare, carrucole e pneumatici, strisciando e saltando tra acqua, polvere, paglia e legno.

IMG_0710.JPG«Siamo lombardi, è il terzo anno che partecipiamo. Ci siamo divertiti parecchio, nonostante le temperature…», hanno sussurrato, boccheggiando, tre concorrenti a fine gara. Il caldo non li ha fermati, anzi, li ha addirittura spronati: «Il sole battente ha reso più facile tuffarsi nelle pozzanghere di fango, incredibilmente rinfrescanti». Il clima scottava davvero: 37 gradi sul termometro, umidità alle stelle. Per questo il tracciato è stato disseminato da operatori della Pubblica Assistenza Croce Bianca e dell’Anpas Provinciale, defibrillatori “a motore” (cioè a bordo di apposite motociclette) e banchetti con frutta e sali minerali. Abiti non del tutto convenzionali per gli atleti, in realtà perfettamente in linea con lo spirito della Dirty Run: travestimenti da Iron Man, da “uomo-sushi”, da Pablo Escobar del telefilm “Narcos”. Oppure divise dell’Areonautica Militare, decorazioni hawaiane al collo e – optando per la comodità – solo una cinta di foglie in stile Adamo ed Eva sui fianchi.

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La Dirty Run 2017, aperta a tutti purché maggiorenni e in possesso di certificato medico, ha avuto come sempre uno scopo benefico: una parte dell’incasso verrà devoluto all’associazione “Il Bruko” che si occupa di kids therapy negli ospedali di Piacenza, Milano e Monza. L’evento ha imposto diverse misure viabilistiche: dalle ore 15 alle 20 di sabato 8 luglio è stato vietato il passaggio di pedoni e biciclette non partecipanti alla gara lungo la pista ciclopedonale di strada Agazzana, nel tratto di ciclabile che costeggia il Diversivo Ovest (parallelo a via Maria Luigia d’Austria) e in quello compreso tra l’accesso Ovest del parco della Galleana e strada alla Verza, nonché nel tratto di via De Longe compreso tra la rotatoria con strada Agazzana e il parco di Montecucco.

Thomas Trenchi

Classe 1998, giornalista professionista dell'emittente televisiva Telelibertà e del sito web Liberta.it. Collaboratore del quotidiano Libertà. Podcaster per Liberta.it con la rubrica di viaggi “Un passo nel mondo” e quella d’attualità “Giù la mascherina” insieme al collega Marcello Pollastri, fruibili anche sulle piattaforme Spreaker e Spotify; altri podcast: “Pandemia - Due anni di Covid” e un focus sull’omicidio di via Degani nella rubrica “Ombre”. In passato, ideatore di Sportello Quotidiano, blog d'approfondimento sull’attualità piacentina. Ha realizzato anche alcuni servizi per il settimanale d'informazione Corriere Padano. Co-fondatore di Gioia Web Radio, la prima emittente liceale a Piacenza. Creatore del documentario amatoriale "Avevamo Paura - Memorie di guerra di Bruna Bongiorni” e co-creatore di "Eravamo come morti - Testimonianza di Enrico Malacalza, internato nel lager di Stutthof". Co-autore di “#Torre Sindaco - Storia dell’uomo che promise un vulcano a Piacenza” (Papero Editore, 2017) e autore di "La Pellegrina - Storie dalla casa accoglienza Don Venturini" (Papero Editore, 2018). Nel maggio del 2022, insieme ai colleghi Marcello Pollastri e Andrea Pasquali, ha curato il libro-reportage "Ucraina, la catena che ci unisce", dopo alcuni giorni trascorsi nelle zone di guerra ed emergenza umanitaria. Il volume è stato pubblicato da Editoriale Libertà con il quotidiano in edicola. Ecco alcuni speciali tv curati per Telelibertà: "I piacentini di Londra" per raccontare il fenomeno dell'emigrazione dei piacentini in Inghilterra nel secondo dopoguerra, con immagini, testi e interviste in occasione della festa della comunità piacentina nella capitale britannica dal 17 al 19 maggio 2019; “I presepi piacentini nel Natale del Covid”; “La vita oltre il Covid” con interviste a due piacentini guariti dall’infezione da Coronavirus dopo dure ed estenuanti settimane di ricovero in ospedale; il reportage “La scuola finlandese” negli istituti di Kauttua ed Eura in Finlandia.