politica
Esordisce l’amministrazione Barbieri: i più giovani sono leghisti
La benzina è nel serbatoio e la macchina – quella amministrativa, s’intende – è pronta a partire. Il pilota si chiama Patrizia Barbieri, eletta sindaco di Piacenza lo scorso 25 giugno al ballottaggio contro il centrosinistra. La squadra di governo scesa in pista per affiancarla è nota: vicesindaco Elena Baio (Affari Generali e Legali, Riordino istituzionale, Trasparenza, Semplificazione, Formazione, Università e Tutela degli animali), Filiberto Putzu (Centro Storico, Eventi, Demanio, Progettazione Europea, Servizio al Cittadino), Luca Zandonella (Sicurezza, Politiche Giovanili, Identità e Tradizioni e Partecipazione), Paolo Passoni (Bilancio, Fondi Comunitari, Partecipate, Personale e Rapporti con il Consiglio Comunale), Massimo Polledri (Promozione sportiva, Politiche della famiglia, Promozione Turistica, Politiche Culturali e valorizzazione del patrimonio artistico-culturale), Paolo Mancioppi (Ambiente, Mondo agricolo, Protezione Civile e Commercio), Paolo Garetti (Lavori Pubblici, Manutenzione del patrimonio comunale, Impiantistica Sportiva e Smart City), Federica Sgorbati (Servizi Sociali, Pari Opportunità e Abitazioni), Erika Opizzi (Urbanistica e Politiche Scolastiche).
Sia all’interno della Giunta che tra i seggi del Consiglio comunale, i rappresentanti politici più giovani appartengono alla Lega Nord: Luca Zandonella e Marvin Di Corcia, che amano farsi chiamare orgogliosamente “Giovani Padani”. La segreteria del Carroccio ha espresso «contentezza per la presenza in maggioranza di esponenti under 30 ai quali la Lega dà sempre lo spazio che necessitano per impegnarsi per il bene della città».
Zandonella, classe 1988, da anni milita nella Lega Nord: prima è stato coordinatore del movimento giovanile, poi è diventato segretario cittadino. Dovrà dividersi tra la professione ingegneristica e le riunioni a Palazzo Mercanti, dove si presenta con la delega alla sicurezza, particolarmente ambita dal suo partito: «Non mi sarei mai immaginato né di candidarmi né di diventare assessore. Gli anni di impegno mi hanno premiato. Sono consapevole della difficoltà del ruolo che andrò a ricoprire». Essere giovani non è necessariamente una garanzia: «Noi ragazzi possiamo portare un’ulteriore visione della città e arricchire il progetto di governo. Ciò non toglie che i politici più vecchi sono da ascoltare e rispettare».
Di Corcia, classe 1996, sostenuto da 89 preferenze, per i prossimi cinque anni sfodererà la giacca da consigliere comunale. L’anno scorso si è diplomato all’ISII Marconi, oggi ha un contratto come programmatore informatico e si appresta ad essere il più giovane eletto della storia piacentina. Al suo fianco, sugli scranni del Municipio, siedono anche alcuni politici che hanno una lunga carriera istituzionale alle spalle: «Il muro di gomma non serve a nessuno, bisogna dialogare con i più esperti. Si può sempre imparare».
Durante l’esordio a Palazzo Mercanti, quando consiglieri e assessori sono stati chiamati a intonare l’Inno nazionale di Mameli, Zandonella e Di Corcia – probabilmente in nome dello spirito federalista del Carroccio – non sono sembrati entusiasti. Anzi, complice la spilla di Alberto da Giussano sul petto, non hanno proprio cantato. D’altronde l’anima dura e pura della Lega non ha mai apprezzato quelle strofe patriottiche, alle quali Bossi in passato ribatteva con un gestaccio. «Se vogliamo ottenere dei risultati concreti per Piacenza, dobbiamo accantonare le differenze ideologiche e affrontare i problemi quotidiani della gente», spiega Zandonella. «Non mi ha dato fastidio l’inno d’Italia, anche se mantengo la mia integrità leghista – prosegue Di Corcia -. Abbiamo una responsabilità nei confronti dei piacentini e ci troviamo a Palazzo Mercanti per rispondere alle loro istanze».
Spazio, allora, alle iniziative che i due vogliono intraprendere. «Spingerò per un utilizzo costante del Parco Daturi in collaborazione con gli altri assessorati – commenta Zandonella, a cui è stata affidata anche la delega alle politiche giovanili -. Questa enorme area verde in centro storico deve tornare a vivere». Di Corcia intende portare all’attenzione della Giunta la tematica delle case popolari, «che vanno assegnate prima ai piacentini». Il centrodestra infatti in campagna elettorale ha proposto il “quoziente Piacenza“, cioè un meccanismo sociale che nelle graduatorie avvantaggerebbe chi risiede da maggior tempo in città. Dagli avversari questo provvedimento è stato descritto come incostituzionale e controproducente. Sta a Patrizia Barbieri e alla sua squadra dimostrare il contrario, rispettando le promesse e guidando fino al traguardo la macchina amministrativa (possibilmente intatta e, perché no, con un buon risultato).
Thomas Trenchi