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«Già raccolte più di 2mila firme. Chiediamo un’arena freestyle al Daturi»
Giovani e arrabbiati, con le idee chiare in testa: «Vorremmo il Daturi vivo e pieno di gente, realizzando un’arena permanente per sport estremi e arti freestyle». Così gli organizzatori del Festival Alley Oop, ispirandosi proprio a questo evento annuale, sognano di risvegliare il gigante dormiente del centro storico: il Parco Daturi. «A giugno abbiamo dato il via alla petizione, raccogliendo all’incirca 2.500 firme a sostegno del progetto», spiega Marcello Casaroli, uno dei referenti. La richiesta, a detta di Casaroli, in passato sarebbe già stata inoltrata alla scorsa Amministrazione comunale, che tuttavia «si è dimostrata poco interessata alla nostra iniziativa, non destinandoci alcun contributo, anzi, penalizzandoci in diversi modi».
In linea di massima, cosa chiedete alle istituzioni locali?
«Abbiamo sempre e solo chiesto uno spazio, ma nulla da fare… Ci siamo anche proposti di contribuire alla gestione del Daturi, creando la sede dell’associazione Anthill Project nel parco, così da incrementare gli appuntamenti per i giovani, riqualificare l’area e contrastare i problemi legati alla delinquenza notturna. Attraverso l’aggregazione è possibile rendere più sicura e accessibile quest’area così grande e complessa. L’obiettivo della petizione è l’apertura di un centro polisportivo in pianta stabile, in linea con ciò che produciamo durante l’Alley Oop: skateboard, snowboard, parkour, boulder, bmx, tricking, e non solo».
Quali risultati ha raccolto il Festival Alley Oop?
«Alley-OoP! è un progetto che stiamo portando avanti da 6 anni con l’associazione sportiva Anthill Project. L’impegno coinvolge centinaia di giovani, liberi professionisti e imprese. Il network che si è costituito è molto complesso. Si tratta di un appuntamento ormai immancabile, ogni anno, per la città. L’affluenza in costante crescita del Festival n’è la prova: l’edizione 2017 ha registrato 35mila passaggi al Daturi, una location normalmente vuota e abbandonata. Noi abbiamo raggiunto l’impresa faraonica di far funzionare questo spazio. Con questa manifestazione abbiamo dato prova concreta di ciò che abbiamo in testa e di ciò che potremmo fare per la nostra città».
Cosa non ha funzionato allora?
«Non lo so. Pare che la nostra energia non sia stata sufficiente a permetterci di gestire un’area pubblica con passione e costanza. Ecco perché abbiamo dato il via alla raccolta firme».
Che obiettivi volete conquistare con la neoeletta sindaco Barbieri?
«Sperando di essere ascoltati maggiormente, miriamo ovviamente ad aprire il centro polisportivo freestyle, a creare eventi che promuovano gli sport innovativi, a rendere l’Alley Oop un evento di riferimento per Piacenza; in questo modo genereremmo posti di lavoro per i giovani, nonché un flusso turistico e culturale. Adesso gradiremmo un aiuto concreto, e non le solite promesse a vuoto».
Thomas Trenchi