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cultura

Bobbio capitale della pace con l’opera di Franco Scepi e il Man for Peace Award

A Bobbio è in arrivo l’opera internazionale di Franco Scepi “L’Uomo della Pace” e la cerimonia del Man of Peace Award 2017. Piacenza e provincia s’apprestano a diventare Territorio di Pace

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Papa Francesco ha descritto la pace come «una fabbrica che bisogna costruire con saggezza e tenacia, senza barriere o esclusioni». Dista poco da questa definizione il concetto di arte. Entrambe sottintendono sforzo, apertura mentale e lungimiranza. Ecco perché calza a pennello parlare di pace attraverso l’arte. A Bobbio, nel giardino antistante la Basilica di San Colombano, il 23 novembre sarà collocato “L’Uomo della Pace” di Franco Scepi, la storica opera realizzata nel 1977 in segno di auspicio per la fine della Guerra Fredda, ispirata all’impegno dell’allora Arcivescovo di Cracovia Karol Wojtyla e sottoscritta da tutti i Premi Nobel per la Pace del Mondo.

L’iniziativa è stata presentata in conferenza stampa dal sindaco di Bobbio Roberto Pasquali e dal presidente della Fondazione Gorbaciov Marzio Dallagiovanna, unitamente al Ministero dei Beni Culturali, alla Diocesi di Piacenza-Bobbio e all’Associazione Europea Cammino di San Colombano. I bobbiesi avranno il privilegio di assistere a un monumento esclusivo, che ha fatto il giro dei continenti e che congiunge l’impegno civile e la fede, tanto da essere divenuto simbolo di fratellanza a livello internazionale. L’opera di Franco Scepi raffigura una testa androgina (volendo rappresentare l’umanità sia femminile che maschile) costruita come un muro, con gli occhi socchiusi, prigioniera delle divisioni e delle incomprensioni, dalla cui sommità esce una colomba bianca che raffigura la pace. Sarà alta tre metri e, rivisitata in versione “traforata” di acciaio Corten, restituirà un senso di trasparenza e di fusione tra tesi e antitesi. La nuova soluzione contemporanea de “L’Uomo della Pace” annulla completamente le differenze tra fronte e retro, tra punti di vista contrapposti. L’artista avvia una geniale soluzione tecnica, usa un materiale pesante e lo asciuga sino al limite nel suo spessore per poter disegnare un solo volto e renderlo visibile da entrambi i lati, costituendo un esempio emblematico nella storia dell’arte del ‘900.

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“L’Uomo della Pace” dell’artista Franco Scepi

Secondo lo storico dell’arte Henryk Drozd, direttore del Museo Diecezjaine di Siedice in Polonia, si tratta di un’opera d’arte il cui valore è comparabile al Guernica di Picasso. La prestigiosa installazione di Scepi sarà inaugurata nella ricorrenza autunnale di San Colombano, il monaco missionario che salvò gran parte della cultura europea con la minuziosa copiatura dei testi antichi, e verrà dedicata alla memoria del professor Vadim Zagladin, promotore dei Summit Mondiali dei Premi Nobel della Pace.

Franco Scepi, inventore polivalente, definito da Serge Silbèrman (produttore dei film di Bunuel) un danseur des images, ha sperimentato tutti i linguaggi comunicativi, dal teatro al cinema, dalla pubblicità alla pittura. Ha collaborato con il Teatro alla Scala di Milano e si è affermato come regista di film d’autore. Si è contrapposto alla Pop Art dell’amico Andy Wharol, elaborando l’Over Ad Art. Il 1999 ha segnato una svolta importante per la sua carriera: Michail Sergeevič Gorbačëv e i Nobel della Pace hanno sottoscritto l’immagine Man for Peace, creata da Scepi nel 1977 per il manifesto del film “L’uomo di marmo” di Wajda (vincitore a Cannes nel 1978), una sorta di simbolo anticipatore del crollo del muro di Berlino.

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Franco Scepi (il terzo da sinistra) insieme a Gorbaciov e Papa Wojtyla

Secondo la consuetudine consolidata negli anni, nell’occasione verrà conferito a due personaggi di respiro internazionale – che hanno contribuito alla diffusione dell’arte, della cultura e dell’etica – il tradizionale Man for Peace Award. Quest’anno, appunto, la cerimonia avrà sede a Bobbio il 23 novembre. Lo scopo del premio è quello di riconoscere gli individui che si sono distinti per la difesa dei diritti umani e per la diffusione della solidarietà. Con il simbolo “Scepi’s Man for Peace” sono stati premiati negli anni numerosi personaggi: per esempio, Roberto Benigni nel 2002 per il messaggio di pace lanciato attraverso il suo film “La vita è bella”, la Nazionale Cantanti nel 2003 per aver destinato a fini di beneficienza oltre 40 miloni di euro, Cat Stevens nel 2004 per aver alleviato le sofferenze di migliaia di bambini nei paesi tormentati dalle guerre con la sua organizzazione umanitaria, Bob Geldof nel 2005 per il suo instancabile lavoro in nome dei poveri, Massimo Cacciari nel 2007 e Claudio Baglioni nel 2008.

Thomas Trenchi

Classe 1998, giornalista professionista dell'emittente televisiva Telelibertà e del sito web Liberta.it. Collaboratore del quotidiano Libertà. Podcaster per Liberta.it con la rubrica di viaggi “Un passo nel mondo” e quella d’attualità “Giù la mascherina” insieme al collega Marcello Pollastri, fruibili anche sulle piattaforme Spreaker e Spotify; altri podcast: “Pandemia - Due anni di Covid” e un focus sull’omicidio di via Degani nella rubrica “Ombre”. In passato, ideatore di Sportello Quotidiano, blog d'approfondimento sull’attualità piacentina. Ha realizzato anche alcuni servizi per il settimanale d'informazione Corriere Padano. Co-fondatore di Gioia Web Radio, la prima emittente liceale a Piacenza. Creatore del documentario amatoriale "Avevamo Paura - Memorie di guerra di Bruna Bongiorni” e co-creatore di "Eravamo come morti - Testimonianza di Enrico Malacalza, internato nel lager di Stutthof". Co-autore di “#Torre Sindaco - Storia dell’uomo che promise un vulcano a Piacenza” (Papero Editore, 2017) e autore di "La Pellegrina - Storie dalla casa accoglienza Don Venturini" (Papero Editore, 2018). Nel maggio del 2022, insieme ai colleghi Marcello Pollastri e Andrea Pasquali, ha curato il libro-reportage "Ucraina, la catena che ci unisce", dopo alcuni giorni trascorsi nelle zone di guerra ed emergenza umanitaria. Il volume è stato pubblicato da Editoriale Libertà con il quotidiano in edicola. Ecco alcuni speciali tv curati per Telelibertà: "I piacentini di Londra" per raccontare il fenomeno dell'emigrazione dei piacentini in Inghilterra nel secondo dopoguerra, con immagini, testi e interviste in occasione della festa della comunità piacentina nella capitale britannica dal 17 al 19 maggio 2019; “I presepi piacentini nel Natale del Covid”; “La vita oltre il Covid” con interviste a due piacentini guariti dall’infezione da Coronavirus dopo dure ed estenuanti settimane di ricovero in ospedale; il reportage “La scuola finlandese” negli istituti di Kauttua ed Eura in Finlandia.