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Degrado totale: sulle rive cittadine del Po dominano l’incuria e il pericolo – FOTO

Sulle rive cittadine del fiume Po dominano l’incuria e il pericolo: immondizia, erbacce e ferraglie impediscono di vivere serenamente il Lungo fiume. Gli assessori Mancioppi e Putzu effettueranno un sopralluogo.

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Sulle rive cittadine del fiume Po dominano l’incuria e il pericolo. Il degrado sembra annullare perfino la purezza dell’acqua. Giovedì 3 agosto, partendo dal pontile Città di Piacenza in via del Pontiere, gli assessori al Commercio e alla Valorizzazione del Grande Fiume, Paolo Mancioppi e Filiberto Putzu, effettueranno un sopralluogo per verificare lo stato della zona. L’Amministrazione sogna addirittura la straordinaria realizzazione di un grande porto che favorisca il mercato e il turismo. Ma tanto c’è da fare già con la situazione ordinaria: immondizia, erbacce e ferraglie impediscono di vivere serenamente il Lungo Po, che in questi anni non è stato minimamente valorizzato. Anzi, è stato banalmente dimenticato e sottovalutato.

Alla domenica pomeriggio l’area è popolata soprattutto da famiglie extracomunitarie, che pranzano in gruppo con grigliate miste e panini. Spesso, i piatti e le stoviglie di plastica vengono abbandonati per terra. I barbecue, uno in fila all’altro, sono sgangherati e bassi: il rischio è che le erbacce secche possano prendere fuoco da un momento all’altro, causando un danno irreparabile. I controlli, da questo punto di vista, paiono latitare. Anche per i bambini, che giocano sdraiati sul prato o in mezzo alle staccionate, le condizioni igieniche sono precarie e certamente poco salubri.

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Il terribile contesto è alimentato da un grosso e fatiscente ecomostro in cemento ricoperto di graffiti, la cui utilità rimane un mistero (dovrebbe trattarsi del basamento degli ex tralicci Enel): l’unico risultato della struttura è deteriorare il paesaggio fluviale e favorire il bivacco. A pochi metri si trovano un cestino stracolmo di rifiuti e una fontanella distrutta, che non permette di dissetarsi.

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La condotta selvaggia investe anche il rispetto della segnaletica stradale. Alcune macchine, ignorando il divieto, si trovano posteggiate all’interno dell’area riservata a pedoni e biciclette, proprio sul sentiero erboso (più che altro fangoso) che dovrebbe avere tutt’altra destinazione.

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La ringhiera che delimita la passeggiata in molti punti è malmessa. I pali della staccionata, tra l’altro, sembrano esser stati collocati recentemente, nell’ambito di un intervento di riqualificazione. Nonostante ciò, nel tempo non è stata operata la manutenzione necessaria. Durante il tragitto, disseminato da cestini pieni d’immondizia e da sacchi della spazzatura depositati ai lati, bisogna scavalcare qualche pezzo di ferro per evitare di inciampare. Salendo le scale e tornando sulla via principale, occorrerebbe portare con sé un machete per farsi strada tra le piante selvatiche che spuntano dal suolo.

In mezzo alla “foresta” è collocato uno spiatoio, cioè un punto d’osservazione artificiale con uno scopo nobile: spalancare un varco visivo sulle specie faunistiche del Po. Peccato che non ci sia un cartello a suggerire questo strumento, divenuto pressoché nascosto e difficilmente raggiungibile.

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Sul sito del Comune di Piacenza il fiume Po viene presentato così: «Non solo castelli o paesi rivieraschi, non solo filari di pioppi sugli argini e nemmeno un veloce assaggio di una pietanza insolita, ma un lento ed equilibrato immergersi in un insieme di tutto questo. Si viaggia lungo il corso del Po per catturare paesaggi e panorami dimenticati, per conoscere la geografia, il patrimonio avifaunistico e botanico del suo bacino. I luoghi che man mano si incontrano sono anche ricchi di curiosità e di aneddoti legati alla lunga storia dei popoli che da millenni abitano lungo le rive». Le bellezze effettivamente esistono. Tuttavia, sono sotterrate dal degrado e dall’insensibilità amministrativa dei partiti che si sono alternati in questi anni.

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La politica piacentina, infatti, ha ignorato l’opportunità che un fiume rappresenta per la città: una grande occasione di valorizzazione paesaggistica e di rigenerazione urbana, attraverso l’architettura monumentale o i parchi cittadini. Pur trattandosi di realtà più strutturate e turistiche rispetto a Piacenza, ne sono un esempio palese i Jardin des Tuileries e il Louvre lungo la Senna a Parigi, o il Parco del Valentino sul Po a Torino. La Giunta di Patrizia Barbieri si è insediata da poco tempo: a lei, dunque, va il compito di riconsegnare ai piacentini questa (potenzialmente) splendida zona e riaprire un rapporto – quello tra la città e il Po – che appare quasi negato.

Thomas Trenchi

Classe 1998, giornalista professionista dell'emittente televisiva Telelibertà e del sito web Liberta.it. Collaboratore del quotidiano Libertà. Podcaster per Liberta.it con la rubrica di viaggi “Un passo nel mondo” e quella d’attualità “Giù la mascherina” insieme al collega Marcello Pollastri, fruibili anche sulle piattaforme Spreaker e Spotify; altri podcast: “Pandemia - Due anni di Covid” e un focus sull’omicidio di via Degani nella rubrica “Ombre”. In passato, ideatore di Sportello Quotidiano, blog d'approfondimento sull’attualità piacentina. Ha realizzato anche alcuni servizi per il settimanale d'informazione Corriere Padano. Co-fondatore di Gioia Web Radio, la prima emittente liceale a Piacenza. Creatore del documentario amatoriale "Avevamo Paura - Memorie di guerra di Bruna Bongiorni” e co-creatore di "Eravamo come morti - Testimonianza di Enrico Malacalza, internato nel lager di Stutthof". Co-autore di “#Torre Sindaco - Storia dell’uomo che promise un vulcano a Piacenza” (Papero Editore, 2017) e autore di "La Pellegrina - Storie dalla casa accoglienza Don Venturini" (Papero Editore, 2018). Nel maggio del 2022, insieme ai colleghi Marcello Pollastri e Andrea Pasquali, ha curato il libro-reportage "Ucraina, la catena che ci unisce", dopo alcuni giorni trascorsi nelle zone di guerra ed emergenza umanitaria. Il volume è stato pubblicato da Editoriale Libertà con il quotidiano in edicola. Ecco alcuni speciali tv curati per Telelibertà: "I piacentini di Londra" per raccontare il fenomeno dell'emigrazione dei piacentini in Inghilterra nel secondo dopoguerra, con immagini, testi e interviste in occasione della festa della comunità piacentina nella capitale britannica dal 17 al 19 maggio 2019; “I presepi piacentini nel Natale del Covid”; “La vita oltre il Covid” con interviste a due piacentini guariti dall’infezione da Coronavirus dopo dure ed estenuanti settimane di ricovero in ospedale; il reportage “La scuola finlandese” negli istituti di Kauttua ed Eura in Finlandia.