curiosità
Il Paintball sbarca a Piacenza: «Qualcuno ha protestato, ma non è uno sport violento»
Cos’è il Paintball e dove si pratica a Piacenza. Alcuni residenti della Val Trebbia hanno protestato contro l’apertura del campo da gioco

L’obiettivo è colpire l’avversario con una pallottola di vernice: nell’immaginario comune, il Paintball è uno sport tipicamente statunitense. Ma recentemente è sbarcato anche a Piacenza, dove inizia a confermarsi una realtà che attira molti curiosi. «Già tante persone hanno provato questo sport, parliamo di circa duemila utenti puntualmente entusiasti dell’attività», spiegano i referenti dell’associazione locale “Piacenza Paintball”. Tuttavia, non è mancata qualche difficoltà a insediarsi: «La nostra sede è collocata tra Rivergaro e Pieve Dugliara, in un grosso prato riadattato al Paintball, nella cornice dello splendido paesaggio naturalistico del parco naturale del Trebbia. In realtà, purtroppo, non è stato facile inserirsi in questo contesto. Ringraziamo l’amministrazione comunale di Rivergaro, che ci ha permesso di realizzare il primo campo da Paintball nel territorio piacentino».

Il campo da gioco situato nei pressi di Rivergaro
Un anno fa, infatti, un folto gruppo di residenti della Val Trebbia si oppose all’apertura in pianta stabile di un’area dedicata al Paintball: gli abitanti raccolsero centinaia di firme, protestarono e si riunirono con il sindaco di Rivergaro per sottolineare il timore ad avere un “fronte di battaglia” vicino alle proprie case. «Anche una forchetta, usata in modo improprio, può rivelarsi un’arma. In questo caso, si tratta di una preoccupazione infondata», commenta uno dei responsabili dell’associazione “Piacenza Paintball”, «spesso lo si paragona erroneamente al Soft-Air, sport nel quale – al contrario del Paintball – si ricerca la totale simulazione di guerra, ricreando appunto situazioni belliche veramente esistite, oppure vestendosi in pieno stile militare con riproduzioni di fucili e pistole. Al contrario, i marcatori da Paintball possono assomigliare a dei piccoli fucili che cercano in tutti i modi di essere univoci nella forma, nei colori e nell’utilizzo».

Un gruppo di giocatori di Paintball
«Anche le divise non hanno nulla a che fare con lo stile bellico: qualcuno è venuto a giocare in pantaloncini e canottiera, altri in tuta da sci o da meccanico», prosegue il presidente di “Piacenza Paintball”. «Insomma: si consigliano colori sgargianti e abiti comodi, che permettano di muoversi con facilità, lontani dalle logiche della guerra. È possibile giocare con le gambe e le braccia scoperte. La vernice è completamente atossica, biodegradabile e lavabile. Forniamo tutte le protezioni a chiunque venga a provare: maschera per gli occhi, guanti, paracollo e pettorina. Non c’è contatto fisico, la percentuale di incidenti è praticamente pari a zero in tutto il mondo». Le statiche rilevate dal National Safety Council negli Stati Uniti lo confermerebbero: il rischio di infortunio per chi gioca a Paintball è pari al 0,02% ogni 1000 giocatori, differentemente dal calcio che ha un rischio del 26%.

Il logo dell’associazione “Piacenza Paintball”
“Piacenza Paintball” è la prima Associazione Sportiva Dilettantistica nata nel territorio piacentino con lo scopo di divulgare lo sport del Paintball. «Il nostro obiettivo è la promozione del Paintball sia come attività di svago e di divertimento all’aria aperta», chiariscono i membri dell’associazione, «sia come una vera e propria disciplina sportiva basata su allenamenti finalizzati allo sviluppo di capacità individuali e di squadra». “Piacenza Paintball” è affiliata alla UISP – Unione Italiana Sport per Tutti – Ente di promozione sportiva riconosciuto dal CONI, e pertanto ogni suo associato dispone di copertura assicurativa. Le modalità di gioco non sono complicate: «La sfida comprende due squadre, composte ciascuna da almeno quattro giocatori. L’età minima per iniziare a giocare a Paintball è indicativamente 7 anni, perciò alcuni centri estivi piacentini stanno cominciando a includere questa attività nei propri programmi. La modalità “principe” è la così detta “cattura la bandiera”, in cui si deve tentare di arrivare al punto di partenza della squadra avversaria, senza essere “marcati”, cioè colpiti dalla pallottola di vernice. Assomiglia a “palla prigioniera”».
Come accade immancabilmente in Italia, la burocrazia si è messa di traverso: solamente da poco tempo il Paintball è stato inserito nella Gazzetta Ufficiale, rendendo i marcatori – cioè i fucili che sparano la vernice – ”attrezzi sportivi’’ (non armi pericolose). Il primo evento di carattere nazionale si è svolto a Grosseto nell’ottobre del 2010. Nel corso degli anni si sono alternati diversi campionati agonistici, nonché iniziative che – attraverso questo sport – aiutano a rafforzare lo spirito d’unione all’interno di un gruppo (molte squadre di rugby, per esempio, si affidano alle pallottole colorate per solidificare la fiducia reciproca). Proprio da questo punto di vista, il sogno di “Piacenza Paintball” è «costurire un campo professionistico in città e aumentare il numero di iscritti».
Thomas Trenchi
