Seguici su

curiosità

Il Paintball sbarca a Piacenza: «Qualcuno ha protestato, ma non è uno sport violento»

Cos’è il Paintball e dove si pratica a Piacenza. Alcuni residenti della Val Trebbia hanno protestato contro l’apertura del campo da gioco

Pubblicato il

L’obiettivo è colpire l’avversario con una pallottola di vernice: nell’immaginario comune, il Paintball è uno sport tipicamente statunitense. Ma recentemente è sbarcato anche a Piacenza, dove inizia a confermarsi una realtà che attira molti curiosi. «Già tante persone hanno provato questo sport, parliamo di circa duemila utenti puntualmente entusiasti dell’attività», spiegano i referenti dell’associazione locale “Piacenza Paintball”. Tuttavia, non è mancata qualche difficoltà a insediarsi: «La nostra sede è collocata tra Rivergaro e Pieve Dugliara, in un grosso prato riadattato al Paintball, nella cornice dello splendido paesaggio naturalistico del parco naturale del Trebbia. In realtà, purtroppo, non è stato facile inserirsi in questo contesto. Ringraziamo l’amministrazione comunale di Rivergaro, che ci ha permesso di realizzare il primo campo da Paintball nel territorio piacentino».

16864249_785743314912269_7445701225918288389_n.jpg

Il campo da gioco situato nei pressi di Rivergaro

Un anno fa, infatti, un folto gruppo di residenti della Val Trebbia si oppose all’apertura in pianta stabile di un’area dedicata al Paintball: gli abitanti raccolsero centinaia di firme, protestarono e si riunirono con il sindaco di Rivergaro per sottolineare il timore ad avere un “fronte di battaglia” vicino alle proprie case. «Anche una forchetta, usata in modo improprio, può rivelarsi un’arma. In questo caso, si tratta di una preoccupazione infondata», commenta uno dei responsabili dell’associazione “Piacenza Paintball”, «spesso lo si paragona erroneamente al Soft-Air, sport nel quale – al contrario del Paintball – si ricerca la totale simulazione di guerra, ricreando appunto situazioni belliche veramente esistite, oppure vestendosi in pieno stile militare con riproduzioni di fucili e pistole. Al contrario, i marcatori da Paintball possono assomigliare a dei piccoli fucili che cercano in tutti i modi di essere univoci nella forma, nei colori e nell’utilizzo».

18424169_830267817126485_5148747599014698969_n.jpg

Un gruppo di giocatori di Paintball

«Anche le divise non hanno nulla a che fare con lo stile bellico: qualcuno è venuto a giocare in pantaloncini e canottiera, altri in tuta da sci o da meccanico», prosegue il presidente di “Piacenza Paintball”. «Insomma: si consigliano colori sgargianti e abiti comodi, che permettano di muoversi con facilità, lontani dalle logiche della guerra. È possibile giocare con le gambe e le braccia scoperte. La vernice è completamente atossica, biodegradabile e lavabile. Forniamo tutte le protezioni a chiunque venga a provare: maschera per gli occhi, guanti, paracollo e pettorina. Non c’è contatto fisico, la percentuale di incidenti è praticamente pari a zero in tutto il mondo». Le statiche rilevate dal National Safety Council negli Stati Uniti lo confermerebbero: il rischio di infortunio per chi gioca a Paintball è pari al 0,02% ogni 1000 giocatori, differentemente dal calcio che ha un rischio del 26%.

logo paintball

Il logo dell’associazione “Piacenza Paintball”

Piacenza Paintball” è la prima Associazione Sportiva Dilettantistica nata nel territorio piacentino con lo scopo di divulgare lo sport del Paintball. «Il nostro obiettivo è la promozione del Paintball sia come attività di svago e di divertimento all’aria aperta», chiariscono i membri dell’associazione, «sia come una vera e propria disciplina sportiva basata su allenamenti finalizzati allo sviluppo di capacità individuali e di squadra». “Piacenza Paintball” è affiliata alla UISP – Unione Italiana Sport per Tutti – Ente di promozione sportiva riconosciuto dal CONI, e pertanto ogni suo associato dispone di copertura assicurativa. Le modalità di gioco non sono complicate: «La sfida comprende due squadre, composte ciascuna da almeno quattro giocatori. L’età minima per iniziare a giocare a Paintball è indicativamente 7 anni, perciò alcuni centri estivi piacentini stanno cominciando a includere questa attività nei propri programmi. La modalità “principe” è la così detta “cattura la bandiera”, in cui si deve tentare di arrivare al punto di partenza della squadra avversaria, senza essere “marcati”, cioè colpiti dalla pallottola di vernice. Assomiglia a “palla prigioniera”».

Come accade immancabilmente in Italia, la burocrazia si è messa di traverso: solamente da poco tempo il Paintball è stato inserito nella Gazzetta Ufficiale, rendendo i marcatori – cioè i fucili che sparano la vernice – ”attrezzi sportivi’’ (non armi pericolose). Il primo evento di carattere nazionale si è svolto a Grosseto nell’ottobre del 2010. Nel corso degli anni si sono alternati diversi campionati agonistici, nonché iniziative che – attraverso questo sport – aiutano a rafforzare lo spirito d’unione all’interno di un gruppo (molte squadre di rugby, per esempio, si affidano alle pallottole colorate per solidificare la fiducia reciproca). Proprio da questo punto di vista, il sogno di “Piacenza Paintball” è «costurire un campo professionistico in città e aumentare il numero di iscritti».

Thomas Trenchi

Classe 1998, giornalista professionista dell'emittente televisiva Telelibertà e del sito web Liberta.it. Collaboratore del quotidiano Libertà. Podcaster per Liberta.it con la rubrica di viaggi “Un passo nel mondo” e quella d’attualità “Giù la mascherina” insieme al collega Marcello Pollastri, fruibili anche sulle piattaforme Spreaker e Spotify; altri podcast: “Pandemia - Due anni di Covid” e un focus sull’omicidio di via Degani nella rubrica “Ombre”. In passato, ideatore di Sportello Quotidiano, blog d'approfondimento sull’attualità piacentina. Ha realizzato anche alcuni servizi per il settimanale d'informazione Corriere Padano. Co-fondatore di Gioia Web Radio, la prima emittente liceale a Piacenza. Creatore del documentario amatoriale "Avevamo Paura - Memorie di guerra di Bruna Bongiorni” e co-creatore di "Eravamo come morti - Testimonianza di Enrico Malacalza, internato nel lager di Stutthof". Co-autore di “#Torre Sindaco - Storia dell’uomo che promise un vulcano a Piacenza” (Papero Editore, 2017) e autore di "La Pellegrina - Storie dalla casa accoglienza Don Venturini" (Papero Editore, 2018). Nel maggio del 2022, insieme ai colleghi Marcello Pollastri e Andrea Pasquali, ha curato il libro-reportage "Ucraina, la catena che ci unisce", dopo alcuni giorni trascorsi nelle zone di guerra ed emergenza umanitaria. Il volume è stato pubblicato da Editoriale Libertà con il quotidiano in edicola. Ecco alcuni speciali tv curati per Telelibertà: "I piacentini di Londra" per raccontare il fenomeno dell'emigrazione dei piacentini in Inghilterra nel secondo dopoguerra, con immagini, testi e interviste in occasione della festa della comunità piacentina nella capitale britannica dal 17 al 19 maggio 2019; “I presepi piacentini nel Natale del Covid”; “La vita oltre il Covid” con interviste a due piacentini guariti dall’infezione da Coronavirus dopo dure ed estenuanti settimane di ricovero in ospedale; il reportage “La scuola finlandese” negli istituti di Kauttua ed Eura in Finlandia.