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Mercato europeo all’insegna di sapori, profumi e colori. I 10 banchi migliori

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Tra sapori, profumi e colori, anche quest’anno il Mercato europeo ha fatto ritorno sul Pubblico Passeggio. È la tredicesima edizione consecutiva di un evento che ogni anno coinvolge con successo una larga fetta di piacentini, ma non solo: il Comune e le associazioni di categoria hanno sottolineato che si tratta di un appuntamento che attira tanti visitatori anche da fuori città. Fino a domani sera, domenica 10 settembre, oltre cento operatori commerciali esporranno come d’abitudine un variegato insieme di abiti, oggettistica e generi alimentari provenienti da tutto il mondo.

Ieri si è svolta la prima giornata della fiera, con un indubbio denominatore comune: quello della piastra. Infatti, dalle carni balcaniche alla porchetta, dai würstel per imbottire gli hot dog alle bistecche israeliane per accompagnare le patatine, dai più tipici stinchi di maiale agli spiedini polacchi, sul Mercato europeo si griglia come se non ci fosse un domani. I passanti apprezzano, la maggior parte di essi si ferma a cenare in gruppo, inseguendo gli odori che passano nelle narici e finiscono nel portafoglio. Il tutto immancabilmente allietato dalla melodia rilassante del musicista sudamericano che, sperimentando anche le hit del momento, soffia nel flauto e vende i propri cd autoprodotti. Unica pecca: qualche accatastamento di scatoloni degli stand abbandonato all’aria aperta nel tratto di via Alberici, proprio accanto ai tavoli dove si mangia.

Ecco la classifica dei 10 banchi da non perdere.

  1. «Come si fa a vivere senza husky? È un compagno di vita fantastico, non vuole mai stare da solo». Il proprietario della bancarella finlandese, all’ottavo anno di fila a Piacenza («una città che mi piace molto, dove si fanno affari»), lo ha detto a un cliente che stava comprando un enorme pupazzo con la forma di questo celebre cane tanto amato in Lapponia. «La nostra merce è realizzata in Finlandia. Vendiamo vera pelle di renne, pantofole, maglioni, cappelli e peluche di animali», che ricalcano le razze più diffuse nel Nord europa. Il brand degli articoli – se così si può definire – è il freddo: imbottiture, pelo e pellicce permettono di prepararsi alle vacanze invernali (in particolare se la meta è a trenta gradi sotto zero). IMG_5799.JPG
  2. Le piante dell’aria incuriosiscono tante donne che vogliono dare un tocco di classe alla propria abitazione. Si tratta di piccoli vegetali senza radici che purificano l’aria. Per sopravvivere non devono essere collocati nel terreno, ma semplicemente appesi in altezza per nutrirsi dell’umidità atmosferica. È una specie che proviene dall’America centrale, arrivata per la prima volta in Germania cinquant’anni fa, che per un attimo – durante l’anno – fa tappa anche a Piacenza. IMG_8420.JPG
  3. Guai a farsi ingannare dall’impasto povero di farina, latte, burro e olio: i coccoretti, piccoli dolci belga preparati solo con cocco, albume d’uovo e zucchero, saziano parecchio. Sono tutt’altro che leggeri. Queste cupoline bianche compatte all’esterno e umide all’interno possono essere mangiate calde, tiepide o fredde. La fragranza inconfondibile si percepisce a distanza. IMG_2478.JPG
  4. La cucina portoghese sbarca per la prima volta sul Pubblico Passeggio con pesce gratinato, calamari fritti, polpette di sarde o baccalà, involtini di pesce spada e cous cous di pesce. Quest’ultimo, servito in grande quantità, è il piatto che va per la maggiore. L’azienda è originaria di Porto, ma i dipendenti sono giovani ragazzi italiani.  IMG_5649.JPG
  5. El Rincón de España, letteralmente “l’angolo di Spagna”, cattura l’attenzione dei pedoni con padelle stracolme di paella larghe almeno un metro. Le cuoche – a ritmo di musica iberica – continuano a mescolare e a riversare i molluschi tra i chicchi di riso giallo. Gamberoni, cozze, calamari, pomodori, piselli e fagiolini sono gli ingredienti principali, accompagnati dalla birra Estrella prodotta a Barcellona. IMG_3256.JPG
  6. Gusti decisi e ancorati indissolubilmente alla terra d’origine: nell’offerta dello stand sardo, spiccano il pecorino, il pane carasau, i gnocchetti alla campidanese (con sugo di salsiccia sarda), i ravioli ripieni di patate e formaggio, il maialetto (per gli intenditori: “porceddu”) e la grigliata mista. Il proprietario è un signore anziano proveniente da Cagliari, che spiega: «Il nome dialettale dell’esercizio, “Su Cumbidu”, significa “Ti invito”». IMG_3395.JPG
  7. Il Mercato europeo lascia sempre dietro a sé una lunga scia di spezie di ogni tipo. Centinaia di sacchetti di carta vengono riempiti dalle polveri colorate: d’altronde, la cucina si sta globalizzando e qualche spezia eccentrica può donare nuovi sapori anche ai piatti tipici. La curcuma sembra essere la più venduta. Non mancano le miscele anti-reumatismi, contro la stitichezza, anti-colesterolo, per regolare la pressione, per affrontare i disturbi urinari, per la bellezza della pelle, per la circolazione, per dormire meglio… Insomma: a mali estremi, estremi rimedi.IMG_7992.JPG
  8. Lo stand di dolci austriaci si è recato in trasferta a Piacenza con circa trecento pezzi di strudel (pasta ripiena di mele, pinoli, uvetta e cannella) e altrettante torte sacher (antica ricetta inventata nel 1832, a base di cioccolato e marmellata). Da provare.IMG_2538.JPG
  9. Da Praga arriva il “trdlo”, un dolce della cucina ceca, slovacca e ungherese. L’impasto è una sorta di pane dolce che prima della cottura viene modellato come un lungo filoncino di circa due centimetri e arrotolato attorno a un bastone di legno. Successivamente il composto viene cosparso di zucchero e cannella. Viene poi messo a cuocere lentamente sul fuoco, ruotando su se stesso in modo uniforme. Il risultato è un cilindro di pasta con una patina dolce da ricoprire con noci, vaniglia o mandorle. IMG_9617.JPG
  10. È possibile assaggiare la “salsiccia domaca” presso lo stand balcanico. Questa salsiccia casereccia assume il nome dalla cittadina di Kamnik, collocata in una zona montagnosa della Slovenia centrale. È molto pesante in quanto è fatta di carne di maiale, lardo, spezie e sale. Essendo notevolmente saporita e grassa, è perfetta per essere grigliata, così da aumentarne la digeribilità.IMG_4803.JPG

Thomas Trenchi

Classe 1998, giornalista professionista dell'emittente televisiva Telelibertà e del sito web Liberta.it. Collaboratore del quotidiano Libertà. Podcaster per Liberta.it con la rubrica di viaggi “Un passo nel mondo” e quella d’attualità “Giù la mascherina” insieme al collega Marcello Pollastri, fruibili anche sulle piattaforme Spreaker e Spotify; altri podcast: “Pandemia - Due anni di Covid” e un focus sull’omicidio di via Degani nella rubrica “Ombre”. In passato, ideatore di Sportello Quotidiano, blog d'approfondimento sull’attualità piacentina. Ha realizzato anche alcuni servizi per il settimanale d'informazione Corriere Padano. Co-fondatore di Gioia Web Radio, la prima emittente liceale a Piacenza. Creatore del documentario amatoriale "Avevamo Paura - Memorie di guerra di Bruna Bongiorni” e co-creatore di "Eravamo come morti - Testimonianza di Enrico Malacalza, internato nel lager di Stutthof". Co-autore di “#Torre Sindaco - Storia dell’uomo che promise un vulcano a Piacenza” (Papero Editore, 2017) e autore di "La Pellegrina - Storie dalla casa accoglienza Don Venturini" (Papero Editore, 2018). Nel maggio del 2022, insieme ai colleghi Marcello Pollastri e Andrea Pasquali, ha curato il libro-reportage "Ucraina, la catena che ci unisce", dopo alcuni giorni trascorsi nelle zone di guerra ed emergenza umanitaria. Il volume è stato pubblicato da Editoriale Libertà con il quotidiano in edicola. Ecco alcuni speciali tv curati per Telelibertà: "I piacentini di Londra" per raccontare il fenomeno dell'emigrazione dei piacentini in Inghilterra nel secondo dopoguerra, con immagini, testi e interviste in occasione della festa della comunità piacentina nella capitale britannica dal 17 al 19 maggio 2019; “I presepi piacentini nel Natale del Covid”; “La vita oltre il Covid” con interviste a due piacentini guariti dall’infezione da Coronavirus dopo dure ed estenuanti settimane di ricovero in ospedale; il reportage “La scuola finlandese” negli istituti di Kauttua ed Eura in Finlandia.