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«Il mio cane ha soccorso una donna scomparsa». Esibizioni e giochi a “Quattro zampe in azione”
Ieri è tornata “Quattro zampe in azione”. Intervista a Gabriele Morni, istruttore cinofilo: «Il mio cane ha ritrovato donna scomparsa»

«È stato il mio pastore tedesco, circa due mesi fa, a ritrovare una donna scomparsa a Ottone». Gabriele Morni, istruttore e presidente del Gruppo Cinofilo La Lupa, ricorda con una punta di meritato orgoglio l’intervento che Tummy, la sua “collaboratrice” pelosa, ha conseguito in Val Trebbia, ritrovando dopo dure ricerche una cinquantaquattrenne in stato confusionale al di sotto della carreggiata della statale 45. È una delle tante operazioni messe a segno dai volontari a quattro zampe della provincia piacentina, i cui sforzi sono stati coronati ieri durante la nona edizione di “Quattro zampe in azione”, la manifestazione organizzata presso il campo di addestramento di via XXIV Maggio dal Gruppo cinofilo La Lupa, con il patrocinio del Comune di Piacenza, della Regione Emilia-Romagna e dell’Agenzia regionale di Protezione Civile.

Il pubblico della nona edizione di “Quattro zampe in azione”
Il pubblico ha assistito anche a una dimostrazione delle unità cinofile antidroga e antiesplosivo di Guardia di Finanza e Polizia di Stato, dei cani guida per ipovedenti e degli animali dei volontari de La Lupa, impegnati in una simulazione di ricerca di persone disperse. Infine, si è svolto il tradizionale appuntamento con l’estrazione dei biglietti vincenti della lotteria e con i concorsi “Il cane con la faccia del padrone” e “Il cane più veloce”, sotto lo sguardo attento di una giuria d’eccezione composta da bambini e bambine.

Un automezzo dell’Unità Cinofila della Polizia Locale presente in via XXIV Maggio
Per esempio?
«Non lascio mai al mio pastore tedesco femmina una pallina da tennis con cui giocare in autonomia, ma mi unisco a lei e guido l’attività».
È corretto umanizzare il proprio animale, cioè attribuirgli dei comportamenti uguali ai nostri?
«Assolutamente no. Umanizzare un cane è un grosso errore, perché si tenta di trasformarlo in ciò che non è e che non può essere. L’animale in primis, che già subisce le modifiche imposte dall’ambiente urbano, non si sente a suo agio».
È più difficile addestrare un cane che abita in città?
«No, ma bisogna apportare alcuni cambiamenti sostanziali al percorso educativo. Il cane non deve vivere né come un bambino né come una bestia isolata che viene utilizzata una sola volta all’anno. L’ultimo caso, purtroppo, accade spesso per colpa dei cacciatori».
I metodi coercitivi provocano nel cane stress e aggressività. L’addestramento non rischia di alimentare questi comportamenti?
«Con il Gruppo Cinofilo La Lupa non applichiamo nessuna forma costrittiva, non condizioniamo gli atteggiamenti attraverso le minacce e non ricorriamo a ritorsioni mentali o fisiche. Adottiamo una prassi gentile, che consiste nell’offrire un incentivo adatto, come un bocconcino o un giocattolo. Non vogliamo vedere un cane con la coda in mezza alle gambe e le orecchie basse».
Thomas Trenchi
