cultura
La pace attraverso l’arte: il 23 novembre l’evento mondiale a Bobbio
«La bellezza dell’arte è l’unico elemento universale in grado di percorrere la strada della pace». Con questa frase, Marzio Dallagiovanna, presidente della Fondazione Gorbaciov e vicepresidente del Segretariato del Summit Mondiale dei Premi Nobel per la Pace, s’affaccia all’evento internazionale che attende il territorio piacentino il 23 novembre: la collocazione a Bobbio del monumento “L’Uomo della Pace di Scepi”, l’opera simbolo nella storia dell’arte del ‘900 ispirata da Karol Wojtyła nel 1977.
Dallagiovanna questa domenica si recherà a Torino, presso la Palazzina di Caccia di Stupinigi, per presentare al pubblico – composto anche da importanti critici e addetti ai lavori, come Philippe Daverio – l’appuntamento bobbiese: «Fin dai primi Summit dei Premi Nobel per la Pace si è compreso che non è possibile perseguire la pace senza una solida base culturale, e che è l’uomo il contenitore dell’essenza che può salvare il mondo. – ricorda Dallagiovanna -. Perciò il Presidente Gorbachev e i Nobel della Pace come rappresentazione e simbolo di questa certezza hanno identificato la famosa opera d’arte “L’Uomo della Pace” del maestro Franco Scepi. La diplomazia culturale è la volontà di mantenere – attraverso i valori della cultura e dell’arte in tutte le sue forme – la nostra identità di esseri umani, costruendo ognuno dentro di sé il proprio Uomo della Pace».
«A Bobbio, “L’Uomo della Pace di Scepi” verrà posto nella Basilica di San Colombano, un monaco missionario che ha contribuito alla costruzione della Via Francigena, teoricamente un cammino di pace tra Europa e Nord Africa» spiega Dallagiovanna, grazie al quale Piacenza dall’inizio dell’anno ospita la sede del Segretariato mondiale dei premi Nobel per la Pace presieduto da Ekaterina Zagladin, figlia di Vadim Zagladin, il primo consigliere politico di Mikail Gorbaciov e come lui frequentatore della città a partire dai primi anni ’90. L’opera di Franco Scepi – emblema di fede e impegno civile a livello internazionale, sottoscritta da tutti i Nobel – raffigura una testa androgina costruita come un muro, con gli occhi socchiusi, prigioniera delle divisioni e delle incomprensioni, dalla cui sommità esce una colomba bianca che raffigura la pace. «Per la prima volta – sottolinea Dallagiovanna -, sarà alta tre metri e, rivisitata in versione “traforata” di acciaio Corten, restituirà un senso di trasparenza e di fusione tra tesi e antitesi. Ritengo che il mosaico dei valori di pace abbia un collante imprescindibile: la giustizia. L’ingiustizia subita da una sola persona, è un’ingiustizia nei confronti dell’umanità intera».
L’evento bobbiese, in concomitanza dei festeggiamenti dedicati al santo patrono d’Europa, potrebbe rivelarsi un’apripista anche per la candidatura di Piacenza a capitale della cultura 2020, ponendo i riflettori di tutto il mondo sul territorio locale: «Partendo da Bobbio, l’obiettivo è quello di abbracciare Piacenza per un’identità internazionale di Città della Cultura, con nuova scansione di storia, arte e fede attraverso il simbolo “L’Uomo della Pace di Scepi”». Già nello scorso aprile, a Piacenza e a Bobbio erano giunte una quindicina di delegazioni straniere legate ai premi Nobel per la Pace, con ospiti illustri: per esempio, lord David Trimble, ex leader dell’Ulster Unionist Party e premier dell’Irlanda del Nord, Nobel per la Pace nel 1998.
Thomas Trenchi