cultura
A Piacenza per allargare i propri orizzonti: l’esperienza di tre studenti stranieri al Liceo Gioia
«Tra le tante culture non esiste giusto o sbagliato, ma soltanto differente». Rara, Aron e Rita sono tre degli Exchange Students che popolano i corridoi del liceo Gioia, in un fermento di scambi culturali, sociali e umani che lasciano ben sperare per il futuro.
«Conoscere i miei limiti e abbattere gli stereotipi sull’Indonesia». Ha 16 anni e le idee molto chiare, Fazrin Novira Rizky, che tutti chiamano semplicemente Rara, una delle tante studentesse straniere che ogni anno scelgono di trascorrere un periodo in Italia. Rara è iscritta al liceo Gioia ed è arrivata a Piacenza grazie all’associazione Intercultura.
Con lei, a frequentare le lezioni di italiano e altre attività scolastiche, collocati in varie classi dell’Istituto superiore, ci sono anche Jui-Tung Chang, 17 anni, detta Rita, da Taiwan e Aron Horia Ciocan, 15enne rumeno approdato qui da Bucarest con il suo entusiasmo contagioso. Anche Aron è inserito in un progetto di Intercultura, mentre Rita partecipa all’attività di scambio internazionale del Rotary Club, RYE, in particolare del Distretto 2050, di cui Piacenza è parte insieme ad altre città del nord Italia.
Perché hanno scelto di cambiare Paese?
Diversi i motivi che li hanno spinti, così giovani, a intraprendere questa scelta, cambiando radicalmente Stato, famiglia e lingua. Rara, la più decisa e determinata del gruppo, ha il sogno di gettare un ponte tra il suo Paese e l’Italia; veste abiti tipici indonesiani e adora tutte le materie scientifiche, in un perfetto connubio tra tradizione e modernità. Aron desiderava uscire dalla consueta routine, vedere cosa offre ai ragazzi un Paese diverso e conoscere persone nuove. Proprio gli amici temeva gli mancassero di più, ma con sua grande sorpresa ha trovato molto facile inserirsi nella nuova classe italiana, sentirsi accolto e benvoluto da tutti. Rita ha scelto l’Italia per l’arte e Piacenza per la sua vicinanza a Milano, capitale della moda, anche se poi è rimasta conquistata più dalla gastronomia nostrana che dalle bellezze del territorio, ancora da esplorare. Alla domanda «cosa ti ha colpito di più di questa esperienza?» ha infatti risposto che non si aspettava che gli italiani mangiassero tanto formaggio! Altre preoccupazioni riguardano il clima: Taiwan è un’isola tropicale, in cui la temperatura non scende mai sotto i 10 gradi, e l’inverno continentale potrebbe essere difficile da sopportare. La speranza di Rita è quella di vedere, per la prima volta in vita sua, la neve cadere dal cielo.
«Piacenza è una città vivace e allegra»
Piacenza, come città, risulta gradita ai ragazzi stranieri: appare vivace e allegra, facile da percorrere e abbastanza semplice anche per orientarsi. La nostra lingua è giudicata difficile da imparare, anche se gli sforzi delle famiglie ospitanti e della scuola cercano di ottimizzare i tempi di apprendimento. E gli Italiani… ovvero i piacentini… che prima impressione hanno fatto ai giovani ospiti da Indonesia, Romania e Taiwan? Rara non si aspettava che mangiassero così tanto; Aron che fossero così gentili. Rita, invece, con la sua tipica calma orientale, ha dichiarato che all’inizio era spaventata: «Parlano tutti a voce così alta, che non capisco se sono felici o arrabbiati”.
Rara, Aron e Rita sono tre degli Exchange Students che da inizio settembre popolano i corridoi del liceo Gioia, ma anche altre scuole piacentine ospitano ogni anno decine di studenti in arrivo da tutto il mondo, in un fermento di scambi culturali, sociali e umani che lasciano ben sperare per un futuro in cui davvero, come ha sottolineato Rara, sia evidente che «tra le tante culture non esiste giusto o sbagliato, ma soltanto differente».
Michela Vignola