politica
Torre irrompe in consiglio comunale: «Andrò al governo della nazione»
Ha indossato una tuba grigia, diversamente dalla tipica versione nera diventata celebre nella scorsa campagna elettorale. Ma la sostanza è sempre la stessa: sbeffeggiare la classe politica, armandosi di satira e risate. Stefano Torre, l’ormai ex candidato a sindaco di Piacenza, oggi è tornato alla ribalta, irrompendo a Palazzo Mercanti durante la seduta del consiglio comunale. Al suo fianco si trovavano i sostenitori più affezionati – immancabili i due figli, la moglie e il fratello -, compresi alcuni giovani volti nuovi che hanno aderito in prima persona alla provocazione di Torre Sindaco. «Si cambia prospettiva, ora punto alla poltrona di Presidente del Consiglio dei Ministri. Ho apportato alcune modifiche al mio abito, sufficienti per indicare che il mio obiettivo è la cattedra di primo ministro. Stiamo attivando numerosi comitati a livello nazionale, una marea di persone si è detta disponibile a mettersi in gioco. Dobbiamo trovare uno schema in grado di accomunare l’attività di tutti». Quello di oggi, dunque, è stato solo il primo dei colpi che tornerà a sparare verso il voto politico del 2018.
Il giudizio di Torre sulla Giunta Barbieri
Torre, che ha radunato i fan muniti di cappello cilindrico di fronte al suo ufficio in via Roma, ha commentato i primi cento giorni della Giunta Barbieri: «Certamente non mi aspettavo la realizzazione di un vulcano, ma almeno qualcosa in più della sola demolizione dei simboli riconducibili alla vecchia amministrazione. Non è stata apportata nessuna novità, al di fuori del lancio di uno sport innovativo: il tiro al biscotto sullo Stradone Farnese». La Giunta infatti ha abbassato l’altezza degli spartitraffico, senza tuttavia risolvere il problema: le auto continuano a scontrarsi contro la segnaletica. «Seppur involontariamente, le proposte dei consiglieri comunali e degli assessori stanno ricalcando l’essenza satirica di Torre Sindaco». Durante il tragitto, è stato fermato da numerosi piacentini divertiti dalla performance. La sua risposta è stata inequivocabile: rivolgendosi ai passanti, ha alzato due dita al cielo in segno di vittoria.
All’ingresso in consiglio comunale, mentre gli eletti commentavano il bilancio, alcuni esponenti politici non sono riusciti a contenere un sorriso. Altri, invece, sono parsi parecchio infastiditi. Il presidente del consiglio comunale Giuseppe Caruso ha ammonito un simpatizzante di Torre che riprendeva la scena con una telecamera. «Ci hanno vietato di filmare all’interno di Palazzo Mercanti. Rispetto la norma, ma la ritengo limitativa per la libertà dei cittadini», ha fatto notare Torre.
Un lago sopra Lodi nel programma per l’Italia
Tornando sulla scia della candidatura nazionale, ha presentato i nuovi punti programmatici con i quali probabilmente diventerà virale in tutta la Penisola. «La politica ha bisogno del mio programma visionario e lungimirante, che mette al centro la felicità dei cittadini. Porterò un vulcano a Milano per renderla simile a Napoli. Trasformerò la provincia di Lodi in un grosso lago salato per dotare il capoluogo lombardo di un piccolo mare. Dichiarerò l’indipendenza di Parma e la attaccherò militarmente, nell’ottica di un’Italia che tornerà grande come in passato», ha proseguito Torre, svelando nuovi contatti sulla rubrica telefonica: «Oltre a Kim Jong-un, Donald Trump e Vladimir Putin, posso contare sul sostegno del presidente cipriota Nikos Anastasiadīs, che fornirà al Paese il clima di Cipro e mi appoggerà nella campagna presidenziale. La roccaforte del “torrismo” è senza dubbio Piacenza, ma anche Parma e Rimini sono vicine al mio messaggio. Entro la fine del prossimo mese, terrò un comizio in Piazza Duomo a Parma per preannunciare le mie azioni: distruggere la città e cospargerla di sale». I parmigiani sono avvertiti.
Thomas Trenchi