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Trecento genitori ribelli nel piacentino: «Più informazione sui vaccini»

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Sono sempre di più i “genitori ribelli” che non vogliono sottostare alle imposizioni delle Aziende sanitarie in tema di vaccini. Sul territorio piacentino, a fare da portabandiera è l’associazione Vaccinformato, «un gruppo di mutuo aiuto nato dall’esigenza di confrontarsi in modo critico sulle vaccinazioni, favorendo un dibattito critico tra famiglie e istituzioni», spiega la referente Silvia Cagnani. «Siamo l’unico paese in Europa con un piano vaccinale senza una base scientifica. Non c’è nessuno studio che dimostri che inoculare dodici vaccini a un neonato possa aiutarlo a vivere meglio. Lottiamo per la libertà di informazione e di scelta, per la possibilità di un calendario vaccinale personalizzato, preceduto da un attenta anamnesi del paziente, perché ogni individuo reagisce ai farmaci in maniera differente. La nostra associazione conta oltre trecento genitori su Piacenza e provincia, spinti dalla volontà di trovare quelle risposte che spesso non vengono avanzate dagli enti preposti».

L’obbligo vaccinale nelle scuole

In seguito al decreto del ministro alla salute Beatrice Lorezin, per accedere alla scuola dell’obbligo è diventato obbligatorio presentare una certificazione di dieci vaccini. Scadrà tra qualche giorno, il 30 ottobre, il limite entro cui l’Ausl dovrà comunicare gli inadempienti. «Il decreto Lorenzin ha creato ulteriormente un muro di omertà, vincolando chi non è medico a non poter trattare l’argomento oppure ad essere additato come un ciarlatano», prosegue Silvia Cagnani. «La prima preoccupazione degli organi preposti a tutela della salute dovrebbe essere il consenso informato del paziente, quale espressione della consapevole adesione al trattamento sanitario proposto dal medico. Invece, molti dei nostri associati hanno richiesto spiegazioni in forma scritta alla Asl, ma non hanno ancora ricevuto una risposta, se non quella di presentarsi a vaccinare i bambini per adempiere all’obbligo».

Gli effetti collaterali dei farmaci

«Nel corso degli anni Novanta le autorità sanitarie internazionali hanno migliorato le procedure atte a garantire la sicurezza dei farmaci autorizzati, anche se nessun farmaco può considerarsi completamente sicuro. Normalmente, si considera un farmaco sufficientemente sicuro da essere approvato quando i benefici superano i rischi. Purtroppo, alcuni ipotetici effetti collaterali dei vaccini si verificano dopo molto tempo, rendendo difficile dimostrare un evidente nesso di causalità con il vaccino», incalza la Cagnani, presidente di Vaccinformato. «Le segnalazioni di danni o presumibili danni da vaccino all’Agenzia Italiana del Farmaco spesso non vengono fatte dai medici e dalle famiglie, diminuendo i dati necessari a testarne il giusto rapporto tra danni e benefici». L’associazione cita in causa il vaccino Infanrix hexa, usato per proteggere il bambino da sei malattie: «Nel foglietto illustrativo di questo esavalente viene dichiarato che “Gli studi clinici sono condotti in condizioni molto specifiche, le percentuali di reazioni avverse osservate potrebbero non corrispondere ai tassi osservati nella pratica”».

I problemi legati alla privacy

«In Italia non vi è nessuna epidemia in atto, i bambini non vaccinati sono sani, ma sono diventati “ricercati e untori”. Gli Istituti scolastici hanno cercato di adempiere ai loro obblighi nell’ambito delle vaccinazioni, violando molto spesso la privacy dei bambini e studenti. L’associazione, che è supportata da un avvocato, è stata contattata da alcune famiglie che si sono ritrovate negli elenchi pubblici affissi alle porte senza il loro consenso. Manca un’adeguata base regolamentare che consenta la trasmissione di dati sensibili dalle Asl alle scuole. Quest’ultime, ad oggi – conclude Silvia Cagnani -, non hanno gli strumenti adatti per intromettersi sulla vaccinazione o meno di un bambino».

Thomas Trenchi

Classe 1998, giornalista professionista dell'emittente televisiva Telelibertà e del sito web Liberta.it. Collaboratore del quotidiano Libertà. Podcaster per Liberta.it con la rubrica di viaggi “Un passo nel mondo” e quella d’attualità “Giù la mascherina” insieme al collega Marcello Pollastri, fruibili anche sulle piattaforme Spreaker e Spotify; altri podcast: “Pandemia - Due anni di Covid” e un focus sull’omicidio di via Degani nella rubrica “Ombre”. In passato, ideatore di Sportello Quotidiano, blog d'approfondimento sull’attualità piacentina. Ha realizzato anche alcuni servizi per il settimanale d'informazione Corriere Padano. Co-fondatore di Gioia Web Radio, la prima emittente liceale a Piacenza. Creatore del documentario amatoriale "Avevamo Paura - Memorie di guerra di Bruna Bongiorni” e co-creatore di "Eravamo come morti - Testimonianza di Enrico Malacalza, internato nel lager di Stutthof". Co-autore di “#Torre Sindaco - Storia dell’uomo che promise un vulcano a Piacenza” (Papero Editore, 2017) e autore di "La Pellegrina - Storie dalla casa accoglienza Don Venturini" (Papero Editore, 2018). Nel maggio del 2022, insieme ai colleghi Marcello Pollastri e Andrea Pasquali, ha curato il libro-reportage "Ucraina, la catena che ci unisce", dopo alcuni giorni trascorsi nelle zone di guerra ed emergenza umanitaria. Il volume è stato pubblicato da Editoriale Libertà con il quotidiano in edicola. Ecco alcuni speciali tv curati per Telelibertà: "I piacentini di Londra" per raccontare il fenomeno dell'emigrazione dei piacentini in Inghilterra nel secondo dopoguerra, con immagini, testi e interviste in occasione della festa della comunità piacentina nella capitale britannica dal 17 al 19 maggio 2019; “I presepi piacentini nel Natale del Covid”; “La vita oltre il Covid” con interviste a due piacentini guariti dall’infezione da Coronavirus dopo dure ed estenuanti settimane di ricovero in ospedale; il reportage “La scuola finlandese” negli istituti di Kauttua ed Eura in Finlandia.