curiosità
Prof rassegnati e liceali aspiranti politici: il mondo delle elezioni studentesche
Le elezioni studentesche sono una fauna particolare, un mondo a sé che a tratti cerca di rispecchiare quello esterno. Dai professori rassegnati nei corridoi agli studenti che s’improvvisano politici di lunga data, dai programmi sfavillanti agli applausi scroscianti dei compagni di classe: ogni dettaglio va in contrasto con l’altro. Perciò merita di essere raccontato.
L’occasione per tuffarsi in questa dimensione parallela è stata l’assemblea del liceo Gioia convocata lunedì scorso, quando 1800 giovani si sono trasferiti per una mattinata al Politeama ad ascoltare i coinquilini scolastici pretendenti alla carica di rappresentante d’istituto, una sorta di portabandiera delle istanze studentesche durante le riunioni con il preside e i docenti. Nello stesso periodo, in tutti gli istituti scolastici si vota questa figura. Al Gioia gli elettori-studenti hanno incoronato Alessandro Molari di 5ª classico C, Gaia Serafini di 5ª scientifico A, Valerio Fontana di 5ª classico A, Simone Casotti di 5ª linguistico A, recandosi alle “urne elettroniche” (cioè i computer) delle aule didattiche
L’organizzazione dell’appuntamento è stata estenuante ma estremamente eccitante per i protagonisti. Ogni liceale ha vestito i panni di qualcun altro: chi è entrato nel “corpo di sicurezza” per permettere il corretto svolgimento dell’evento, chi ha messo la cravatta da baby Presidente del Consiglio, chi ha volantinato all’impazzata durante le lezioni, chi ha condotto il dibattito, chi si è dedicato alla parte tecnica e alla musica, chi ha preparato i social network e i video promozionali. Tutti insieme hanno formato, tassello per tassello, un grande puzzle disordinato.
Anche stavolta la fantasia non ha avuto limiti. Ogni anno al Gioia i nomi delle liste dei candidati sono variegati e inimmaginabili. “Listambecchi per un salto di qualità”, “L’Historia riscriviamo la nostra scuola”, “Lista SC io voi noi”, “Lista Ebbasta poche parole quelle buone” sono state le compagini che si sono sfidate in questa tornata.
I prof si travestono da studenti
«Apriremo due o tre aule nel pomeriggio e le doteremo di connessione Wi-Fi libera per favorire lo studio e i lavori di gruppo», hanno promesso Antonio Amatruda, Gaia Serafini e Valerio Fontana, candidati con “Listambecchi”. Qualcuno nel pubblico ha ribattuto: «Sono già stufo di rimanere a scuola per sei ore, quando suona la campanella preferisco andare a casa». Per convincere i votanti, i tre hanno proiettato un video alquanto divertente, dove alcuni professori del liceo hanno recitato la parte degli studenti, facendosi immortalare seduti dietro ai banchi, sulla linea di partenza della corsa campestre o intenti a chiacchierare durante la lezione. «Questa è la nostra visione di scuola: i veri protagonisti siamo noi, gli studenti!», hanno urlato al microfono nel loro discorso.
L’appello alla partecipazione studentesca
Alessandro Molari, candidato con “L’Historia”, pensa che le elezioni studentesche non siano uno scherzo. «Direi che, essendo 1800 studenti, è normale che sia vissuta in maniera diversa dai ragazzi. La “serietà” cambia tra biennio e triennio, ma ovviamente non voglio generalizzare. Il timbro distintivo della nostra lista è la proposta di lavorare sullo statuto degli studenti e delle studentesse, ovvero sulla legge che illustra diritti e doveri di tutti gli studenti». Non ha lasciato dubbi il suo esordio con la celebre frase di Gaber “Libertà è partecipazione”, mirata a denunciare «lo scarso spazio dato alla scelta dei ragazzi». Un esempio pratico? «Il logo della maglia d’istituto deve essere votato sui social network». La lista di Molari, composta anche da Alessandro Mazzi, ha proposto una festa di primavera delle scuole aperta a band, rapper e dj, «oltre alle tante associazioni che vorranno coinvolgere i giovani».
Il diciottenne Simone Casotti di “Lista SC” si è presentato da vero one man show, invitando la folla ad alzarsi in piedi: «Intorno a voi ci sono novecento studenti. Sono parecchi, eppure nessuno di loro si candiderebbe, temendo che non cambierà nulla, frenato dalla paura di parlare davanti al pubblico o di non essere “abbastanza”». Sembra esserci lo zampino di qualche spin doctor. «Invece siete abbastanza per cambiare le cose. Vi sto parlando da studente a studente: mi candido perché credo in questo liceo». Tesi confermata: questo giovane si è fatto una scorpacciata di comizi politici.
Un concerto live per convincere i votanti
Maria Carla Viola e Marco Antonelli di “Lista Ebbasta” hanno spiazzato tutti, portando sul palcoscenico del Politeama un musicista del Gioia: Davide Cappellini, classe quinta. Il giovane ha catturato l’attenzione degli studenti, stregandoli con la canzone “Love yourself”. «Come sono originali le idee della nostra lista – hanno motivato i due candidati -, vogliamo fare un’introduzione altrettanto diversa». E via con il suono della chitarra e con la splendida voce di Cappellini, accompagnata dagli applausi e dalle torce del telefono al posto degli accendini.
Le urne comunque hanno parlato, scegliendo i rappresentanti degli studenti del Liceo Gioia per il prossimo anno. Perché – al di là di un pizzico d’ego di troppo e di qualche goffaggine – le elezioni d’istituto sono un momento in cui si riscopre realmente la parola “partecipazione”. Un attimo veloce in cui gli studenti manifestano la speranza di vedere un mondo un po’ meglio di com’è ora, cominciando a metter mano alla propria scuola.
Thomas Trenchi