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L’alpino Gino Acerbi: «Non parlate a vanvera, il Daturi viene sfruttato»

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«Vi immaginate il giardino del Castello Estense a Ferrara ricoperto dalle cacche di cani? Distruggerebbe l’immagine della città. Il Comune di Piacenza ha fatto bene a vietare l’accesso agli animali nel Daturi, perché è il biglietto da visita di Palazzo Farnese». L’alpino Gino Acerbi conosce ogni ciuffo d’erba dell’Arena Daturi. D’altronde, è lui l’anima di questa enorme area verde, presieduta dalla squadra di volontari della Sezione Alpini di Piacenza di cui è capogruppo. Questi quattordicimila metri quadrati di terreno – incorniciati tra pioppi, pini e tigli – si trovano alle porte del centro storico, in viale Risorgimento. La gestione del Parco è affidata alle penne nere fino al 2021, le quali si occupano dell’apertura e della chiusura dei cancelli, dello sfalcio del prato e di altre attività di manutenzione, in cambio della sede fisica degli Alpini attualmente collocata proprio all’interno del Daturi. Questi interventi, secondo una stima ufficiosa, permettono un risparmio di 30mila euro annui di soldi pubblici.

L’Arena Daturi tra storia antica e problemi ordinari…

I problemi di ordinaria amministrazione sono numerosi: «Qualche imbecille scavalca la recinzione nella notte, distrugge le panchine e le fontanelle, si ubriaca e butta i cocci di vetro dietro le tribune. Per non parlare dei vandalismi e del bivacco: le porte della casetta vengono forzate. La nostra sede ha subito la visita dei ladri ben tre volte», dice arrabbiato Gino Acerbi, che auspicherebbe un controllo maggiore delle Forze dell’Ordine. Sembra davvero voler bene alla “sua” Arena Daturi, un parco contaminato di storia: «Qui sotto si trova un bastione della Cittadella Viscontea, la fortificazione che sorge alle spalle di Palazzo Farnese», racconta Acerbi, «nonché il solco dove probabilmente un tempo scorreva il canale Fodesta, alimentato dalle acque del Trebbia, che usciva dalla città e si gettava nel Po».

L’Arena da qualche anno ospita due importanti appuntamenti, capaci di richiamare in città migliaia di appassionati da diverse parti d’Italia: la Placentia Half Marathon, una mezza maratona competitiva su 21 km che si snodano tra le vie della città, e l’Alley Oop Festival, dedicato agli amanti degli sport estremi e della street culture. Nelle scorse settimane si è svolta anche la gara di Duathlon “La Primogenita” con duecento atleti sulla linea di partenza: fulcro centrale della manifestazione è stato proprio il Daturi.

Come sfruttare il parco? Un eterno dilemma!

La destinazione d’uso dell’area, tuttavia, ha sempre fatto discutere. In seguito ad alcuni servizi pubblicati su Sportello Quotidiano, recentemente sono divampate le polemiche tra i promotori dell’Alley Oop – che chiedono una gestione in pianta stabile dello spazio pubblico – e i professori di ginnastica delle scuole superiori – che difendono quella che ad oggi è la principale palestra “a cielo aperto” di cui dispongono. La strada del dialogo, fortunatamente, ha avuto la meglio: le due parti si sono incontrate per immaginare una convivenza civile e proficua, sulla quale dovrà comunque esprimersi la Giunta, senza trascurare il patto in corso con gli Alpini.

«La fruizione del parco è corretta, con eventi sportivi gratuiti e ludici. A luglio, per esempio, si è tenuto un grande torneo di baseball», chiosa Acerbi. «Non è vero che non viene sfruttato, bisogna smettere di parlare a vanvera. Quotidianamente i soldati dell’esercito corrono sulla pista, gli atleti si allenano e le classi del Liceo Gioia e dell’Istituto Romagnosi – circa 2.500 studenti totali – praticano educazione fisica».

Thomas Trenchi

Classe 1998, giornalista professionista dell'emittente televisiva Telelibertà e del sito web Liberta.it. Collaboratore del quotidiano Libertà. Podcaster per Liberta.it con la rubrica di viaggi “Un passo nel mondo” e quella d’attualità “Giù la mascherina” insieme al collega Marcello Pollastri, fruibili anche sulle piattaforme Spreaker e Spotify; altri podcast: “Pandemia - Due anni di Covid” e un focus sull’omicidio di via Degani nella rubrica “Ombre”. In passato, ideatore di Sportello Quotidiano, blog d'approfondimento sull’attualità piacentina. Ha realizzato anche alcuni servizi per il settimanale d'informazione Corriere Padano. Co-fondatore di Gioia Web Radio, la prima emittente liceale a Piacenza. Creatore del documentario amatoriale "Avevamo Paura - Memorie di guerra di Bruna Bongiorni” e co-creatore di "Eravamo come morti - Testimonianza di Enrico Malacalza, internato nel lager di Stutthof". Co-autore di “#Torre Sindaco - Storia dell’uomo che promise un vulcano a Piacenza” (Papero Editore, 2017) e autore di "La Pellegrina - Storie dalla casa accoglienza Don Venturini" (Papero Editore, 2018). Nel maggio del 2022, insieme ai colleghi Marcello Pollastri e Andrea Pasquali, ha curato il libro-reportage "Ucraina, la catena che ci unisce", dopo alcuni giorni trascorsi nelle zone di guerra ed emergenza umanitaria. Il volume è stato pubblicato da Editoriale Libertà con il quotidiano in edicola. Ecco alcuni speciali tv curati per Telelibertà: "I piacentini di Londra" per raccontare il fenomeno dell'emigrazione dei piacentini in Inghilterra nel secondo dopoguerra, con immagini, testi e interviste in occasione della festa della comunità piacentina nella capitale britannica dal 17 al 19 maggio 2019; “I presepi piacentini nel Natale del Covid”; “La vita oltre il Covid” con interviste a due piacentini guariti dall’infezione da Coronavirus dopo dure ed estenuanti settimane di ricovero in ospedale; il reportage “La scuola finlandese” negli istituti di Kauttua ed Eura in Finlandia.