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Elena Baio, il vicesindaco che adora i bracchi: «Ecco le mie idee per gli animali»

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Della “lady di ferro” dura e rigida descritta nei primi giorni di mandato non c’è neanche l’ombra. Il vicesindaco di Piacenza Elena Baio, che all’apparenza potrebbe sembrare un blocco di marmo difficile da scalfire, quando parla dei suoi amici a quattro zampe si emoziona inimmaginabilmente.

Con la mano continua ad accarezzare la collana che porta al collo: tre ciondoli in acciaio a forma di osso con incisi i nomi di Macchia, Pepo e Pepita, «i miei amati cani che sono morti. Macchia era vecchio ed è rimasto con me e mio marito solo per un anno, dopo che l’abbiamo portato via da una situazione difficile, evitando la soppressione. Pepo purtroppo ci ha lasciato a causa dei forasacchi, cioè delle pericolose spighe che entrano dal naso e forano i polmoni dell’animale. Pepita se n’è andata sotto i ferri, nel corso di un’operazione», ricorda la Baio con gli occhi che brillano. «Ora ho due bracchi, la mia razza preferita: Gnocco, salvato da un allevamento a Brescia in pessime condizioni, e Sofia».

Su Facebook ha un profilo in codice come “Pepita Segalini”, «il cognome da sposa e il nome della mia cagnolona. Ho creato l’account nel 2009 per far conoscere la sua cucciolata di undici piccoli bracchi». Elena Baio, oltre ad essere la collega più stretta del sindaco Barbieri, ha una moltitudine di deleghe, compresa quella alla Tutela degli animali.

Su Sportello Quotidiano abbiamo chiesto più volte la realizzazione di un cimitero per animali a Piacenza. L’opera è all’orizzonte? 

«Stiamo cercando di individuare un’area adatta, ho già incaricato gli uffici. In seguito valuteremo se affidarlo a un privato o gestirlo direttamente con la macchina comunale. Però voglio assolutamente realizzarlo. Io ho la fortuna di avere un giardino spazioso, dove ho potuto sotterrare con dolore i miei cani. Altre persone, al contrario, non hanno questa possibilità. Nelle poche realtà italiane in cui è presente, so che funziona alla perfezione. L’affetto che si nutre nei confronti di un animale giustifica senza eccezioni la costruzione di un cimitero».

Come si favoriscono le adozioni al canile?

«In realtà, mentre con la precedente gestione c’era poca disponibilità, oggi le associazioni lamentano l’eccessiva apertura e i pochi controlli su chi adotta un cane. Ma sono convinta – tranne in rare eccezioni – che un cane stia meglio in una casa piuttosto che nel canile».

In alcuni Comuni stanno avviando delle agevolazioni fiscali – come la riduzione della tassa dei rifiuti – per chi adotta un esemplare presso il canile o il gattile.  

«È una delle iniziative a cui sto pensando. Fino ad oggi ho dovuto prestare quasi l’esclusività della mia attenzione agli affari legali, un’altra delega importante. Pochi giorni fa ho convocato le associazioni animaliste per ascoltare le loro esigenze, raccogliendo parecchie lamentele rivolte alla scorsa Giunta. D’ora in poi spero di attuare una serie di misure incisive per gli animali».

Alla fine di gennaio scadrà l’attuale gestione del canile municipale. Avete intenzione di aprire un nuovo bando destinato solo alle associazioni legate agli animali?

«No, vogliamo aprire un bando il più ampio possibile, senza preclusioni, non limitato alle cooperative o alle associazioni. Effettivamente mi è stato fatto notare che le associazioni non avranno mai la forza economica per depositare la cauzione, differentemente da un soggetto privato. Tuttavia non bisogna guardare solo l’aspetto distinto, cioè la disponibilità delle associazioni con il cuore in mano per gli animali, ma anche le capacità gestionali… I volontari del canile e del gattile sono fondamentali, spesso però non si parlano tra loro e sono in disaccordo. Spero di riuscire a riconciliare l’ambiente attraverso il dialogo e la collaborazione».

L’edificio del canile deve essere ristrutturato? 

«Mi pare che oggi le mura del canile possano avere un voto sufficiente. Si dovrebbe investire maggiormente, ma i fondi scarseggiano. Se gestito correttamente, può andare bene così. Si potrebbe recuperare quello spazio inutilizzato non a norma che lo circonda, come avevo già proposto all’allora assessore Piroli. Mancavano le risorse, e anche oggi la questione è simile. Magari chiederò alle associazioni di prendere in carico la riqualificazione in cambio di una sede in pianta stabile, ma temo possa trattarsi di una spesa troppo grossa».

Come giudica l’operato dell’ex-assessore Giulia Piroli, la sua predecessora alla Tutela degli animali?

«Non conosco abbastanza ciò che ha fatto. Le aree di sgambamento sono maltenute e in molte zone non sono addirittura presenti. Proverò a realizzarne altre, tenendo conto dei tragici campanelli d’allarme che arrivano dal bilancio comunale. Per le associazioni è stata insufficiente perché non ha portato a termine il regolamento per il benessere degli animali. In più non ha nominato il garante degli animali».

Lei ha già in mente una personalità in questo ruolo?

«Ci devo pensare».

Ha visitato il Pets Festival a Piacenza Expo quest’anno?

«Sì, è una splendida manifestazione».

Eppure ogni volta imperversano le proteste degli animalisti contro il maltrattamento e la mercificazione delle specie nei padiglioni.

«Io non ho visto nessun maltrattamento, ma tanta pulizia, spazi ampi e rispetto per gli animali. Il presupposto per cui gli animali – in quanto esseri senzienti – non possono essere commerciati è una filosofia estremista e radicale. Concordo: sono esseri senzienti, ma possono sicuramente essere venduti».

È vegana?

«No».

Thomas Trenchi

Classe 1998, giornalista professionista dell'emittente televisiva Telelibertà e del sito web Liberta.it. Collaboratore del quotidiano Libertà. Podcaster per Liberta.it con la rubrica di viaggi “Un passo nel mondo” e quella d’attualità “Giù la mascherina” insieme al collega Marcello Pollastri, fruibili anche sulle piattaforme Spreaker e Spotify; altri podcast: “Pandemia - Due anni di Covid” e un focus sull’omicidio di via Degani nella rubrica “Ombre”. In passato, ideatore di Sportello Quotidiano, blog d'approfondimento sull’attualità piacentina. Ha realizzato anche alcuni servizi per il settimanale d'informazione Corriere Padano. Co-fondatore di Gioia Web Radio, la prima emittente liceale a Piacenza. Creatore del documentario amatoriale "Avevamo Paura - Memorie di guerra di Bruna Bongiorni” e co-creatore di "Eravamo come morti - Testimonianza di Enrico Malacalza, internato nel lager di Stutthof". Co-autore di “#Torre Sindaco - Storia dell’uomo che promise un vulcano a Piacenza” (Papero Editore, 2017) e autore di "La Pellegrina - Storie dalla casa accoglienza Don Venturini" (Papero Editore, 2018). Nel maggio del 2022, insieme ai colleghi Marcello Pollastri e Andrea Pasquali, ha curato il libro-reportage "Ucraina, la catena che ci unisce", dopo alcuni giorni trascorsi nelle zone di guerra ed emergenza umanitaria. Il volume è stato pubblicato da Editoriale Libertà con il quotidiano in edicola. Ecco alcuni speciali tv curati per Telelibertà: "I piacentini di Londra" per raccontare il fenomeno dell'emigrazione dei piacentini in Inghilterra nel secondo dopoguerra, con immagini, testi e interviste in occasione della festa della comunità piacentina nella capitale britannica dal 17 al 19 maggio 2019; “I presepi piacentini nel Natale del Covid”; “La vita oltre il Covid” con interviste a due piacentini guariti dall’infezione da Coronavirus dopo dure ed estenuanti settimane di ricovero in ospedale; il reportage “La scuola finlandese” negli istituti di Kauttua ed Eura in Finlandia.