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Uccise un ladro, Mario cena a Rivergaro: «Ripenso a quell’attimo, ho gli incubi»
Nöi sum tütt cum Mario. È il motto che il gruppo di amici “Chi d’Al Varger”, vicino alla Lega Nord, ha stampato a caratteri cubitali su una maglia in regalo all’oste lodigiano Mario Cattaneo, titolare della trattoria dei Amis di Gugnano, che nella notte tra il 9 e il 10 marzo scorso sparò e uccise un ladro romeno introdottosi nella sua proprietà insieme ad altri tre complici.
Ieri sera, insieme a Cattaneo e a suo figlio, circa quaranta persone si sono intrattenute all’insegna della tradizione e dei piatti tipici: pasta al forno, tagliata, pisarei, tagliatelle, formaggi, crostate e, soprattutto, tante barzellette estemporanee narrate in mezzo alla tavolata. La serata si è svolta nel bar Croce Bianca in piazza a Rivergaro. Tanti commensali ne hanno approfittato per scattare un selfie con Mario, che a sua volta ha regalato una cassa di bottiglie di vino etichettate con l’hashtag #IoStoConMario. Da poco è nata anche l’associazione in sostegno a Cattaneo, che ha lo scopo di promuovere il confronto tra cittadini e istituzioni sui temi della legittima difesa, e prossimamente uscirà un libro con ricette, racconti e proverbi scritti da Mario, il cui ricavato contribuirà a pagare parte delle spese legali.
L’oste lodigiano, infatti, sta affrontando un lungo e oneroso processo per eccesso di legittima difesa: secondo gli organizzatori, questi momenti di solidarietà lo aiutano a sopportare il duro periodo di stress che sta attraversando. Mario ha ringraziato il territorio piacentino per il supporto dimostrato, approfittandone per ribadire anche il suo messaggio politico.
Cosa chiede alle istituzioni?
«Di rispettare le promesse fatte. Credo che la difesa sia sempre legittima. Occorre la certezza della pena, chi sbaglia deve rimanere in carcere».
Come la sta aiutando la vicinanza delle persone, anche estranee?
«Questo appoggio è fondamentale per superare certi momenti di crisi, in particolare dal punto di vista morale. Più gente si ha intorno, più si acquisisce fiducia. Alcuni compaesani, invece, mi guardano in malo modo. Spesso ho gli incubi notturni, ripenso a quell’avvenimento – allo sparo del fucile – e mi vengono i brividi».
Ha qualche rimorso per l’uccisione del ladro?
«No, lo rivivo nella mia mente come un incidente. Non volevo ucciderlo, l’ho affrontato per impedirgli di entrare in casa mia. C’è stata una colluttazione breve ma violenta, e il proiettile è partito per caso».
Oggi a che punto si trova la sua vicenda giudiziaria?
«Recentemente è stato derubricato il capo d’accusa per omicidio volontario, ma rimane quello legato all’eccesso di legittima difesa. Il mio avvocato è fiducioso, attendiamo l’evolversi della situazione».
Non si è mai sentito sfruttato elettoralmente?
«Certamente a volte, soprattutto nelle trasmissioni televisive, entrano in gioco anche gli interessi di voto. Ma ringrazio le forze politiche che mi hanno mostrato affetto».
Thomas Trenchi