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Il circo senza animali arriva a Piacenza. «Sogniamo un tendone per girare la città»
Un circo senza elefanti, tigri, leoni, gabbie e domatori non è fantascienza. Provare per credere: domani, presso il teatro San Matteo, si terrà lo spettacolo “Allora vieni!”, un nuovo capitolo della serie di eventi proposti nel 2017 dall’associazione Diciottotrenta, un gruppo di giovani che vuole lasciare la propria impronta sulla città. A conquistare il palcoscenico sarà la compagnia Laden Classe, che promuove in Italia e non solo il circo contemporaneo.
Per l’occasione, verrà proposta la performance “193 problemi” (clicca qui), incentivata anche dalla direzione artistica di Dario (33 anni) e Talita (25 anni), referenti dell’associazione Tadam e impegnati nella diffusione delle arti circensi a Piacenza. Con loro ci siamo incontrati a Spazio 2 per fare qualche chiacchiera, approfittandone per vederli all’opera mentre si destreggiano in ogni posizione appesi al nastro o al palo.
Quali sono le differenze tra il circo contemporaneo e quello tradizionale?
Dario e Talita: «Negli ultimi vent’anni il circo contemporaneo sta spopolando in tutto il mondo, con maggiore difficoltà in Italia dove predominano le famiglie Orfei e Togni, le quali portano avanti le esibizioni classiche con gli animali. Il nostro tipo di spettacolo, invece, si focalizza sulle acrobazie, sulla figura dell’uomo, con attrezzi nuovi, intervalli di danza e tende più piccole. Il riferimento è il Cirque du Soleil».
Perfino il clown non è più lo stesso, vero?
Dario e Talita: «Sì, anche il pagliaccio non assume la stessa forma. Per intenderci: non ha la faccia bianca e il naso rosso. Non mette in scena le solite gag, ma è un vero e proprio attore teatrale che segue una trama precisa e motivata. Molti aspetti, però, sono ancora in divenire…».
Cosa organizzate con la vostra associazione Tadam?
Dario e Talita: «Abbiamo aperto e allestito una palestra circense a Spazio 2 e organizziamo corsi per bambini e adulti. In totale, ci sono già cinquanta iscritti divisi in fasce d’età che vanno dai tre ai quarant’anni».
Ma che esercizi può fare un bambino così piccolo?
Dario e Talita: «Si allena soprattutto attraverso la psicomotricità con gli attrezzi da circo, alla pari di una comune attività pre-sportiva che mira ad acquisire determinate capacità fisiche. Può già prendere confidenza con gli strumenti – come il trapezio o la sfera -, insistendo sull’equilibro, l’acrobatica e la manipolazione».
Il pubblico si sta abituando a questo cambiamento o resta affezionato al circo classico?
Dario e Talita: «In realtà si tratta di due tipologie diverse di spettatori. In Italia vi è un forte interesse verso il circo contemporaneo, con enormi margini di crescita».
E voi perché preferite l’esibizione moderna?
Dario e Talita: «Perché è composta da una drammaturgia precisa, da una trama strutturata con al centro l’uomo. Non è solo una successione di numeri».
Come vi siete appassionati al circo?
Dario: «Da ragazzo ho cercato di studiare l’arte della giocoleria come autodidatta. Da ormai cinque anni mi sto impegnando con più serietà, anche grazie all’aiuto di Talita. Il circo è affascinante e coinvolgente, amo soprattutto l’aspetto legato alla sperimentazione. I nostri corsi si basano proprio su questi elementi».
Talita: «Io arrivo dal mondo del teatro. Sono rimasta folgorata dagli artisti di strada. Unendo la base motoria a quella teatrale, ho incontrato il circo, che è pure bello e divertente!».
In futuro vi immaginate in un grande circo o a intrattenere i passanti per strada?
Dario: «Stiamo investendo su un’attività stanziale a Piacenza, cioè la palestra circense a Spazio 2. In più ci contattano già per alcuni spettacoli privati. Non mi attrae una grande compagnia: personalmente prediligo le atmosfere riservate, non troppo grosse».
Talita: «E poi abbiamo un sogno nel cassetto a cui non vogliamo rinunciare: un tendone da circo sotto cui girare la città».
Thomas Trenchi