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Luca Zandonella intervista Stefano Gatti: «Presidente, riporterà Cacia al Piacenza?»
Quando mi hanno chiesto di intervistare il presidente Gatti non c’ho pensato due volte. Assolutamente sì! Mi chiamo Luca Zandonella, sono assessore nel Comune di Piacenza, ho 29 anni e una grande passione per i colori biancorossi. Il mio interesse per il Piacenza Calcio è nato da bambino, grazie a mio padre (che non ringrazierò mai abbastanza per avermi trasmesso questa passione) che mi portò alla “Galleana” (allora si chiamava così…) per la prima volta il 7 maggio 1995. Si giocava Piacenza-Ancona, finita 2-0 con le reti di Filippo Inzaghi e Gianpiero Piovani: il Piacenza tornò in serie A con cinque giornate di anticipo. Inizio migliore non poteva esserci!
Quei tempi sono ormai lontani, ma – come cantano i tifosi biancorossi – non importa se Eccellenza o Serie A, i piacentini sono qua…
Ho avuto il piacere (da amministratore pubblico) e l’onore (da tifoso) di intervistare il presidente onorario del Piacenza Calcio, Stefano Gatti.
Buongiorno Presidente. Inizio subito con un’inversione dei ruoli. Se io fossi al suo posto, farei di tutto per riportare Daniele Cacia a Piacenza la prossima stagione. E Lei cosa farebbe se fosse al mio posto come atto prioritario?
«Ho tentato di portare Cacia a Piacenza, ma il ragazzo ha scelto di restare in serie B perché vuole battere il record di gol segnati in questa categoria. Se io fossi al tuo posto? Beh, farei di tutto per riportare un poco di tranquillità in quelle zone, vedi via Roma, dove i nostri concittadini hanno paura a uscire di casa. So che è difficile, ma mettici tutto l’impegno possibile».
Ora però Le devo chiedere se quello che io farei al suo posto è concretamente realizzabile…
«Si può fare, ma dipende tutto dal giocatore. Noi, comunque, faremo di tutto per dare questa soddisfazione ai tifosi biancorossi».
Presidente, ma che effetto fa sentirsi chiamare “Presidente” della gloriosa squadra di calcio che rappresenta la città?
«Un’emozione incredibile soprattutto per chi, come me, è nato nella vecchia Piacenza. Fare qualcosa per la propria città è sempre molto gratificante».
C’è mai stato un momento in cui ha pensato “Ma chi me l’ha fatto fare”?
«Tutti i giorni. Ma appena il pensiero termina faccio subito qualcosa per far crescere questa società. L’amore per questi colori, il senso di appartenenza a questa città sono sentimenti troppo forti per essere prevaricati».
Il momento più bello e quello più brutto di questi anni.
«Il momento più bello è stato il giorno della trasferta a Mapello, quando davanti a mille tifosi abbiamo riconquistato il calcio professionistico. Il più brutto? Le due gare dei play off contro il Parma. Sapevo che potevamo fare di più, ma purtroppo ci siamo arrivati con troppi giocatori infortunati».
Presidenti piacentini, allenatore piacentino, capitano piacentino. Non credo esistano altri esempi del genere. Un vero e proprio radicamento sul territorio che state attuando anche in altri modi: “Tal digh in piasintein” ad ogni inizio partita, incontri nelle scuole piacentine, accordi con le aziende del territorio. Avendo io la delega alle “Identità e tradizioni” non posso che citarvi come modello. Continuerete su questa strada?
«Sono nato in via Roma numero 60. Figuriamoci se non proseguirò su questa strada che ho voluto tracciare con tutte le mie forze. La piacentinità è una parola che non scomparirà mai dalla mia mente».
Presidente, un’ultima domanda: ma chi non salta insieme a noi cos’è?
«Un cremoneseee, un cremoneseee».
E come mi ha insegnato il mio amico Pedar, una nota finale doverosa: M’arcmand, forza Piace!
Luca Zandonella, assessore comunale