cultura
Halalando, il portale per strutture muslim friendly del “piacentino” Yassine Baradai
Dopo i “family friendly”, i “gay friendly”, i “pet friendly” ora in Italia nascono anche gli alberghi “muslim friendly”. A raggruppare tutte le strutture che possono essere ascritte alla categoria, ci ha pensato Yassine Abu Faisal Baradai, che a Piacenza abbiamo imparato a conoscere per il suo ruolo di direttore della comunità islamica di via Caorsana. Ma in questa nuova veste, in mattinata, ha presentato il suo ambizioso progetto ai microfoni di Radio24 all’interno della trasmissione “I Funamboli”, condotto da Alessandro Milan.
Sostanzialmente, Baradai ha messo online una piattaforma che raccoglie le attività halal in Italia (ristoranti, hotel, agriturismi, B&B, hammam, moschee, e tanto altro). La piattaforma permette di cercare le attività in base al luogo e ai servizi halal e Muslim Friendly grazie a un form di ricerca con diversi filtri.
In Italia risiedono 2 milioni di islamici, mentre in Europa sono circa 50 milioni, quindi un mercato molto vasto che non avrebbe atteso ancora molto a far sentire le proprie esigenze anche in fatto di accoglienza. Semplificando, il portale aiuta a trovare le strutture che si adeguano a ospitare persone con esigenze che riguardano la religione e la cultura islamica: per la preghiera, la privacy in particolare delle donne e il cibo.
«Teniamo conto che non tutti sono praticanti – ha precisato Baradai -, ma la questione del mangiare è molto sentita. Cioè per la ricerca dei prodotti halal, che rispetta i precetti coranici, il tipo di macellazione e la proibizione della carne di maiale e i suoi derivati, visto che a volte vengono utilizzati nelle brioches o nel pane». Ma non solo, perché esistono circostanze poco conosciute, come quella dell’alcol, che non solo non deve essere ingerito da un musulmano praticante, ma nemmeno presente nella stanza: «Sì, per esempio il non far trovare alcolici nel frigobar. Sono sempre di più le strutture che si adeguano, anche perché ci sono sempre più turisti musulmani, oltre a quelli già presenti nei vari paesi europei».
Il portale si chiama Halalando, che è ancora in fase di sperimentazione, per cui il suo ideatore attraverso la pagina Facebook ha rivolto una richiesta: «Ai miei amici chiedo di testarla iscrivendosi (tramite social è più semplice) e provando a recensire o inserire i locali che conoscete. Attendo poi i vostri feedback».
Ma nel corso della trasmissione radiofonica, Baradai ha poi risposto ad alcune accuse che, con la grande visibilità che sta avendo Halalando, potrebbero essere mosse. Per esempio quella su un’islamizzazione dell’Europa: «Io sono cresciuto da musulmano in oratorio e non ho mai avuto nessun problema, anzi è un arricchimento potersi confrontare con culture diverse. E poi qui parliamo soprattutto di esigenze alimentari, come per i celiaci o chi ha altre intolleranze».
Un’altra obiezione che gli è stata mossa riguarda la mancanza di reciprocità: provate a chiedere una birra a Ryad e vediamo se ve la portano. «Rispondo sempre che non sono dell’Arabia Saudita. Sono italiano e fiero di esserlo. Sono nato in Brianza, pur essendo di origini marocchine. E poi per me è anche una questione di precetti, non solo di soldi. Io stesso mi sono trovato in difficoltà con la mia famiglia quando viaggio, per cui è un progetto nato anche per semplificare la vita alle persone».
Per consultare il portale: Halalando
Gianmarco Aimi