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Giornata Internazionale della Montagna: la voce dei sindaci piacentini

Forse, anzi sicuramente, non basta una ricorrenza per dare alla montagna il valore che merita, anche politicamente. Ma è un primo passo per ricordare agli adulti quelle vette ripide che i bambini disegnano nei loro paesaggi. Oggi, 11 dicembre, ricorre la Giornata Internazionale della Montagna istituita dall’ONU.
Dal 2003 la celebrazione è stata osservata ogni anno per creare consapevolezza sull’importanza della montagna. Il Consorzio di Bonifica ha diramato una nota stampa per raccontare ciò che fa per i trenta comuni montani del piacentino.
Una delle principali attività del Consorzio riguarda i quarantasei acquedotti rurali da gestire attraverso interventi di sfalcio e lavaggio di numerosi manufatti acquedottistici, di ripristino di rotture sulle linee, di trasporto di acqua con autocisterna e di ristrutturazione di alcuni serbatoi di riserva.
Sono 125 i chilometri di viabilità rurale da mantenere e da mettere in sicurezza consolidandone i versanti. Il Consorzio è impegnato anche nella sistemazione funzionale delle pendici, contenimento o recupero di zone franose, ripristino degli argini, prevenzione e controllo dell’erosione dei terreni, contenimento e rallentamento del deflusso delle acque, controllo e sorveglianza delle situazioni di criticità geomorfologica, drenaggi sui versanti.
«Le montagne sono sistematicamente trascurate»
«Il nostro territorio montano», commenta il sindaco di Gazzola Simone Maserati, «rappresenta un’importante riserva sia per le attrattive turistiche sia per i tanti prodotti tipici ma anche per le tradizioni della sua gente. È un patrimonio degno di essere manutenuto, valorizzato e supportato, soprattutto nelle iniziative di chi decide con entusiasmo, ma anche coraggio, di mettere in gioco le proprie risorse per investire in attività legate alla salvaguardia dell’ambiente montano e alla produzione di prodotti locali».
«Le montagne», dice il sindaco di Nibbiano Giovanni Cavallini, «sono sistematicamente trascurate a livello globale, ma i nostri compaesani hanno chiesto una forte alleanza, la fusione dei comuni, per tornare ad essere protagonisti e incidere direttamente sulle scelte del loro futuro. La decisione della comunità è stata chiara e netta: un maggiore impegno per uno sviluppo dell’Alta Val Tidone, un impegno sia delle istituzioni che della società civile per lo sviluppo delle attività agricole, commerciali e per il ben essere delle comunità. Il referendum popolare ha stabilito la fusione dei Comuni di Nibbiano, Pecorara e Caminata. Il nuovo Comune Alta Val Tidone auspica il coinvolgimento dei giovani perché possano costruire, con vari progetti di sviluppo sostenibile, il loro futuro in questa valle fantastica».
Il primo cittadino di Ponte dell’Olio Sergio Copelli ricorda che «il tema di quest’anno “Montagne sotto stress: cambiamenti climatici, fame e migrazione” ci porta ad affrontare il tema delle aree marginali e di come valorizzare i servizi ecosistemici-ambientali. Per l’Alta Val Nure il cammino intrapreso si chiama Strategia Nazionale Aree Interne: tredici Comuni dell’Appennino Piacentino e Parmense hanno deciso di accettare la sfida di far parte di un progetto pilota proposto dall’Agenzia Ministeriale di Coesione Territoriale e dalla Regione. Si è arrivati alla formulazione di un patto innovativo. L’impegno riguarderà anche lo sviluppo economico, le buone prassi forestali e gli interventi legati al dissesto e alla protezione civile. Un nuovo approccio capace di assicurare una maggiore qualità della vita».
«Non dimenticare spopolamento, scarsità di servizi e isolamento»
«Attenzione alla tutela della montagna, valorizzazione e salvaguardia del patrimonio forestale, prevenzione del dissesto idrogeologico, sono le parole che più frequentemente si odono ogniqualvolta i territori di montagna sono interessati da frane o quelli a valle da inondazioni», sottolinea il sindaco di Caminata Carmine De Falco. «Ma non meno importanti sono anche i fenomeni che investono i territori di montagna: spopolamento, scarsità di servizi, isolamento. Gli amministratori nazionali e locali, specie i sindaci di montagna, nell’agenda dei propri lavori, devono inserire investimenti e accorgimenti mirati. Occorre finalizzare gli interventi salvaguardando il patrimonio forestale, pulendo i sentieri, evitando il formarsi di frane, sostenendo le attività agricole, assicurando servizi essenziali, telecomunicazioni, trasporti, servizi sanitari e scolastici. Tutto ciò si può ottenere se ogni amministratore ha veramente voglia di investire in attività che non producono effetti immediati, quindi non portano voti, ma avranno per sempre la riconoscenza di quanti beneficeranno, fosse anche per una passeggiata, di un bosco pulito».
77 abitanti a Zerba, il Comune più piccolo della Regione
Claudia Borrè, sindaco di Zerba, chiarisce: «Come sindaco del più piccolo comune della Regione, settantasette residenti, credo fortemente nelle opportunità che il territorio montano può offrire, ma sono consapevole delle enormi difficoltà di poter strutturare tali risorse. Manca un progetto serio unitario del territori e concreto. Bisogna che tutte le Istituzioni ripensino a uno sviluppo dei piccoli borghi montani. Dietro alle grandi città, a una Pianura Padana sempre più inquinata, c’è una montagna fragile, per molti mesi quasi disabitata. Solo con la possibilità occupazionale, può essere un territorio ricco. Riportare la gente a vivere qui, ricreare una microeconomia, un aiuto a chi vuol tornare, perché qualcuno ci vuole provare. Poi i servizi, le strade, il dissesto: credo che solo con la presenza sul territorio delle persone che lo lavorano e lo curano siano temi risolvibili».
«Le comunità rurali», interviene il sindaco di Piozzano Lorenzo Burgazzoli, «sono economicamente e socialmente molto importanti. Svolgono una funzione di presidio e salvaguardia dell’ambiente, attuando un’agricoltura capace di offrire dei prodotti di qualità apprezzati sul mercato. I nostri territori sono unici, molto spesso incontaminati e vanno preservati per le future generazioni. Ma per evitare il progressivo spopolamento vanno create le infrastrutture e le condizioni favorevoli affinché i cittadini ci possano abitare e lavorare serenamente».
Ivano Rocchetta, a capo dell’amministrazione comunale di Castell’Arquato, fa notare che «la gestione dell’acqua è un elemento essenziale per lo sviluppo dell’agricoltura. E un’agricoltura fiorente si pone come baluardo, stimolo e motivazione per far restare i giovani sul territorio. Dunque l’agricoltura diventa non solo presidio a valenza economica ma anche sociale. Soltanto rimanendo sul territorio che lo si può proteggere e salvaguardare».
I monti sono maestri muti e fanno discepoli silenziosi
Il sindaco di Bettola Paolo Negri riprende una frase del celebre letterato tedesco Johann Wolfgang von Goethe: “I monti sono maestri muti e fanno discepoli silenziosi”. «Mi tornano alla memoria i nostri anziani, uomini e donne di poche parole, che hanno sempre amato le loro terre. Con la loro esperienza quotidiana, hanno tramandato lo stesso amore ai nostri giovani. Questi nostri giovani che, senza slogan e senza clamore, hanno ritrovato la voglia e la volontà di fare rivivere le nostre montagne. Questi giovani che si stanno impegnando per cercare culture alternative, culture biologiche ed ecosostenibili, per cercare di valorizzare e far conoscere i prodotti e le tipicità locali che le nostre montagne ci permettono di creare e realizzare. Quello che tutti uniti possiamo fare per loro è: ‘Aiutarli’ per non far crollare le loro illusioni, per non distruggere i loro sogni».
Il sindaco di Ferriere Giovanni Malchiodi dichiara che «la montagna è quella splendida parte del territorio che tutti noi conosciamo. Averla abbandonata con lo spopolamento degli anni scorsi nella ricerca di una vita migliore è stato a mio avviso un errore gravissimo». Ha chiuso l’eco di voci dalla montagna Paolo Calestani, sindaco di Morfasso. «Gli amministratori locali fanno tanto, ma c’è la necessità che anche governo e regioni intervengano con il supporto di fondi. Noi crediamo che sia fondamentale mantenere sul territorio i servizi essenziali. A Morfasso, per esempio, abbiamo asili, nidi, doposcuola, un sevizio di scuolabus che va a prendere bambino per bambino. Si tratti di servizi alla famiglia che aiutano a radicare la comunità nel territorio».
Thomas Trenchi
