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Aria natalizia sulla cupola del Duomo. Il fotoracconto della visita 

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Ieri ho intrapreso l’itinerario proposto dalla diocesi di Piacenza- Bobbio per Natale, prima del nuovo percorso museale che sarà inaugurato nella primavera del 2018. La visita – rinnovata rispetto alla mostra del Guercino – s’inserisce nel contesto del prezioso museo Kronos. In diverse tappe artistiche e simboliche, attraverso locali originariamente pensati per sole ragioni di manutenzione, gli ospiti vengono condotti sulla vetta della Cattedrale.

Stavolta, astenendomi da qualsiasi analisi, voglio semplicemente riportavi ciò che ho provato sulla cupola del Duomo. Potrebbe risultare un pizzico di retorica, lo metto in conto. Ma vi assicuro la sincerità delle sensazioni avvertite in quell’attimo. Vi invito a non perdere l’occasione di osservare da vicino, in ogni suo angolo nascosto, la Cattedrale di Piacenza. Segue un fotoracconto realizzato da Marco Caviglioni.

L’orizzonte infinito delle luminarie di via Venti

Il mio Natale è cominciato a ventisette metri d’altezza, sotto il calore della cappella affrescata dal Guercino. Le campane della festa, dentro di me, hanno iniziato a rintoccare durante la visita al Duomo di Piacenza, percorrendo le scale a chiocciola fino alla cupola della Cattedrale. 

Ho capito che è arrivato il Natale, guardando il magnifico panorama della città all’imbrunire. Piazza Duomo illuminata, i passanti con le borse in mano come formiche, qualcuno seduto ai tavolini del bar con una cioccolata. E poi l’edicola che resiste tra il via e vai della gente, tre anziani che si godono lo spettacolo su una panchina, i giocolieri di strada che radunano attorno a sé una piccola folla, le note melodiche sullo sfondo e i suoni della quotidianità che si sovrappongono. Ho sentito il profumo del Natale smarrendo lo sguardo tra i cocci antichi dei tetti, scorgendo il muschio incastrato tra le tegole (che mi ha ricordato di non aver ancora fatto il presepe), intravedendo la basilica di San Francesco che svetta tra le case e provando a contare le luminarie appese in via Venti, infinite e magiche come l’orizzonte del mare. 

Dalla cupola mi sono accecato incrociando gli occhi con il fascio di luce fucsia proiettato sulla facciata del Duomo. E mi sono diviso tra la voglia di rimanere lì a osservare Piacenza dall’alto e quella di ammirare i mattoni colorati ai piedi della Cattedrale. 

Visitando il museo, ho pensato a quante cose stiano ignorando i turisti che non fanno tappa a Piacenza. Ma anche agli emiliani che, per tradizione, sono amorevolmente gelosi dei proprio tesori. Ho sorriso quando un bambino, in braccio al papà, dalla cupola del Duomo, continuava a chiedere: «C’è buio?». E mi sono dato una risposta: finché esistono queste bellezze, non può incombere l’oscurità.

Il fotoracconto

In un sentiero di congiunzione tra sfera rituale e conoscitiva, ecco la partenza dalla cripta della Cattedrale: 104 colonne originali e altre restaurate alle fine dell’Ottocento, con motivi prevalentemente fogliacei.

Lo scenografico presepe allestito nel sottotetto della navata.

La cupola del Duomo di Piacenza affrescata tra il 1626 e il 1627 dal pittore Giovanni Francesco Barbieri, soprannominato il Guercino. La visita è arricchita da un racconto concentrato sull’Annuncio di Sibille e Profeti e dalle grandi lunette con gli episodi della Natività di Cristo.

La vista panoramica a ventisette metri d’altezza dalla cupola della Cattedrale.

Alcuni resti barocchi collocati nel matroneo nord durante le ristrutturazioni di fine Ottocento.

Il Presepe è il tema conduttore del percorso. È possibile vedere anche alcuni presepi artigianali di Sergio Rossi.

Nel biglietto è inclusa la visita al museo Kronos, che espone il noto Codice 65, altri preziosi codici, argenterie, paramenti liturgici e dipinti un tempo in Cattedrale, sculture e arredi provenienti da chiese della diocesi.

Il percorso sarà aperto tutti i sabati e le domeniche dalle 10-12 e dalle 16-19 con gruppi di massimo dieci persone. Le salite alla cupola sono seguite dalla merenda in Museo, a base di biscotti artigianali dell’Antico Mulino di Ottone, bevande calde e vin brulè, il tutto fatto con prodotti di qualità tipici del territorio piacentino.

Classe 1998, giornalista professionista dell'emittente televisiva Telelibertà e del sito web Liberta.it. Collaboratore del quotidiano Libertà. Podcaster per Liberta.it con la rubrica di viaggi “Un passo nel mondo” e quella d’attualità “Giù la mascherina” insieme al collega Marcello Pollastri, fruibili anche sulle piattaforme Spreaker e Spotify; altri podcast: “Pandemia - Due anni di Covid” e un focus sull’omicidio di via Degani nella rubrica “Ombre”. In passato, ideatore di Sportello Quotidiano, blog d'approfondimento sull’attualità piacentina. Ha realizzato anche alcuni servizi per il settimanale d'informazione Corriere Padano. Co-fondatore di Gioia Web Radio, la prima emittente liceale a Piacenza. Creatore del documentario amatoriale "Avevamo Paura - Memorie di guerra di Bruna Bongiorni” e co-creatore di "Eravamo come morti - Testimonianza di Enrico Malacalza, internato nel lager di Stutthof". Co-autore di “#Torre Sindaco - Storia dell’uomo che promise un vulcano a Piacenza” (Papero Editore, 2017) e autore di "La Pellegrina - Storie dalla casa accoglienza Don Venturini" (Papero Editore, 2018). Nel maggio del 2022, insieme ai colleghi Marcello Pollastri e Andrea Pasquali, ha curato il libro-reportage "Ucraina, la catena che ci unisce", dopo alcuni giorni trascorsi nelle zone di guerra ed emergenza umanitaria. Il volume è stato pubblicato da Editoriale Libertà con il quotidiano in edicola. Ecco alcuni speciali tv curati per Telelibertà: "I piacentini di Londra" per raccontare il fenomeno dell'emigrazione dei piacentini in Inghilterra nel secondo dopoguerra, con immagini, testi e interviste in occasione della festa della comunità piacentina nella capitale britannica dal 17 al 19 maggio 2019; “I presepi piacentini nel Natale del Covid”; “La vita oltre il Covid” con interviste a due piacentini guariti dall’infezione da Coronavirus dopo dure ed estenuanti settimane di ricovero in ospedale; il reportage “La scuola finlandese” negli istituti di Kauttua ed Eura in Finlandia.