cultura
Il preside piacentino ai professori: «Non date compiti per le vacanze di Natale»
Non ha la barba bianca e non viaggia a bordo di una slitta trainata da renne. Ma anche quest’anno, per i mille alunni delle scuole medie Faustini, Anna Frank e Nicolini, il regalo natalizio più bello potrebbe arrivare dal dirigente Ludovico Silvestri. Il preside ha invitato i professori a non assegnare compiti per le vacanze. «Credo che alle famiglie vada riconosciuto maggior tempo con i loro figli, allo scopo di sviluppare ulteriormente un’educazione e un’istruzione affettiva. La nostra società si fonda sulla famiglia: rappresenta l’unico contrasto a una dilagante perdita di valori. E poi», aggiunge Silvestri, «se gli alunni hanno seguito bene le lezioni, non è necessario che si affidino loro altri compiti».
Già nel 2016 Silvestri aveva fatto discutere, inviando una circolare a docenti e genitori: “Affinché queste siano vacanze per tutti, nell’intento di far scemare lo stress che si accumula durante l’anno e per consentire ai nostri studenti di poter trascorrere quanto più tempo possibile con i propri genitori, i propri cari ed i loro amici, si invitano i docenti a non assegnare compiti per le vacanze, lasciando che gli alunni possano riposare”. Durante lo scorso inverno, il dibattito sui compiti a casa era infiammato, con le lettere delle famiglie, le rivolte delle mamme, le prese di posizione degli insegnanti e perfino l’intervento del Ministero dell’Istruzione.Il preside piacentino ci tiene però a chiarire alcuni aspetti. «I compiti a casa nel corso dell’anno scolastico sono fondamentali, perché significano un momento in cui i discenti possono, da soli, ragionare in senso critico su ciò che hanno appreso a scuola. Uno spazio in cui l’allievo lavora in autonomia e l’autonomia è uno degli aspetti fondamentali relativi allo sviluppo della personalità. Non è detto che debbano essere svolti a casa: la scelta tra lo svolgimento a casa o a scuola dipende dal “tempo scuola”», conclude il dirigente scolastico Ludovico Silvestri, «ovvero da com’è organizzata la didattica che varia da istituto a istituto, a seconda del grado di scuola».
27mila firme per abolire totalmente i compiti
Ben più radicali sono le posizioni dell’associazione “Basta Compiti”, capitanata dal preside genovese Maurizio Parodi. Un’attivista piacentina del gruppo è Paola Caravaggi, ex educatrice per minori. «I compiti a casa sono dannosi, tolgono il diritto allo svago e al risposo. Spesso creano addirittura dissidi all’interno del nucleo famigliare. Sono inutili nozioni ingurgitate a forza per essere rigettate la mattina dopo in un eventuale interrogazione. In più li ritengo discriminatori nei confronti dei bambini con problemi di apprendimento o comportamento, con genitori non acculturati e senza le possibilità economiche per farli seguire a pagamento», sostiene Paola Caravaggi. «I compiti aggiungono svantaggio a svantaggio, senza migliorare il rendimento scolastico».
“Basta Compiti”, che conta più di 20mila iscritti sui social, ha lanciato una petizione online per chiedere che «i compiti a casa siano aboliti nella “scuola dell’obbligo”». Sono già state raccolte 27mila adesioni. Circa seicento insegnati della Penisola si sono dichiarati a “compiti zero”, cioè contro il lavoro didattico casalingo. Ed è facile pensare che quasi la totalità degli scolari appoggi apertamente questo movimento d’opinione.
Thomas Trenchi