cultura
L’identikit di Mario Magnelli, il nuovo preside del liceo Gioia
Mario Magnelli è il nuovo preside del liceo Gioia di Piacenza, subentrato a Maurizio Sartini lo scorso 11 luglio. Il giornale studentesco “L’Acuto” traccia un ritratto del dirigente scolastico.
Occhi azzurro intenso, canuto, non troppo alto, un poco zoppicante per un problema all’anca, come ci ha raccontato. Mario Magnelli è il nuovo preside del Liceo Gioia e forse, più che quella figura solitamente austera e distante che di solito un preside rappresenta, è un insieme di professore, studente e dirigente scolastico. Il suo desiderio è di essere fermato per i corridoi per parlare ed esaudire, ove possibile, le nostre richieste.
Padre di famiglia, tennista fino a pochi anni fa, ha insegnato italiano alle scuole medie sino al 2011, anno in cui è iniziato il suo percorso nel mondo della presidenza. Il suo lavoro nella scuola ha avuto un intervallo quando ha deciso di intraprendere una strada diversa: quella dell’assessore alla cultura, durante la quale afferma di aver potuto conoscere l’aspetto decisionale dell’ambito scolastico.
Aperto a qualunque tipo di esperienza, mai pago del sapere, quasi sognatore. Il suo futuro, quello che intravedono gli adolescenti, era a Roma, nel mondo del cinema, tra le sale cinematografiche dove passava la maggior parte del suo tempo. Conobbe anni di maturazione durante il liceo classico, imparando ad apprezzare l’ambiente scolastico e chi ne faceva parte. Si laureò in storia del cinema, coltivando la sua passione, e in lettere moderne. Appassionato lettore, ci racconta l’impatto forte che ebbe con un romanzo, “L’ora di lezione“: il lavoro dell’insegnante è complicato, è colui che deve far innamorare del sapere.
Se per una parte della vita si è trovato prima da un lato della cattedra e poi dall’altro, adesso riveste un altro ruolo, a tratti misterioso. Descrive il liceo Gioia come complicato, effervescente e innovativo. Quando ne parla sembra quasi intimorito da un organismo così grande, ma tanto intimidito quanto volenteroso di rappresentarlo al meglio e di imparare il più possibile da questa nuova esperienza in cui ha voluto cimentarsi. Con tono convinto ed entusiasta dice: «Le cose più importanti che viviamo sono le esperienze umane».
Ci confessa ironicamente che ha rinunciato alla programmazione del suo lavoro, sembra lasciarsi trasportare dai mille imprevisti che ogni giorno si trova di fronte, senza mai però abbandonare il binario principale. Le parole e le idee lasciano intuire un animo modesto e sempre un po’ ragazzino, come quando racconta del suo viaggio del cuore, quello della maggiore età, nella libertà degli anni migliori, momento di formazione umana, divertimento e verità emotiva.
Studente, padre, insegnante, politico, preside. Una vita fedele tanto alle professioni quanto alle relazioni e alle passioni. Ci ripete più volte di renderlo partecipe della nostra vita scolastica e ci consiglia, come un amico, “L’arpa d’erba” di Truman Capote, dopo un attimo di défaillance, forse per tutti i libri gustati negli anni. È poetico e gentile.
Margherita Ardissone (redattrice della testata del liceo Gioia “L’Acuto“)