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cultura

Al Gioia la notte nazionale del Liceo Classico. Omaggio al passato da non disperdere

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“Il liceo classico lascia un segno che resta per sempre”. Non so dopo quanto tempo i reati scolastici cadano in prescrizione, ma questa frase, declamata con trasporto e aria ispirata da un mio insegnante del ginnasio o del liceo – confesso che non ricordo – era finita dritta dritta nello Stupidarium docentium, sorta di quadernino gelosamente custodito dai rappresentanti di classe in cui annotavamo con diligenza senza pari le affermazioni più singolari, astruse o errate che ai malcapitati occupanti delle cattedre capitava di pronunciare.

Noi studenti non capivamo il senso di quel “segno” e nemmeno di quel “per sempre”, perché da adolescenti è tutto un presente in eterno divenire. Invece era incredibilmente vero. Abbiamo intrapreso strade diverse, noi della sezione A ‘86-’91, ma quel segno targato liceo classico Gioia ce lo siamo portati dietro fino ad ora. In un modo che cercherò di spiegare.

Io venivo da una tradizione familiare in cui il mondo era diviso sostanzialmente in due grandi categorie: “quelli che hanno fatto il Classico” e “gli altri”, persone che, inspiegabilmente, erano in grado di camminare, respirare, parlare, condurre un’esistenza in apparenza normale pur non masticando quotidianamente il greco e le vestigia degli antichi romani, pur non sapendo cos’è un aoristo o un esametro dattilico e convinti che Omero sia realmente esistito – un po’ come credere a Babbo Natale.

Ebbene sì. Il mio mondo era lì. Anzi qui. Al liceo Classico Melchiorre Gioia. Un nome storpiato in tutti i modi possibili. Ma, di fatto, la mia Ilio, la mia Atene, la mia Roma. La mia vita. Una vita dalla quale volevo al più presto scappare, ma che poi mi ha risucchiata come un’enorme, ironica, indomabile calamita.

Ha tagliato il traguardo della quarta edizione l’iniziativa che prende il nome di Notte Nazionale del Liceo Classico, istituita con toni altisonanti, come spesso accade in Italia, quando ci si accorge troppo tardi di aver commesso un errore e si prova a correre ai ripari. Usciti malconci dalla scuola delle tre “i” (inglese, internet e impresa) e da una triste, recente riforma che ha tagliato il latino all’inverosimile in tanti corsi di studi, gli italiani si sono accorti che la cultura alla quale appartengono nasce proprio da quel mondo classico che tutti ci invidiano e che noi abbiamo fatto di tutto per distruggere. E allora l’esigenza di invertire la rotta, aumentare le iscrizioni, convincere di nuovo i ragazzi delle scuole medie che nel passato c’è un futuro, perché senza basi non si costruisce niente.

Il software più evoluto lo abbiamo tra le orecchie

Oggi iscriversi al Liceo Classico è una scelta coraggiosa e controcorrente, che pochi comprendono e ancora meno attuano, ma è la scelta di chi vuole davvero “imparare a ragionare”, a riflettere logicamente, a stimolare un’acutezza e un’accuratezza del pensiero non comuni. Per poi decidere cosa fare “da grandi”, sapendo affrontare ogni problema, ogni situazione con la forza della propria intelligenza. A guardarli questi ragazzi sono uguali a tutti gli altri, contemporanei, chiassosi, con i loro smartphone a misura di social network, che a scuola utilizzano Lim e piattaforme multimediali, ma senza dimenticare che il software più evoluto ce l’abbiamo ancora tra le orecchie.

La Notte Nazionale del Liceo Classico in 400 istituti

Al liceo Gioia, in contemporanea con quasi 400 altri istituti sparsi in tutta la penisola, è andata in scena la Notte Nazionale del Liceo Classico. Tutte le 16 classi di indirizzo classico della scuola, dalla prima alla quinta, hanno dato vita a letture, performance di teatro, danza e musica, siparietti divertenti e momenti emozionanti, di fronte a un pubblico di genitori, studenti, docenti ed ex docenti, ma anche di rappresentanti delle Istituzioni, presenti alla serata non per dovere di mandato, ma perché a loro volta ex studenti e quindi desiderosi di testimoniare come quel “segno” di cui dicevamo abbia davvero cambiato le loro vite. Il sottosegretario del Consiglio dei Ministri Paola De Micheli, la vicepresidente del consiglio provinciale Patrizia Calza, la consigliera comunale Giulia Piroli, per citarne alcuni. L’assessore alla cultura Massimo Polledri, che ha salutato per primo in apertura di serata, ha dovuto confessare di aver frequentato il liceo scientifico, come una macchia sulla coscienza!

Che dire delle performance andate in scena? Tanti modi per declinare un amore mai sopito o, come si dice, l’attualità dei classici; sembrerà banale, ma davvero dopo le stagioni greca e romana quasi più nulla è stato inventato in termini di arte, letteratura, filosofia, teatro…. La lista è infinita. E chi si è creduto innovatore è perché non sapeva di essere soltanto un imitatore.

In programma, fino a mezzanotte, una teoria di eroi e divinità, i fantasmi di Omero, Orazio e Virgilio, Socrate, il sempiterno Ulisse, Orfeo ed Euridice, schiere di ancillae di bianco vestite con corone d’alloro e sorrisi senza tempo. Un filo di Arianna che ci salva e ci conduce, si spera, verso una consapevolezza nuova.

Michela Vignola

Insegnante, copywriter e giornalista, si descrive come una romanziera in pectore, con il classico blog nel cassetto. Docente di lettere e pubblicista, con un passato come giornalista e speaker a Radio Inn, oggi coordina Gioia Web Radio, l'emittente liceale del Gioia di Piacenza e collabora con varie agenzie di pubblicità come autrice di testi.