cultura
“Guernica, icona di pace” al Museo Magi ‘900. La correlazione tra Picasso e Scepi
Franco Scepi e Pablo Picasso a braccetto nella ricerca del «desiderio dispotico di pace nella libertà». Sarebbe questo, secondo lo studioso di storia dell’arte contemporanea Nicola Gentile, il trait d’union simbolico tra l’artista piacentino d’adozione e il pittore spagnolo, maturato in diversi periodi anagrafici e culturali. La circostanza per approfondire questo indizio è stata l’inaugurazione della mostra “Guernica, icona di pace” nel Museo Magi ‘900 a Pieve di Cento, una delle massime collezioni private in Italia.
Dal 14 gennaio al 28 febbraio 2018 il Museo Magi ‘900 ha aperto al pubblico un’esposizione dedicata al cartone realizzato da Pablo Picasso, raffigurante la sua opera capolavoro “Guernica”, da cui è nato l’arazzo esposto all’ingresso della sala del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Il progetto parte da una lunga ricerca fatta dalla curatrice Serena Baccaglini che, nel corso dei suoi studi dedicati all’artista spagnolo, ha scoperto un’eccezionale collaborazione tra Pablo Picasso, il mecenate Nelson Rockefeller e l’artista Jacqueline de la Baume Dürrbach, che ricreò il dipinto di “Guernica” mediante l’antica arte della tessitura.
Guernica è il nome di una località basca dal triste primato: la sera del 26 aprile 1937, fu la prima città al mondo a subire un bombardamento aereo furioso sulla popolazione civile, per mano dell’aviazione militare tedesca. Quando si diffuse la notizia di un crimine così efferato, Picasso decise di realizzare in soli trentatré giorni un quadro che denunciasse l’atrocità dell’attacco militare. Il cartone, di proprietà della famiglia Dürrbach – dopo l’esposizione a Praga (2011-12), a San Paolo in Brasile (2014) e a Wròclaw (2014) – viene esposto per la prima volta in Italia per l’indubbio tributo universale che offre alla democrazia e alla libertà.
L’entusiastica adesione alla mostra da parte del Museo Magi ‘900 e del suo fondatore Giulio Bargellini si pone in linea con la visione espressa da Picasso: «Alternando esterno e interno nella visione cubista, Picasso incornicia immagini di morte, ferite e dolore, conducendo il nostro occhio verso una lampada, cioè una fonte di luce e speranza. Di fronte al disegno di una madre che piange la morte del figlio, l’appello vibrante del pittore sta nel toro che gira la testa dall’altra parte. Oggi come allora non si possono ignorare le guerre e i massacri», ha illustrato con sapiente maestria la dottoressa Baccaglini. L’iniziativa ha il patrocinio della Regione Emilia-Romagna e il presidente Stefano Bonaccini fa parte del Comitato d’Onore.
«Picasso e Scepi condividono l’aspirazione alla pace nella libertà»
Accanto al cartone di “Guernica”, si può visitare una sala dedicata a “L’Uomo della Pace di Franco Scepi”, un’opera chiave nella storia dell’arte del Novecento ispirata da Karol Wojtyła nel 1977, inizialmente sotto forma di olio su tela. Il critico Nicola Gentile ha delineato il contesto storico di questo manufatto: «La tavola di Scepi – manifesto del film “L’uomo di marmo” del regista polacco Andrzej Wajda – offre una chiara contestazione ai regimi totalitari del socialismo reale. Ritrae una testa androgina dalla cui calotta recisa s’intravede una colomba bianca afflitta da falce e martello. Dieci anni dopo, il politico russo Michail Gorbaciov, determinante nel crollo dei sistemi dittatoriali dell’Est, rimase impressionato dalla raffigurazione e volle renderla l’emblema sottoscritto da tutti i Premi Nobel per la Pace. Il caso ha incrociato nello stesso museo “L’Uomo della Pace” e la “Guernica” di Picasso, che condividono l’aspirazione alla pace nella libertà».
Thomas Trenchi