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Sbaraccato il bus simbolo di Spazio 4. Esulta l’assessore Zandonella

L’autobus in disuso della “Ciclofficina” – che ospitava mostre ed eventi culturali – saluta Spazio 4. Stamattina un carro attrezzi ha rimosso uno degli ultimi simboli della vecchia gestione del centro d’aggregazione giovanile di via Manzoni.
«Ti avevo voluto a tutti i costi perché a qualcuno davi fastidio e volevano rottamarti. Allora vincemmo una piccola stupida battaglia contro l’ottusità di qualche triste personaggio. La Ciclofficina e tanti altri ti hanno saputo valorizzare al meglio per otto anni. Eri un simbolo. Il nostro simbolo», ha commentato Nicola Curtarelli, presidente dell’associazione 29100, che aveva acquistato il mezzo, oggi donato all’associazione StoricBus – Museo dell’autobus di La Spezia, «sicuri che sapranno valorizzarlo al meglio».
L’assessore alle politiche giovanili Luca Zandonella su Facebook ha esultato, riproponendo l’hashtag della campagna elettorale #arianuova. Gli ha fatto eco il Movimento Giovani Padani capitanato dal consigliere comunale Davide Garilli, che su Instagram – postando la fotografia del trasloco del bus giallo – ha scritto: “A Piacenza c’è #arianuova. Addio pullman di Spazio 4”. La Giunta ha promesso che dall’1 marzo Spazio 4 riaprirà sotto una veste rinnovata, sulla quale tuttavia s’inaspriscono giorno dopo giorno dubbi e polemiche. Soprattutto perché – stando alle ultime dichiarazioni – non sarà prevista una clausola sociale che preservi il posto di lavoro del personale uscente, cioè dei quattro educatori che assistevano i frequentatori del centro.
Dall’opposizione è arrivata la condanna del consigliere comunale Giulia Piroli (Pd): «I fatti di cronaca riportano l’emergenza educativa dovuta alla diffusione delle baby gang. A Piacenza non dobbiamo abbassare la guardia rispetto a questi episodi, ecco perché era importante la funzione di Spazio 4. Gli amministratori comunali dovrebbero dare il buon esempio. Il post Facebook di Zandonella è offensivo: si ricordi che non è un tifoso, ma l’amministratore di tutta la città. Ha dimostrato mancanza di sensibilità, assenza di formazione politica e scarso rispetto verso la storia di questo centro d’aggregazione giovanile, che tra l’altro è stata inserita nel dossier di candidatura a capitale della cultura 2020».
