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Come sono i piacentini sui social? Ve lo dicono i vostri admin

Uomini e donne comuni di giorno, admin di notte. È il mantello del ventunesimo secolo, indossato da chi si consacra alla gestione di pagine o gruppi tematici su Facebook. Sono stati gli amministratori di “Sopra La Riga”, “Ripensando Piacenza”, “Sei di Piacenza se”, “Dialët piasintëin”, “Alluvione nel piacentino” e “Piacenza Memes” a traghettarci nel girone infernale dei social network locali: dove gli abitanti diventano utenti, i monumenti si trasformano in foto da condividere, tutte le componenti sono meticolosamente ingranate tra loro, e ogni virgola fuori posto può scatenare discussioni infinite a suon di commenti e mipiace.
“Sei di Piacenza se” è nato nel 2014, cavalcando l’onda di network simili in altre città. I gruppi Facebook sono dei luoghi virtuali dove le persone che condividono passioni e interessi possono ritrovarsi, discutere e scambiare materiale multimediale. A tirare le redini sono Laura Ferrerio, Luca Sigismondi, Gian Paolo Bottassi, Patrizia Pietro Maffi e Laura Mauceri. «Abbiamo l’obiettivo di far conoscere il territorio e aggregare le anime della comunità. Per una gestione attenta e capillare necessiterebbe molto tempo, ma abbiamo anche delle professioni individuali da portare avanti», racconta Laura Ferrerio. Oggi i post pubblicati si rivolgono soprattutto alla critica delle amministrazioni comunali e alla protesta nei confronti delle disfunzioni istituzionali. «Negli anni si è trasformato in un grande “cahier de doléances”, un contenitore di polemica, spesso anche politica. Il rischio è di disunire i piacentini, perciò abbiamo inasprito le limitazioni agli iscritti. I partecipanti hanno un’età media di cinquant’anni, così utilizzano lo strumento in modo rigido e meno fresco rispetto ai giovani. Qualsiasi leggerezza può sfociare nella diffamazione». E a chi dice che i social estraniano dalla dimensione reale, la Ferrerio risponde che «per fortuna grazie al gruppo Facebook vengono proposte mostre e attività culturali per vivere concretamente la città».
“Ripensando Piacenza” fa da nonno ai suoi colleghi. Partorito nel 2008 da Massimo Mazzoni, inizialmente come blog, adesso è una pagina Facebook – cioè una vetrina per promuovere un marchio – e ha sviluppato parallelamente un gruppo di discussione. Insieme al fondatore, gli amministratori sono Claudio Gallini, Valentina Rimondi, Matteo Faroldi e Pietro Paviglianiti. «Ci proponiamo di favorire l’approfondimento sul territorio piacentino: dalla storia allo sviluppo, dalle problematiche alle eccellenze. La maggiore difficoltà sta nel mantenere l’apoliticità degli interventi», delucida Mazzoni. «Trattiamo le tematiche legate alla storia locale, supportati talvolta da preziose cartoline d’epoca di proprietà di alcuni membri del gruppo, fra cui Salvatore Battini e Stefano Beretta. Piacenza rappresenta la città che amo e in cui sono cresciuto. Non ho mai pensato di trasformare “Ripensando Piacenza” in un lavoro».
- Il gruppo Facebook “Dialet Piasintein”
- La pagina Facebook “Sopra la Riga”
- Il gruppo Facebook “Sei di Piacenza se”
- La pagina Facebook “Ripensando Piacenza”
- La pagina Facebook “Piacenza Memes”
- Il gruppo Facebook per l’alluvione nel piacentino
Dalla satira agli SOS, Facebook raggiunge tutti
Risate e satira sono il marchio distintivo di “Piacenza Memes”, un’idea plasmata da Gabriele Paratici e Nicola Takhta-Bornian per colmare una lacuna: «Nell’estate del 2017 mancava una pagina che prendesse in giro i nostri difetti e allo stesso tempo elogiasse la provincia, con un mix di sciovinismo e orgoglio». I due ragazzi, che diffondono immagini divertenti incentrate sui casi d’attualità, riconoscono l’esistenza del fattore Piacenza: «A volte i lettori si offendono, faticando a individuare l’ironia. Noi puntiamo a valorizzare le eccellenze culinarie, paesaggistiche, artistiche, dialettali e folcloristiche. Consultiamo i quotidiani online per scoprire quelle notizie curiose adatte a essere riprese nei memes in maniera virale».
Silvia Maggi coordina il gruppo Facebook “Alluvione nel piacentino – aiutiamoci ed aiutiamoli”. «Ricordiamo tutti la tragedia del 14 settembre 2015. Vedere metà della mia provincia devastata mi ha fatto male. Non sapevo come aiutare e allo stesso tempo temevo che andando nelle zone colpite allo sbaraglio sarei stata d’intralcio ai soccorsi. Mi sono ricordata del terremoto del 2012 a Modena, dove ho fatto volontariato per qualche giorno, ma soprattutto ho rammentato le modalità con cui mi ero iscritta per recarmi nel modenese: il web», fa notare la Maggi. «Due giorni dopo l’alluvione nel piacentino ho aperto il gruppo su Facebook, con l’intenzione di far circolare più informazioni possibili, per esempio sulle urgenze di beni e materiali, dagli stracci alle derrate alimentari. Le altre admin sono FauziaEBon e ChiaraCravedi, che non smetterò mai di ringraziare per l’aiuto». Anche quando si ha uno scopo nobile, gli ostacoli e i malintenzionati sono dietro l’angolo: «Bisognavaverificare la veridicità delle informazioni: succedeva che qualcuno, preso da manie di grandezza, emanasse SOS non confermati».
«Vorremmo che la pagina si trasformasse in un libro»
“Sopra La Riga” è il progetto di FauziaEBon, Danila Corgnati e Sandro Mascioli, «un input per questa Piacenza dimenticata dai suoi cittadini». È una pagina che pubblica un solo post al giorno alle ore 18, con fotografie in bianco e nero di attimi di vita dell’anima della città e riflessioni in prima persona. «È nata per emozionare, incuriosire, affascinare, coccolare e costringere tutti a rispettare Piacenza, insegnando che se si ama un luogo inevitabilmente lo si conserva con cura. La cosa più importante della pagina sono gli utenti. I loro commenti sono sempre molto interessanti e producono involontariamente un secondo post sotto al post. Non potevamo chiedere seguaci migliori. Vorremmo diventasse un libro».
Su “Dialët piasintein”, neanche a dirlo, si suggerisce una sola grammatica: «Il gruppo Facebook ha l’intento di non trascurare l’origine del dialetto, che è una lingua in piena regola, tanto da avere un vero e proprio dizionario Piacentino-Italiano», sottolinea Matteo Billy, admin insieme a Ivano Zangrandi, Agnese Bollani, Maurizio Colombi, Marco Gazzola, Domenica Lucchini, Matteo Moggi e Filippo Vitelli. «Facebook ha un’ utenza giovane che spesso non conosce il dialetto della propria terra. Tramite un social network, è possibile veicolare il dialetto e divulgare un linguaggio che spesso è l’unico in grado di descrivere determinate situazioni, carico di metafore parecchio divertenti. Il compianto prof. Paraboschi definiva il dialetto la Leingua ‘d la vita, dill fadigh e dill tribülassion, ma anca dill fest e dla cuntintëssa, culla dill mangiäd d’anvein cull brodd in terza e di turtei cun la cua».
Thomas Trenchi
