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«Abbiamo consegnato 160 borse alimentari a 20 famiglie bisognose»

La testimonianza delle volontarie del Centro di Ascolto della Parrocchia San Vittore alla Besurica, le quali ogni settimana aiutano attivamente le persone in difficoltà nel quartiere.

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La nostra società è basata sull’espressione istantanea delle opinioni e sulla condivisione rapida degli stati d’animo personali. In questo reticolo egocentrico, caratterizzato dai social network, sono sempre meno le persone che riservano un po’ di tempo per ascoltare ciò che altri diffondono in carne e ossa. Ma non assenti: nel centro parrocchiale della Besurica, per qualche ora alla settimana, cinque volontarie si riuniscono per aprire cuore e orecchie ai bisognosi. I risultati sono soddisfacenti: attraverso il passaparola e gli appelli dopo le messe, sono state aiutate circa 20 famiglie, consegnando più di 160 borse alimentari.

«Il Centro di Ascolto è nato quattro anni fa, quando Don Franco ha proposto alla Caritas di organizzare questo servizio per la nostra comunità, come luogo di attenzione verso le famiglie bisognose», raccontano le operatrici. Da allora, ogni settimana, le volontarie che hanno aderito continuano ad accogliere persone con difficoltà e richieste molto varie. Attualmente il Centro è aperto il mercoledì dalle 15,30 alle 17,30 in via Grazioli nel quartiere Besurica. «Coloro i quali si rivolgono al nostro Centro di Ascolto richiedono aiuti di prima necessità, soprattutto cibo, alimenti per l’infanzia come omogeneizzati, articoli per la cura dei neonati come pannolini e vestiario, saltuariamente una carrozzina, un passeggino, un lettino». A volte gli SOS riguardano problemi più complessi, come la ricerca di un lavoro, l’urgenza di una casa o un aiuto economico.

Il modus operandi del centro d’ascolto

«Nel Centro di Ascolto, cerchiamo di creare un clima di accoglienza, semplice, perché ci si senta libera di presentare la propria richiesta, di esprimere le difficoltà, di parlarci di sé e della famiglia. Come volontarie siamo tenute all’assoluta riservatezza e precisiamo gli aiuti concreti che possiamo dare ai residenti del quartiere», proseguono le signore della parrocchia, che attuano un metodo di lavoro predisposto. «Negli incontri successivi proponiamo di approfondire la richiesta e chiediamo di fornirci un minimo di documentazione, in modo da stabilire e concordare per ogni nucleo familiare il tipo di soccorso. Quando si tratta di borse di cibo, ci accorgiamo che il momento della consegna è sempre un “ritrovarsi”. Di frequente le mamme arrivano con i loro allegri bambini che creano, anche con un po’ di caos, un ambiente familiare».

Quest’anno le volontarie hanno collaborato nell’accoglienza di due giovani sposi profughi, i quali hanno abitato l’appartamento della parrocchia San Vittore. «Abbiamo incontrato spesso la signora durante la gravidanza, fornendole una buona parte del corredino per il neonato, grazie alle cose – usate ma quasi nuove – donate dalle mamme della nostra parrocchia», aggiungono. «Attualmente questa famiglia è autosufficiente e autonoma. È proprio questo il nostro obiettivo: accompagnare ogni famiglia verso l’autonomia. In quest’anno scolastico abbiamo affiancato anche una mamma straniera, preoccupata di non riuscire a seguire i bambini nei compiti, con la preziosa e costante disponibilità di un maestro in pensione».

«Ringraziamo chi risponde agli appelli con generosità»

Il senso religioso dell’iniziativa è profondo. «Ci confrontiamo con Don Franco, per riflettere sul significato della nostra attività e per confermare o riformulare gli interventi d’aiuto», confermano le responsabili del centro. «Il nostro servizio ci sollecita continuamente a migliorarci nell’ascolto, ci chiede di trovare insieme risposte rispettose di ogni storia, di ogni cultura e provenienza. Il gruppo Caritas si riunisce ogni due mesi con gli altri due centri di ascolto dell’Unità Pastorale, Preziosissimo Sangue e San Corrado, ci incontriamo per pregare per il nostro servizio alla comunità, per riflettere sul nostro operato e condividere gli aiuti alle persone».

Classe 1998, giornalista professionista dell'emittente televisiva Telelibertà e del sito web Liberta.it. Collaboratore del quotidiano Libertà. Podcaster per Liberta.it con la rubrica di viaggi “Un passo nel mondo” e quella d’attualità “Giù la mascherina” insieme al collega Marcello Pollastri, fruibili anche sulle piattaforme Spreaker e Spotify; altri podcast: “Pandemia - Due anni di Covid” e un focus sull’omicidio di via Degani nella rubrica “Ombre”. In passato, ideatore di Sportello Quotidiano, blog d'approfondimento sull’attualità piacentina. Ha realizzato anche alcuni servizi per il settimanale d'informazione Corriere Padano. Co-fondatore di Gioia Web Radio, la prima emittente liceale a Piacenza. Creatore del documentario amatoriale "Avevamo Paura - Memorie di guerra di Bruna Bongiorni” e co-creatore di "Eravamo come morti - Testimonianza di Enrico Malacalza, internato nel lager di Stutthof". Co-autore di “#Torre Sindaco - Storia dell’uomo che promise un vulcano a Piacenza” (Papero Editore, 2017) e autore di "La Pellegrina - Storie dalla casa accoglienza Don Venturini" (Papero Editore, 2018). Nel maggio del 2022, insieme ai colleghi Marcello Pollastri e Andrea Pasquali, ha curato il libro-reportage "Ucraina, la catena che ci unisce", dopo alcuni giorni trascorsi nelle zone di guerra ed emergenza umanitaria. Il volume è stato pubblicato da Editoriale Libertà con il quotidiano in edicola. Ecco alcuni speciali tv curati per Telelibertà: "I piacentini di Londra" per raccontare il fenomeno dell'emigrazione dei piacentini in Inghilterra nel secondo dopoguerra, con immagini, testi e interviste in occasione della festa della comunità piacentina nella capitale britannica dal 17 al 19 maggio 2019; “I presepi piacentini nel Natale del Covid”; “La vita oltre il Covid” con interviste a due piacentini guariti dall’infezione da Coronavirus dopo dure ed estenuanti settimane di ricovero in ospedale; il reportage “La scuola finlandese” negli istituti di Kauttua ed Eura in Finlandia.