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“Spazio 4.0”, a marzo riapre il nuovo centro d’aggregazione polivalente in via Manzoni
È stato pubblicato il bando per l’affidamento dell’ex Spazio 4. L’area comunale di via Manzoni, alla ribalta delle cronache per il brusco cambio di rotta assestato dall’amministrazione, assume la definizione di “Centro d’aggregazione polivalente” e cambia nome in Spazio 4.0, con lo scopo teorico di “favorire la crescita e l’arricchimento sociale e culturale della popolazione e prevenire situazioni d’isolamento e di emarginazione, offrendo una molteplicità d’iniziative culturali, ricreative e sportive”.
Quello che l’assessore Luca Zandonella chiama “accrescimento reciproco tra le generazioni” è una differenza sostanziale con il vecchio indirizzo della struttura: se prima era rivolta solo ai giovani, adesso dovrebbe diventare un luogo “dove bambini, ragazzi, giovani, adulti e anziani trovano opportunità di incontro e socializzazione”. Sempre sui documenti ufficiali, si legge che il centro dovrà “promuovere stili di vita sani e attivi, favorire il processo di crescita, prevenire il disagio giovanile, evitare l’isolamento, valorizzare le abilità e le capacità dei vari utenti, favorire lo sviluppo di un’immagine positiva degli anziani e il protagonismo della terza età, favorire scambi intergenerazionali e interculturali attraverso la collaborazione con il mondo delle associazioni e il quartiere, promuovere la pratica sportiva, divulgare l’educazione alla cittadinanza attiva e alla legalità”, nonché “il senso d’identità nella comunità, la conoscenza delle tradizioni, degli usi e costumi locali”.
Per quanto riguarda il personale che il gestore proponente dovrà mettere in campo, sarebbe prevista la presenza di educatori professionali, insieme alla “figura di un coordinatore dotato di idonee competenze”. Inoltre, potranno collaborare cittadini volontari o di servizio civile. L’assessore Zandonella ha più volte rimarcato che non si ricorrerà alla clausola sociale per mantenere il posto di lavoro degli operatori uscenti.
La concessione, che decorrerà dal 1º marzo 2018, durerà solo un anno con possibilità di proroga. L’apertura dei locali dovrà essere di “almeno 5 giorni settimanali e 44 settimane all’anno“. Attualmente, la gestione di Spazio 4 da parte di Arci garantiva la fruizione dell’area per 6 giorni settimanali e 47 settimane all’anno. Il Comune s’impegna ad assegnare al futuro concessionario la somma annua di 20mila euro. Le risorse a disposizione sono minori rispetto a quelle destinate dalla Giunta Dosi (circa 60mila euro), tuttavia – in discontinuità col passato – da Palazzo Mercanti si provvederà anche alle spese di acqua, luce e gas (che si aggirerebbero intorno ai 10mila euro).
«A fronte della precedente gestione», ha dichiarato Zandonella, «conseguiremo un notevole risparmio di risorse pubbliche, pur garantendo la realizzazione di un progetto di forte valenza sociale che avrà, peraltro, ricadute positive e concrete per una più ampia fascia d’utenza rispetto al passato. Le offerte dovranno pervenire entro le ore 12 del 22 febbraio presso la sede comunale di viale Beverora 57. Il bando e le normative allegate sono consultabili integralmente sul sito web comunale».
Liberi e Uguali: «Sul bando di Spazio 4 i conti non tornano»
Secondo Liberi e Uguali, il partito che candida Pietro Grasso premier alle elezioni del 4 marzo, i conti sul bando per il centro di aggregazione giovanile Spazio 4 non tornano. «E’ un’evidente penalizzazione di quella che era un’esperienza educativa di alto livello, con educatori professionali e con obiettivi di prevenzione del disagio giovanile condivisibili e attuali, mentre l’amministrazione comunale di Piacenza ha partorito un bando povero, generico e insufficiente. Un grave passo falso» commenta Daniele Bosoni, portavoce del gruppo. «Se la matematica non è un’opinione, il Comune prevede che vengano pagati educatori professionali 6 euro all’ora», ha scritto Francesco Cacciatore, candidato LEU alla Camera in un post sui social con dovizia di conti economici derivanti dla bando. «Con un terzo dei fondi si pensa di dare un servizio di qualità ai giovani? Siamo seri – sbotta Alessandro Ghisoni, candidato al Senato – non si azzoppa così un servizio frequentato da circa 7mila giovani all’anno».