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cultura

Salita al Pordenone, la visita di Sgarbi in Santa Maria di Campagna. Poi a Monticelli e in pizzeria

Vittorio Sgarbi ha visitato la chiesa di Santa Maria di Campagna. Poi si è recato a sorpresa a Monticelli e in pizzeria, dove – tra la stesura di un articolo e la compagnia di una bella ragazza – ha gustato un piatto di calamari.

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«Andrà benissimo». Il riferimento è alla Salita al Pordenone, manifestazione organizzata dalla Banca di Piacenza (dal 4 marzo al 10 giugno) che consentirà ai visitatori di ammirare gli affreschi pordenoniani della cupola della basilica di Santa Maria di Campagna stando esattamente alla loro altezza. A fare la previsione è stato domenica 4 febbraio Vittorio Sgarbi rivolgendosi a padre Secondo Ballati, sul sagrato della Basilica, al termine della visita che il critico d’arte ha compiuto accompagnato dal presidente esecutivo della Banca di Piacenza, Sforza Fogliani. Il critico d’arte, appena arrivato sul sagrato della basilica, ha ricordato come proprio in questi giorni sia già in preparazione la mostra che verrà organizzata nel 2019 a Pordenone, «che finalmente si è decisa a celebrare l’artista, che ha lasciato la sua opera forse più importante a Santa Maria di Campagna».

Armato di torcia, Vittorio Sgarbi ha osservato i capolavori del Pordenone dalla galleria circolare aperta a trecentosessanta gradi sulla città (stessa operazione compiuta anche con gli affreschi a pianterreno). Gli chiediamo un commento a caldo: «E’ sorprendente – argomenta – che ci siano dei nudi femminili in chiesa così pagani. Ce n’è più d’uno. Senza nessun riferimento solo apparente, a temi religiosi. Lì c’è una donna nuda che sembra una Venere di Tiziano. Per il resto ci sono queste figure così enfatiche e potenti (il riferimento è ai Profeti e alle Sibille delle vele, o spicchi, ndr) e tutte hanno la mano che si alza al cielo, una specie di elemento di caratterizzazione. L’idea è che questi profeti e sibille alzino la mano al cielo come per far capire che in alto c’è Dio. Poi lo stile è perfettamente michelangiolesco. Lui era stato a Roma ed è uno dei pochi pittori del Nord Italia che fossero stati a Roma prima che Giulio Romano portasse Roma a Mantova. Quello era più facile. Lui invece è sceso a Roma negli anni Venti (del 1500) ed è risalito portando l’immagine di Michelangelo in questa volta». Durante la visita hanno fatto da ciceroni a Sgarbi l’architetto Carlo Ponzini (che ha sovrinteso alla rimessa in pristino/ristrutturazione dell’intera Salita, secondo le disposizioni della Sovrintendenza e del Comune, proprietario dell’immobile) e l’ingegner Roberto Tagliaferri, dirigente dell’Ufficio Economato della Banca di Piacenza.

Della piccola delegazione giunta “in quota” ad ammirare la cupola del Pordenone faceva parte anche l’Amministratore unico di Piacenza Expo, Giuseppe Cavalli. «Avere avuto la possibilità di visitarla in anteprima con il presidente Sforza e insieme a Sgarbi – dice – è una cosa meravigliosa. Piacenza ha gioielli dal punto di vista della cultura e dell’arte che sono unici. Bisogna sfruttarli. Ho parlato con il professor Sgarbi, vedremo come Piacenza Expo di organizzare una convention su arte e cultura nei nostri spazi espositivi. Mi ha promesso che ci darà una mano».

Improvvisa visita del critico anche a Monticelli

Nel primo pomeriggio Vittorio Sgarbi aveva fatto una incursione a Monticelli, ma questa volta non alla cappelletta del Bembo (dove era stato alcuni mesi fa, definendola “il migliore esempio di pittura tardo gotica in alta Italia”), ma nella basilica del capoluogo, eretta dal vescovo di Lodi Pallavicino, anche feudatario dello stato che aveva Monticelli come capoluogo, al pari – tra i figli di Rolando il Grande – degli stati facenti capo a Cortemaggiore e Busseto. Il critico d’arte (accolto dal sindaco Gimmi Distante e dai parroci della Basilica) si è intrattenuto in chiesa per più di due ore, visitandola in ogni sua parte anche più sperduta, ammirato per il tesoro di dipinti (molteplici i De Longe e gli Scaramuzza) che vi si trovano insieme all’antica sacrestia. Ammiratissimo Sgarbi è stato per i paramenti sacri e la preziosa raccolta di calici, conservati in canonica, che il critico d’arte ha voluto anche essa visitare.

Poi, Sgarbi – promettendo al sindaco di ritornare – ha chiesto, entusiasta, di salire su alcuni balconi di case del centro ed ha ammirato, nello studio dell’architetto Villani, un filmato in preparazione che riprende tutte le opere presenti in chiesa.
Saputo che la Basilica presenta problematiche di tipo edile, ha chiesto una precisa illustrazione delle stesse per potersene interessare al Ministero dei beni culturali.

La giornata piacentina di Sgarbi è terminata al ristorante Bella Napoli, accolto dal titolare Giuseppe Amatruda e signora: ha visitato – insieme all’avvocato Sforza – persino le cucine, salutando e scattando volentieri insieme a chi glielo chiedeva selfie e fotografie. A tavola, mentre scriveva un articolo che compare oggi in prima pagina su il Giornale, ha gustato un piatto di calamari, più volte replicandolo prima di passare al tonno e a dolci provenienti dalla zona di Tramonti.

Da bere: Lambrusco a ripetizione ed anche un nostro Gutturnio (che ha definito ottimo e corposo) di cui ha chiesto l’uvaggio e l’origine del nome. “Da guttatim, a goccia a goccia, da centellinare cioè” gli è stato risposto. In serata Sgarbi – che era accompagnato, come sua tradizione, da una bella ragazza – è partito per Milano per un collegamento Tv con La7 per partecipare alla trasmissione condotta da Giletti.

Classe 1998, giornalista professionista dell'emittente televisiva Telelibertà e del sito web Liberta.it. Collaboratore del quotidiano Libertà. Podcaster per Liberta.it con la rubrica di viaggi “Un passo nel mondo” e quella d’attualità “Giù la mascherina” insieme al collega Marcello Pollastri, fruibili anche sulle piattaforme Spreaker e Spotify; altri podcast: “Pandemia - Due anni di Covid” e un focus sull’omicidio di via Degani nella rubrica “Ombre”. In passato, ideatore di Sportello Quotidiano, blog d'approfondimento sull’attualità piacentina. Ha realizzato anche alcuni servizi per il settimanale d'informazione Corriere Padano. Co-fondatore di Gioia Web Radio, la prima emittente liceale a Piacenza. Creatore del documentario amatoriale "Avevamo Paura - Memorie di guerra di Bruna Bongiorni” e co-creatore di "Eravamo come morti - Testimonianza di Enrico Malacalza, internato nel lager di Stutthof". Co-autore di “#Torre Sindaco - Storia dell’uomo che promise un vulcano a Piacenza” (Papero Editore, 2017) e autore di "La Pellegrina - Storie dalla casa accoglienza Don Venturini" (Papero Editore, 2018). Nel maggio del 2022, insieme ai colleghi Marcello Pollastri e Andrea Pasquali, ha curato il libro-reportage "Ucraina, la catena che ci unisce", dopo alcuni giorni trascorsi nelle zone di guerra ed emergenza umanitaria. Il volume è stato pubblicato da Editoriale Libertà con il quotidiano in edicola. Ecco alcuni speciali tv curati per Telelibertà: "I piacentini di Londra" per raccontare il fenomeno dell'emigrazione dei piacentini in Inghilterra nel secondo dopoguerra, con immagini, testi e interviste in occasione della festa della comunità piacentina nella capitale britannica dal 17 al 19 maggio 2019; “I presepi piacentini nel Natale del Covid”; “La vita oltre il Covid” con interviste a due piacentini guariti dall’infezione da Coronavirus dopo dure ed estenuanti settimane di ricovero in ospedale; il reportage “La scuola finlandese” negli istituti di Kauttua ed Eura in Finlandia.