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Da Piazza Cavalli al Daturi, la città verrà scoperta attivando le “pietre magiche”

Lo studente Leopoldo Rodriquez: «Miro a rendere ancora più accattivanti e connesse le vie della città, i monumenti, le piazze, gli eventi, i luoghi di interesse, in maniera assolutamente interattiva».

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Tanto semplice quanto ingegnoso. Lo studente universitario Leopoldo Rodriquez ha preso il codice QR – uno dei prodotti della contemporaneità non ancora sfruttato in toto – per renderlo un megafono di “piacentinità”. «Miro a rendere ancora più accattivanti e connesse le vie delle città, i monumenti, le piazze, gli eventi, i luoghi di interesse, in maniera assolutamente interattiva», riassume brevemente il ragazzo, che ha concepito una «conversazione unica tra Piacenza e cittadini».

Con la collaborazione di attori e videomaker, è stato creato un docufilm sul patrimonio del territorio. In centro storico verranno collocate delle pietre corredate di un codice a barre leggibile tramite la fotocamera di smartphone o tablet. Interfacciandosi con esse e seguendo un tragitto preciso, compariranno gli spezzoni del video sullo schermo dei dispositivi. «In un primo momento il servizio previsto include un itinerario culturale dove l’attore è lo stesso utente, che verrà condotto da un “cicerone” multimediale. La guida non si limiterà a narrare le storie della città, ma aiuterà a raggiungere le destinazioni successive», aggiunge Rodriguez.

L’idea, denominata “iStone”, conta sul sostegno finanziario del bando comunale Giovani Progetti. E in futuro potrebbe diventare tanto altro. «I più piccoli potrebbero usufruire di attività didattiche allestite ad-hoc. I giovani universitari e le start-up potrebbero promuovere o collegare le loro proposte ad iStone. Non solo: gli artisti avrebbero la possibilità di lanciare opere che si attivano per mezzo della pietra». Logicamente, gli sviluppi fisiologici di tale invenzione sarebbero nel settore turistico: «Il collegamento attraverso il codice QR è un linguaggio internazionale che potrebbe trasmettere velocemente le mappe interattive dei luoghi, i video-guida tradotti in lingue straniere o il calendario degli eventi locali. L’espansione di iStone verrà incentivata dalle pubblicità riprodotte attraverso le pietre».

Rodriquez ha messo momentaneamente in pausa gli studi presso il Politecnico di Milano, per misurarsi (anche professionalmente) con la sua estrosità. «L’innovazione sta nel far parlare la città stessa, racchiudendo la sua voce in un canale virtuale e nelle sue membra fisiche». Con una squadra di amici, colleghi ed esperti, è stato predefinito un percorso in cui, pietra dopo pietra, vengono rivelati i connotati di Piacenza. Si parte da Piazza Cavalli: in questa scena gli utenti, scansionando il codice QR, guarderanno un video su YouTube di benvenuto e un’interpretazione canora dell’attore Simone Borlenghi sulle dinamiche urbane. L’ installazione di Piazza Cavalli     sarà quella principale: l’unica rappresentata da un monolite.

Con lo stesso meccanismo, si proseguirà verso Palazzo Gotico, il Duomo, la Basilica di Sant’Antonino, l’ex-macello, le mura romane, la Basilica di Santa Maria di Campagna, il bastione di Porta Borghetto, Palazzo Farnese e infine l’arena Daturi. Il giovane ipotizza di collocare le targhe rocciose in punti strategici, per esempio in una delle bacheche affisse sul teatro Municipale. Qui, leggendo il codice col telefonino, comparirà l’architetto Andrea Brogni mentre riflette sulla natura del dialetto. In una seconda sequenza, invece, si sottolineerà il contrasto tra i suoni folcloristici e il silenzio austero della chiesa sullo sfondo, focalizzandosi su due ambienti vicini ma opposti in tutta la loro incoerenza musicale.

Le clip, con una durata di circa tre minuti, alimenteranno una caccia al tesoro in giro per Piacenza, tra quei luoghi che spesso si vedono e raramente si osservano. «Le vie possono affascinarci, tenerci compagnia e portarci in posti lontani nel tempo», conclude Rodriquez. «Piacenza ha tanto da dire e iStone ambisce al difficile compito di stupire e cogliere impreparati».

Classe 1998, giornalista professionista dell'emittente televisiva Telelibertà e del sito web Liberta.it. Collaboratore del quotidiano Libertà. Podcaster per Liberta.it con la rubrica di viaggi “Un passo nel mondo” e quella d’attualità “Giù la mascherina” insieme al collega Marcello Pollastri, fruibili anche sulle piattaforme Spreaker e Spotify; altri podcast: “Pandemia - Due anni di Covid” e un focus sull’omicidio di via Degani nella rubrica “Ombre”. In passato, ideatore di Sportello Quotidiano, blog d'approfondimento sull’attualità piacentina. Ha realizzato anche alcuni servizi per il settimanale d'informazione Corriere Padano. Co-fondatore di Gioia Web Radio, la prima emittente liceale a Piacenza. Creatore del documentario amatoriale "Avevamo Paura - Memorie di guerra di Bruna Bongiorni” e co-creatore di "Eravamo come morti - Testimonianza di Enrico Malacalza, internato nel lager di Stutthof". Co-autore di “#Torre Sindaco - Storia dell’uomo che promise un vulcano a Piacenza” (Papero Editore, 2017) e autore di "La Pellegrina - Storie dalla casa accoglienza Don Venturini" (Papero Editore, 2018). Nel maggio del 2022, insieme ai colleghi Marcello Pollastri e Andrea Pasquali, ha curato il libro-reportage "Ucraina, la catena che ci unisce", dopo alcuni giorni trascorsi nelle zone di guerra ed emergenza umanitaria. Il volume è stato pubblicato da Editoriale Libertà con il quotidiano in edicola. Ecco alcuni speciali tv curati per Telelibertà: "I piacentini di Londra" per raccontare il fenomeno dell'emigrazione dei piacentini in Inghilterra nel secondo dopoguerra, con immagini, testi e interviste in occasione della festa della comunità piacentina nella capitale britannica dal 17 al 19 maggio 2019; “I presepi piacentini nel Natale del Covid”; “La vita oltre il Covid” con interviste a due piacentini guariti dall’infezione da Coronavirus dopo dure ed estenuanti settimane di ricovero in ospedale; il reportage “La scuola finlandese” negli istituti di Kauttua ed Eura in Finlandia.