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Capitale della Cultura, Piacenza sconfitta in finale. Vince Parma
Nella Sala Spadolini del Mibact, Piacenza è stata sconfitta. Il titolo di Capitale della Cultura 2020 non passerà per le mura farnesiane. Oggi, venerdì 16 febbraio, al termine dei lavori della Giuria di selezione, il presidente Stefano Baia Curioni ha comunicato al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, la vittoria di Parma sulle altre nove città in lizza (Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Merano, Nuoro, Reggio Emilia, Treviso e Piacenza).
L’8 febbraio scorso, la squadra piacentina – composta dal sindaco Patrizia Barbieri, l’assessore Massimo Polledri, il coordinatore della candidatura Paolo Verri, Roberto Zermani, Antonella Gigli, Manuel Ferrari, Andrea D’Amico, Alberto Dosi, Paola Dalladonna e Tiziano Giannessi – si era recata a Roma per l’audizione finale di fronte alla Commissione. Tra i dettagli del colloquio, durata circa un’ora e un quarto tra la presentazione e le successive richieste di approfondimento, la suggestione dell’inizio: ai commissari, bendati, erano stati fatti toccare gli altorilievi in digitale della Madonna Sistina di Raffaello, con l’auspicio che nel 2020, cinquecentenario della morte di Raffaello, quest’opera potesse anche solo per pochi mesi ritornare a casa, a Piacenza. Il primo cittadino aveva commentato che «non c’era modo migliore di esprimere la coesione, la partecipazione attiva e il senso della comunità che ha caratterizzato questo percorso». Stamattina, però, il dossier cucito a Palazzo Mercanti non è stato giudicato sufficiente.
Sul sito del Mibact, il progetto di Piacenza veniva così sintetizzato: Piacenza, fondata nel 218 a.C., comune dal 1126, capitale dei Farnese dal 1545, “terra di passo” secondo Leonardo e snodo logistico fondamentale per la distribuzione di merci, si candida a Capitale Italiana della Cultura per trasformare la sua centralità geografica in una opportunità di sviluppo culturale utile alla macroregione che la circonda. Ai giovani di Milano e Genova, di Bologna e dell’Italia intera è dedicato “Crocevia di culture“, promosso in maniera collettiva da un comitato costituito da Comune, Curia e Camera di Commercio di Piacenza e dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano. Ha l’appoggio di oltre 100 soggetti locali oltre a quello delle Regioni Emilia Romagna e Lombardia, dei Comuni di Genova e Alessandria. In quattro grandi temi (crocevia di storie, passioni, natura e futuro) il dossier propone una visione innovativa del produrre e fruire cultura, con 20 produzioni originali, un budget di 17 milioni di euro e 4 mostre principali. Al centro la Madonna Sistina di Raffaello, ma anche i codici più antichi di Dante e opere eccezionali di Boccioni e Fontana. Prevede grandi ospiti come Leo Nucci, Placido Domingo e i più importanti Premi Nobel per la Pace, Bellocchio e Bottura: Piacenza dalla A di Armani alla Z di Nina Zilli unirà tecnologie e visionarietà, applicando la creatività a tutti i settori della vita quotidiana. Una scommessa condivisa con Parma e Reggio Emilia, all’interno del più vasto progetto turistico Destinazione Emilia.
La conquista della carica di Capitale della Cultura prevede un milione di euro che ogni anno il Governo mette in palio per stimolare le amministrazioni a perseguire un modello di sviluppo sostenibile, con la cultura al centro della crescita sociale, economica e civile del territorio attraverso il coinvolgimento delle realtà pubbliche e private. Dopo Cagliari, Lecce, Ravenna, Siena e Perugia-Assisi, Capitali Italiane della Cultura ex aequo nel 2015, è stato il turno di Mantova nel 2016 e di Pistoia nel 2017, mentre per il 2018 il titolo è stato attribuito a Palermo.
La candidatura – nata da un’intervento in consiglio comunale di Fratelli d’Italia, portata avanti dalla Giunta Dosi e conclusa dall’amministrazione Barbieri – ha potuto contare su un vero gioco di squadra bipartisan. Il dossier era stato depositato in extremis. L’assessore alla cultura Polledri aveva più volte messo le mani avanti, con molta cautela, dichiarando che, in caso di vittoria o sconfitta, il processo di partecipazione sarebbe stato comunque un successo. Ora, comunque, come promesso in una nota stampa congiunta, Piacenza dovrebbe collaborare e sostenere Parma Capitale della Cultura 2020, con lo scopo di “valorizzare sempre più l’attrattività dall’Italia e dall’estero”.